Veronica De Romanis: “Elezioni, fase di attesa per i mercati. Si punta ad un governo stabile che attui il PNRR”

L’economista Veronica De Romanis a Il Giornale d’Italia: “Bisogna vedere cosa farà il governo con PNRR, riforme e investimenti”

La Borsa di Milano ha registrato +0,67% nella giornata di oggi. Il Ftse Mib si conferma il miglior risultato dell’Eurozona, rispetto alla media europea che segna -0,18%. A Piazza Affari si è assistito all’impennata di Stellantis (+1,91%), Iveco (+2,19%), Stm (+1,02%), Prysmian (+2,14%) e Cnh Industrial (+1,77%), Tim (+2,61%) e FinecoBank (+3,55% ).

Veronica De Romanis, economista e Docente universitario della Luiss Guido Carli University, commenta i risultati dei mercati post elezione a Il Giornale d’Italia:

“I mercati hanno reagito con relativa calma, perché il risultato era atteso. Questa è una fase di attesa e ora si vuole vedere cosa farà il governo. Si punta ad un governo stabile e capace di fare quello che è necessario, ovvero portare avanti il PNRR, cercare di avere i conti in ordine e insistere su riforme e investimenti. Si parla molto riguardo agli investimenti, non è la stessa cosa per le riforme e il PNRR. Il contesto è cambiato, di conseguenza anche i tassi; quindi, avere i conti in ordine è un modo per assicurare gli investitori, dimostrandoci più credibili nei loro confronti.

Nei mercati finanziari, i conti in ordine giovano a coloro che investono ed è un vantaggio per i contribuenti di oggi e per la parte meno abbiente della società; significa un spesa per interessi limitato. A giovarne sarebbero soprattutto le future generazioni, perché lasciamo un debito sostenibile e che decresce, un fardello limitato per i contribuenti di oggi e domani.

I conti di Draghi sono in ordine. Con l’apertura dopo il lock down nel 2021, il debito è sceso grazie ad un rimbalzo del Pil del +6,6%, in seguito al crollo del 2020. Draghi ha operato in un contesto in cui si poteva e si doveva spendere; invece, ora ci ritroviamo in una situazione diversa. Il contesto è cambiato perché la Bce non compra più il debito degli Stati, a differenza di prima. In particolare aveva acquistato oltre 350 miliardi di debito italiano. Ora vediamo un aumento dei tassi di interesse e, quindi fare debito è diventato più costoso”.