Gas, Consiglio UE boccia l'accordo Price Cap come da noi previsto: flop diplomatico di Draghi

Il Consiglio Europeo dell'energia che si è riunito oggi ed ha deciso di approdare ad un accordo comune: limite agli extra ricavi dei produttori di energia, taglio dei consumi, contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili come anticipato da Il Giornale d'Italia

I ministri europei dell'Energia hanno raggiunto un accordo politico sulle misure per calmierare i prezzi dell'elettricità: vince l'austerity con il taglio dei consumi già deciso da Bruxelles, tetto agli extra-ricavi per i produttori di energia elettrica e il contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili. Lo comunica la presidenza ceca dell'Ue. Ma niente Price Cap che fu rimandato a ottobre dopo l'opposizione di Berlino, che oggi vince lo scudo tedesco e Draghi è furioso: "Serve coesione".

Gas, Consiglio europeo energia e il flop diplomatico di Draghi: nell'accordo niente Price Cap, vince Berlino

E dopo essersi accartocciata sul Price CAP alla fine vince Berlino: non si farà. Il ministro dell'economia tedesco abek ha dichiarato che la Germania non può accettare un Price CAP sul gas perché questo provocherebbe uno sciocco economico forte. Alla Germania serve tempo per abbassare i prezzi e parlare con i paesi amici. La Germania si è sempre opposta anche al Price CAP sul solo gas russo e, nel Consiglio Europeo oggi si è parlato anche di questo, benché l'attentato al Nord Stream 1 e 2 con il sabotaggio al gasdotto, attraverso l'applicazione di 700 kg di tritolo che oggi sono oggetto di discussione al consiglio di sicurezza dell'ONU voluto da Mosca.


I timori di Berlino sono fondati, con l'applicazione di un Price Cup, c'è il rischio che il gas venga dirottato verso Asia ed altri paesi nel mondo tagliando fuori l'Europa a cui resterebbe soltanto l'approvvigionamento da mercati esteri e con prezzo sicuramente maggiorato.
Questo per Berlino vale sia nel caso si applichi il tetto al prezzo sul gas rosso, sia che il tetto venga applicato a tutti i fornitori.

Flop diplomatico di Draghi al Consiglio europeo sull'energia: vince l'austerity e lo scudo tedesco

E alla fine ha vinto lo scudo tedesco. Mario Draghi è uscito perdente dal Consiglio Europeo dell'energia, infuriato ha ricordato che senza coesione non si può trattare nessun tipo di prezzo.

Insieme alla Germania si è schierata anche la Francia che proprio con Berlino ha siglato un accordo di reciproco scambio poche settimane fa. Da quell'accordo all'Italia veniva sottratto il 5% dell'energia fornita da Parigi.
Con o senza gas russo la coesione Europea è venuta a mancare e all'Italia sono rimaste le briciole. Il belpaese, da sempre dipendente dal gas russo con cui ha potuto avviare la sua economia industriale e ha potuto mantenere stabile la politica dei prezzi dell'energia anche per le famiglie, non ha potuto affermare nemmeno la visione di Mario Draghi, l'ideatore delle sanzioni contro la Russia che comprendevano anche l'embargo del gas.

Da questa mossa gli unici vincitori sono in norvegesi, oggi maggiori fornitori di energia all'Europa attraverso il greggio e la pipeline Baltic verso la Polonia.

Flop diplomatico di Draghi al Consiglio europeo sull'energia: dopo il sabotaggio al Nord Stream c'è chi parla ancora di tetto al prezzo del gas russo

Dopo il sabotaggio al gasdotto Nord stream 1 e 2 l'America ha ritrattato dicendo di poter aiutare l'Europa, contrariamente a quanto affermato il 16 settembre dove si dichiarava che non era possibile aumentare l'estrazione di gas americano per rifornire i serbatoi europei.

"Il non paper della commissione europea sul Price Cap è un passo avanti importante", secondo l'amministra francese per la transizione energetica Agnes Pannier Runacher, ma è chiaro che oltre alla Norvegia guadagnarci e soprattutto l'America. Eliminate infatti le forniture rosse restano loro come i più probabili futuri fornitori principali per l'Unione Europea.

Alla fine il gas russo avrebbe salvato l'economia, tutti lo sanno ma nessuno può dirlo senza causare rabbia e risentimento. È sull'energia che l'Europa si spacca: Norvegia e Olanda pronte a guadagnare sui propri fratelli.