Fisco, al via riforma della giustizia tributaria: esclusivo per magistrati specializzati in materia

Le commissioni tributarie si chiameranno “Corti di giustizia tributaria di primo grado” e “Corti di giustizia tributaria di secondo grado”

Con 288 voti favorevoli e 11 contrari (27 gli astenuti, tra cui i parlamentari Fdi), la Camera ha definitivamente approvato il Ddl “Disposizioni in materia di giustizia e di processo tributario”. Il disegno di legge rientra tra gli impegni assunti con il Pnrr e mira a snellire la “giustizia delle tasse”. L’obiettivo è ridurre il numero di ricorsi alla Corte di Cassazione e consentire una risoluzione spedita dei contenziosi. Per il 2020 erano 50 mila i ricorsi pendenti. 

Il provvedimento è costituito di otto articoli e interviene sul decreto legislativo 545 del 1992. Una prima novità è la modifica rispetto alla denominazione delle attuali commissioni tributarie. Da provinciali e regionali si chiameranno “Corti di giustizia tributaria di primo grado”, “Corti di giustizia tributaria di secondo grado” e insieme “Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado”.

Corti di giustizia tributaria: 448 unità per il primo grado e 128 per il secondo grado

A trattare di giustizia tributaria saranno poi solo magistrati iper specializzati in materia. La riforma interviene stabilendo che la giurisdizione tributaria è affidata all’esercizio esclusivo da parte di magistrati tributari professionali a tempo pieno, assunti tramite concorso pubblico. Il relativo organico sarà di 448 unità presso le Corti di giustizia tributaria di primo grado e di 128 unità presso le Corti di giustizia tributaria di secondo grado. Si passa quindi da una giustizia onoraria a professionale.

Nascono poi nuovi uffici. Il disegno di legge dispone l’istituzione di una serie di organismi, come l’Ufficio del massimario nazionale presso il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, con l’obiettivo di uniformare le decisioni della giurisprudenza tributaria, e una sezione civile presso la Corte di Cassazione incaricata esclusivamente della trattazione delle controversie in materia tributaria.

Nell’ottica di una semplificazione della giustizia viene istituita la figura di un giudice monocratico tributario per le cause di valore inferiore ai 3 mila euro con competenza a partire dai ricorsi notificati successivamente al primo gennaio 2023. Un modo per snellire la mole delle cosiddette microliti che nel 2021 hanno pesato per quasi il 50% sulle controversie in primo grado. La riforma introduce poi la conciliazione su proposta del giudice tributario.