Inflazione, record a luglio nell'Eurozona: +8,9%. Allarme Bce, Schnabel: "Shock da offerta rallenta la crescita"

Nell'eurozona l'inflazione si è attestata all'8,9% nel luglio 2022. La Bce non esclude possibilità di recessione tecnica

Il tasso di inflazione annuale dell'Unione Europea è stata del 9,8% a luglio 2022. Secondo quanto emerge dai dati pubblicati da Eurostat, a luglio si è attestato un aumento rispetto al 9,6% di giugno (l'anno scorso era del 2,5%). Nell'eurozona l'inflazione si è attestata all'8,9% nel luglio 2022, in aumento rispetto all'8,6% di giugno. Un anno prima il tasso era del 2,2%.

Isabel Schnabel, del Comitato esecutivo della Bce, afferma di non escludere la possibilità di un'entrata verso una recessione tecnica. La Bce vede un quadro in peggioramento per la crescita nell'area euro, ma l'inflazione preoccupa di più. Schnabel, riferendosi alla decisione di alzare i tassi di mezzo punto a luglio e alle prospettive per la riunione dell'8 settembre dichiara in un'intervista alla Reuters pubblicata sul sito della Bce:"Le preoccupazioni che avevamo a luglio non sono state alleviate. Se si guarda a una qualsiasi delle misurazioni dell'inflazione di fondo, stanno salendo ulteriormente e sono ai massimi storici". 

Schnabel spiega: "Anche se entrassimo in recessione, sarebbe abbastanza improbabile che le pressioni inflazionistiche scendano da sole. Quello che stiamo vedendo è uno shock da offerta che sta rallentando la crescita e allo stesso tempo aumenta le pressioni inflazionistiche - e aggiunge - il rallentamento della crescita probabilmente non è sufficiente a indebolire l'inflazione, per quanto riduca le pressioni sui prezzi attraverso una domanda più fiacca". Con un tasso d'inflazione salito a luglio all'8,9%, secondo l'esponente tedesca del direttorio Bce non è da escludere nemmeno un nuovo rialzo da mezzo punto percentuale: "A luglio abbiamo deciso un rialzo da 50 punti base alla luce delle prospettive d'inflazione. Al momento non credo che queste prospettive siano fondamentalmente cambiate".

Schnabel, infine, è entrata nel merito dei reinvestimenti del programma pandemico Pepp, che nelle scorse settimane hanno fatto abbassare lo spread dopo essere stati attivati come "prima linea di difesa" dai rischi di frammentazione nell'area euro. "L'uso di questo strumento, come qualsiasi altro, deve essere proporzionato. Questo implicata che vada attivato solo nella misura necessaria. All'inizio della pandemia abbiamo visto che brevi interventi possono essere sufficienti per stabilizzare i mercati".