Vaccino COVID, 100 milioni le dosi buttate in Europa: i dati sullo spreco multimiliardario
Decine di milioni di di dosi inutilizzate, pagate dai contribuenti, vengono buttate via man mano che l'epidemia si indebolisce, per uno spreco da decine di miliardi di euro che ha ingrassato le case farmaceutiche
Man mano che il panico verso l'epidemia passa, e il Covid-19 diventa sempre più simile a una normale influenza, le persone hanno sempre meno bisogno di vaccini. Eppure, le dosi prodotte sono miliardi, tutte pagate a caro prezzo dalle aziende farmaceutiche, e una buona porzione di queste verranno buttati via. Analizziamo i dati sugli sprechi da parte dei vari paesi occidentali e capiamo quanto abbiano inciso sulle tasche dei cittadini.
Vaccini scaduti: i paesi europei buttano via decine di milioni di dosi
La rivista Airfinity ha stimato che, per varie ragioni, a giugno 2021 erano state sprecate circa il 10% delle dosi, per un totale di circa 1 miliardo di dosi finite in discarica in giro per il mondo. Le ragioni erano svariate: incidevano, chiaramente, la disorganizzazione, la mancanza di attrezzi per conservarle a una temperatura adeguata, e così via. Tenendo a mente il dato offerto dalla fondazione Openpolis, ossia che il prezzo di una singola dose di vaccino si aggiri intorno ai 1,79 e 4,21 euro, si tratterebbe già di uno spreco catastrofico. Tuttavia, i dati di oggi sono probabilmente molto peggiori. A giugno 2021, una larga fetta di popolazione doveva ancora vaccinarsi: oggi, invece, la stragrande maggioranza della popolazione ha fatto dalle due alle tre dosi. Dunque, le dosi inutilizzate stanno scadendo in massa. Vediamo i dati nei paesi europei:
A febbraio, si parlava, secondo l'analisi di The Alliance, di 55 milioni di vaccini da buttare via in Europa e in altri paesi occidentali. In realtà, i dati sono ormai enormemente superiori, persino raddoppiati da allora, man mano che il problema degli sprechi si aggrava.
La Francia, come denunciato da Florian Philippot del Fronte Nazionale, si appresta a buttare via 30 milioni di dosi, con una spesa di 522 milioni.
L'Italia, secondo i dati del Consiglio Superiore di Sanità, ha circa 50 milioni di dosi inutilizzabili e dunque da buttare, per uno spreco economico calcolato intorno a 400 milioni. Non è chiara la discrepanza con i dati francesi: forse riguarda le differenze di prezzo tra i singoli vaccini, oppure una metodologia diversa nelle stime.
La Germania ha buttato, lo scorso mese, 3,5 milioni di dosi; non è chiaro quale sia il dato storico, anche se probabilmente è migliore di quello di Francia e Italia.
L'Inghilterra ha buttato circa 4,5 milioni di dosi, ma questo secondo una indagine di Ottobre, che stimava gli sprechi al 4%. Le stime degli esperti sostengono che i vaccini scaduti siano circa il 20%, ossia ben 22,5 milioni di dosi.
Gli USA hanno dovuto mandare in discarica 80 milioni di dosi, dato record che tuttavia, in proporzione, è migliore del nostro.
Il Canada presenta circa 13,5 milioni di dosi ormai destinate alla rottamazione.
A questi dati, già catastrofici, si aggiunge il fatto che non vengano conteggiati gli sprechi delle donazioni: vale a dire, spesso i paesi ricchi inviando dosi di vaccino in Africa o altre zone del mondo, in cui tuttavia non ci sono molte strutture adatte a conservarli. Ergo, anche qui gli sprechi sono innumerevoli.
400 milioni, la stima fornita dall'Italia, costituisce già una manovra finanziaria dal discreto impatto: denaro che avrebbe potuto essere utilizzato per risanare i conti pubblici, o per investimenti in grado di rivitalizzare il paese. Invece, ulteriore peso che si aggiunge al nostro debito pubblico; tutto ciò, per scelte forse più dettate dall'emotività che dalla previsione razionale.