Generali: ecco l’identikit del nuovo Cda e i primi possibili nomi

È il 28 marzo il termine di presentazione per le liste: ma quella del board (e forse anche quella di Caltagirone) potrebbero arrivare già a metà del mese prossimo. Intanto sul sito della compagnia è stato pubblicato il Parere di orientamento sulle caratteristiche che dovranno avere i consiglieri, il ceo e il nuovo presidente

Comincia a prendere forma l’identikit del nuovo consiglio di amministrazione di Generali. Sebbene la data ultima per la presentazione sia fissata per il 28 marzo, la lista che sarà presentata dal cda uscente potrebbe essere presentata nella riunione del 14 marzo, quando saranno presentati anche i risultati del 2021. Oltre a quello dell’attuale group ceo Philippe Donnet, di cui il board uscente propone la riconferma nell’attuale ruolo, alcuni nomi che i rumors danno per probabili sono quello di Clemente Rebecchini, Diva Morani, Antonella Mei-Pochtler e Lorenzo Pellicioli. A questi potrebbero aggiungersi i nomi di coloro che dovranno sostituire i tre ex consiglieri, i dimissionari Francesco Gaetano Caltagirone, Romolo Barin e Sabrina Pucci, che non sono ancora stati nominati. E proprio su quest’ultimo fronte, da quanto sembra di capire, intorno a metà marzo potrebbe essere presentata anche la lista annunciata da Caltagirone, alternativa a quella del management. Ancora non è chiaro se anche Assogestioni presenterà una propria lista.

Il Parere di orientamento

Ad ogni modo, giovedì è stato pubblicato sul sito di Generali il Parere di orientamento agli azionisti sulla dimensione e sulla composizione del consiglio di amministrazione per il triennio 2022-2024, parere che è stato approvato lo scorso 16 febbraio dall’attuale board.

Il documento precisa le qualità e le caratteristiche che dovranno avere i componenti del prossimo board. In primo luogo, il cda dovrà avere un numero non superiore a 15 membri: il tetto è importante per stabilire il numero dei consiglieri ripartiti tra maggioranza e minoranze. Il cda ritiene comunque adeguati gli attuali 13 componenti. “Nel processo di autovalutazione svolto al termine del triennio di mandato – si legge nel documento – è emerso l’orientamento della maggioranza di consiglieri di confermare l'attuale numero di componenti: al fine, tuttavia, di tenere conto della necessità di rafforzare la già consolidata presenza in consiglio con ulteriori competenze manageriali e tecniche di cui si parlerà più avanti, si ritiene che il numero possa essere incrementato senza che sia superiore a 15 componenti”.

Il prossimo consiglio dovrà essere un equilibrato mix di competenze, esperienze, età anagrafica e profili di diversità, con grandi requisiti di curriculum. Sulla composizione in particolare viene raccomandato di garantire una maggioranza di amministratori indipendenti (attualmente al 60%) anche nei comitati interni del consiglio, al fine di garantire “una significativa incidenza nell’assunzione delle decisioni consiliari”.

Dopo aver elencato le competenze più tradizionali, si raccomandano per “almeno qualche consigliere: competenze nel settore del Digital, dell’Information Technology e della sicurezza cibernetica nonché competenze nella prospettiva internazionale”, oltre a rafforzare quelle Esg. Tra le competenze cosidette "soft", emergono invece  “la capacità di gestire eventuali conflitti in modo costruttivo, la capacità di dialogo, l'indipendenza di pensiero e l'integrità, l’equilibrio nella ricerca del consenso e la capacità di interazione con il top management”. Visti i recenti conflitti all’interno del board, spicca che sul tema dell’indipendenza, ora definita dal Codice di autoregolamentazione delle società quotate, venga spiegato in una nota a piè di pagina che “dall'autovalutazione è emersa la necessità - segnalata dalla maggioranza dei consiglieri – di avviare una riflessione sui criteri che sono a fondamento sostanziale della definizione di indipendenza”.

Un ad e un presidente con competenze consolidate

Il documento indica anche le caratteristiche dell’aspirante amministratore delegato e del futuro presidente. Per quanto riguarda il ceo, si richiede “consolidata competenza professionale, maturate preferibilmente come amministratore delegato presso gruppi internazionali paragonabili a Generali”: tutte caratteristiche che, come è evidente, Philippe Donnet possiede ampiamente.

Quanto alla figura del chairman si richiedono tra le altre cose “autorevolezza ed esperienza in cda di società quotate e complesse”, e “consolidata reputazione sul mercato italiano e internazionale”.  Come noto, nei giorni scorsi l’attuale presidente Gabriele Galateri di Genola ha annunciato che non si ricandiderà per il ruolo. L’attenzione è quindi focalizzata anche sulla figura che andrà a sostituirlo. Per l’incarico appare possibile l’indicazione di una donna, vista la crescente importanza che il mercato sta mettendo sul tema della parità di genere, anche se non si può escludere a priori che possa essere un uomo qualora le donne fossero ben rappresentate all’interno del futuro cda.

Il Parere vale per tutte le liste non solo per quella del cda uscente. “Resta ferma la facoltà degli azionisti – si legge nel documento – di esprimere valutazioni differenti da quelle dinanzi esposte sulla dimensione e la composizione ottimale del consiglio, fermo che sarà opportuno, nell’interesse di tutti gli altri azionisti, che eventuali differenze rispetto all'analisi svolta da quest'ultimo siano chiarite e motivate”.

In seguito verrà reso disponibile, sempre sul sito di Generali, il manuale operativo per la presentazione delle liste.

Di Silvano Telesi