Razionamenti, Descalzi: "Anche con stop russo supereremo l'inverno" grazie a gas di Algeria
Il piano del governo Draghi e Descalzi prevede la centralità del gas algerino oltre ad una diversificazione dei fornitori che consentirà di arrivare in inverno con gli stoccaggi pieni all'80%. L'emergenza scatterebbe solo se la Gazprom chiudesse definitivamente i rubinetti
L'amministratore della Eni, Claudio Descalzi ha commentato l'abbassamento di forniture del gas russo da parte del colosso Gazprom che ha diminuito l'erogazione di materia prima prima al 65% e poi al 50%. Cosa accadrà dunque in inverno? Descalzi ha le idee molto chiare: "Anche con lo stop del metano russo supereremo l'inverno". Il piano del governo Draghi è quello di implementare rapidamente le forniture algerine E infatti già adesso la fornitura è raddoppiata. A fronte dei 30 milioni di metri cubi non erogati dalla Russia, l'Algeria ce n'è fornisce 64 oltre ai 4 milioni di gnl.
Razionamenti, Descalzi: forniture già raddoppiate da Algeria
Sono previsti inoltre altre milioni di metri cubi nelle prossime settimane derivanti dagli accordi appena siglati sia d'Algeria, sia da Egitto e Israele. Naturalmente gli stoccaggi in vista dell'inverno si stanno riempiendo più lentamente ma per ottobre si potrà arrivare al 80% degli stoccaggi. Questo vuol dire che l'Italia potrebbe superare i rischi connessi alle embargo del gas prima del previsto. Nonostante ciò il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani ha deciso di riunire il comitato di emergenza gas mercoledì prossimo dove si discuterà se innalzare comunque il livello di allerta da preallarme ad allarme. In questo caso infatti scatterebbero i razionamenti di cui si è tanto parlato negli ultimi giorni. I razionamenti prevedono infatti una limitata fornitura per le case e per i privati in favore delle aziende. Il tutto per non bloccare il tessuto economico del nostro paese.
Ma la situazione non è catastrofica perché l'Italia oggi riesce ad ottenere 200 milioni di metri cubi rispetto ai 160 milioni di domanda. Questo vuol dire che 40 milioni finirebbero negli stoccaggi grazie anche alla tap e al gas algerino che attualmente è il partner strategico dell'Italia.
Tuttavia la riduzione della fornitura di gas da parte di Gazprom e vista con diffidenza da parte del governo italiano che la interpreta come un avvertimento. La domanda dunque è d'obbligo: e se la Russia avesse in mente di tagliare prima le forniture di gas all'Italia?
Il risultato sarebbe quello di una crisi economica che si abbatterebbe sul nostro paese perché noi non siamo pronti per quest'inverno a dire addio al gas russo ma lo saremo entro il 2023.
Se dunque Mosca decidesse di tagliare il gas all'Italia, entrerebbe in gioco lo scenario razionamenti e con molte restrizioni si potrà arrivare al 2023.
Nonostante comunque le forniture procedono speditamente da parte di nuovi partner, gli stoccaggi oggi sono pieni al 54,09% e si prevede di arrivare al 80% entro ottobre. Ancora troppo poco.
Razionamenti, Descalzi: forniture già raddoppiate da Algeria
Nonostante l'arrivo di nuovi accordi strategici sulla fornitura di gas, si attende ancora una misura sul tetto del gas. In quest'ultimo anno la politica dei prezzi è stata assente: il governo Draghi ha fatto orecchie da mercante e non si è curato dell'incremento del 700% sul gas, che è finito per pesare su famiglia ed imprese potenziando il fenomeno inflattivo. Una situazione che rende praticamente inutile l'erogazione di 200 una tantum ai lavoratori italiani come misura di welfare anti inflazione.
Intanto la situazione precipita perché Gazprom annuncia la sospensione del gasdotto Turkish Stream dal 21 al 28 giugno: si tratta di un ulteriore stretta all'export di gas verso l'Europa e verso l'Italia che costringe il governo ad adottare urgenti contromisure. Da una parte il maggior utilizzo delle centrali a carbone per sostituire almeno 5 milioni di metri cubi dalla Russia e dall'altro resta da fronteggiare una delle estati più afose degli ultimi 100 anni che finiranno per liquefare l'Italia a cui non è possibile chiedere: "O la pace o i condizionatori accesi".
di Maria Melania Barone