Riforma Fiscale. La Legge Delega e l'armonizzazione dei sistemi fiscali europei
Alessia Potecchi, Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza del PD di Milano Metropolitana, fa il punto della situazione
Intervista ad Alessia Potecchi
Il punto Economico del Dipartimento Banche, Fisco e Finanza #pdmilanometropolitana
Si dovranno utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione per semplificare al massimo e rendere più agevole il pagamento delle imposte e fare in modo che il cittadino si avvicini con semplicità e tranquillità al sistema di tassazione.
E’ un passo importante che va definito in tutti i suoi dettagli ma rappresenta la volontà di intraprendere finalmente in maniera concreta una riforma necessaria, indispensabile per riaffermare la nostra posizione europea e consolidare il percorso che l’Italia ha fortemente voluto in Europa quando si è deciso di fare fronte insieme al dramma del Covid che ha colpito tutti.
La Riforma del Fisco
La Riforma del Fisco rappresenta un tassello fondamentale anche e soprattutto per l’arrivo dei fondi europei ed è legata all’erogazione delle successive tranche di risorse che spettano al nostro paese.
È necessario costruire una strategia a tutto campo per recuperare risorse aggiuntive per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese (lotta all’evasione fiscale, all’erosione e alla elusione fiscale).
Lo scenario è preoccupante. In Europa c’è una spietata competitività fiscale: alcuni Paesi sono dei veri e propri paradisi fiscali (ad es. Olanda, Irlanda, Austria, Lussemburgo, etc…) altri tra cui l’Italia sono dei veri inferni. È necessaria l’armonizzazione dei sistemi fiscali. Graduale certo, ma con indicate le tappe ed il traguardo finale.
Va intensificato lo scambio delle informazioni tra tutte le banche ed occorre individuare meccanismi precisi per evitare che le grandi multinazionali a partire da quelle del Web lucrino immensi profitti esentasse. Sinora l’Europa è stata prodiga di intenzioni e di impegni rigorosi.
Ahimè i risultati concreti sono stati conseguiti in modo ridicolo. Paga meno una grande multinazionale (15%) rispetto all’aliquota del 23% che invece grava sul primo scaglione dei redditi che riguarda i pensionati e i lavoratori precari.
In uno scenario europeo nuovo, equo, l’Italia deve risolvere il problema dei rapporti tra lo stato e i cittadini. Occorre aggiornare ed adeguare lo Statuto del contribuente. È necessario stabilire in maniera precisa il principio della non retroattività delle norme ed occorre procedere ad una integrazione tra tutte le banche dati.