Bankitalia, Visco su Pil Italia: "Due punti in meno in due anni se guerra continua"
Il governatore della Banca d'Italia ha parlato in occasione delle tradizionali Considerazioni finali nella sede di Bankitalia a Palazzo Koch: "Evitare rincorsa prezzi-salari"
Il governatore di Bankitalia Visco avverte sul Pil dell'Italia: "Due punti in meno in due anni se guerra continua". L'avviso ai naviganti è arrivato durante il tradizionale appuntamento delle Considerazioni finali, che si svolgono ogni anno a fine maggio nella sede romana di Palazzo Koch per commentare la Relazione annuale dell'istituto. Il governatore Ignazio Visco ha analizzato le prospettive dell'economia italiana partendo ovviamente dall'evento che più condiziona le stime di crescita, la guerra in Ucraina, con tutte le sue implicazioni. Il conflitto ha aumentato l'incertezza e in quadro in costante evoluzione è difficile fare previsioni. Una cosa è però chiara ed emerge dalle parole del governatore: più si protrarrà la guerra e maggiore sarà il deterioramento economico a cui andrà incontro non solo l'Italia ma tutta l'Unione europea.
Bankitalia, Visco su Pil Italia: "Due punti in meno in 2 anni se guerra avanti"
Visco parla anche dell'aumento dei prezzi delle materie prime, dichiara di condividere una politica di aumento dei tassi per evitare le spinte inflattive ormai consistenti, invita a non ripetere l'errore già commesso in passato di una rincorsa al rialzo tra salari e prezzi e sottolinea la portata strategica del Pnrr per modernizzare il sistema Italia. Anche se non tutto è racchiuso nel Piano nazionale di ripresa e resilienza: questo governo e i prossimi saranno chiamati ad attuare "importanti riforme".
La situazione, dopo gli ottimi dati macroeconomici dell'Italia alla fine del 2021, si è nuovamente complicata: la produzione si è contratta nel primo trimestre e dovrebbe leggermente migliorare nel secondo, che si chiuderà a giugno. A pesare è la guerra in Ucraina e la sua durata: Visco ammette con chiarezza che se il conflitto dovesse proseguire per tutto il 2022 la conseguenza potrebbe essere "circa 2 punti percentuali in meno di crescita, quest’anno e il prossimo".
I rischi disastrosi in caso di stop alle forniture di gas
E non è nemmeno lo scenario peggiore, perché la situazione potrebbe ulteriormente precipitare se la Russia dovesse decidere di stoppare i flussi di gas da un giorno all'altro. Una prospettiva che per ora appare scongiurata, visto che l'Eni, che si occupa per l'Italia dei pagamenti delle forniture, ha accettato di effettuare le transazioni in rubli. Ma che non è del tutto da escludere: Mosca ha già dimostrato con Olanda, Bulgaria, Polonia e Finlandia di poterlo fare.
"La guerra in Ucraina rischia di deviare il corso di questo necessario ripensamento e riportarci verso un mondo diviso in blocchi, con minori movimenti non solo di beni, servizi, capitali finanziari, ma anche di tecnologie, idee e persone", ha avvertito Visco, che poi ha ammesso come l'aumento dei prezzi delle materie prime sia una "tassa ineludibile per il Paese", che il Paese non può annullare nel suo "impatto d'insieme" pur potendo determinare una redistribuzione degli effetti, proteggendo le fasce sociali più vulnerabili.