Mario Monti: "l'austerity fu colpa dell'Europa". Ma il Fiscal Compact lo firmò lui

In un editoriale per il Corriere della sera, Mario Monti prende le distanze dall'austerity sulla quale lui stesso pose la firma

La vita politica e sociale di Mario Monti sarà sempre legata al 2011. Cioè all'anno in cui il suo nome fu chiamato dall'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per applicare quello che passerà alla storia come il regime di austerity. Una serie di misure economiche restrittive volte a raffreddare la rovente situazione italiana. Che in quel momento se la stava passando molto male, con un debito pubblico in forte crescita e una situazione politica forse troppo poco seria o comunque in totale sfacelo. Ne seguirono le dimissioni "forzate" del Primo Ministro Silvio Berlusconi, oltre alla chiusura di un'intera fase politica.

Le parole di Mario Monti al Corriere della Sera

Sono passati poco più di dieci anni da quegli intensi giorni. Ora che le acque si sono calmate Mario Monti così si esprime: "alcuni economisti, politici e banchieri centrali [che] dieci anni fa chiedevano un’austerità sempre maggiore, e un corsetto chiamato 'fiscal compact', a un’Europa e a un’Italia già in recessione" - e ancora - "In passato, l’Europa ci chiedeva tutto questo ma, anche spinta dalla Bce, in particolare con la lettera dell’agosto 2011 al governo Berlusconi, ci toglieva l’ossigeno finanziario per rendere più accettabili socialmente le riforme".

La realtà è ben diversa

Quello che Mario Monti cerca di far intendere fra le righe, in un editoriale volto a criticare Mario Draghi e il suo esecutivo, è fortemente contestabile. Dando per assodato quando assodato non è che l'ex Premier in passato sia stato vittima e non carnefice di uno dei periodi più bui della storia del nostro paese. Come riportato da ilGiornale, l'Italia, a seguito del Fiscal Compact firmato nel 2012 dallo stesso Monti, guadagnò (e non è un merito) 15 punti di debito pubblico. Le scellerate politiche di austerity causarono un cataclisma economico e politico dal quale tutt'oggi non ci si può dire ripresi. Ora Monti cerca di smarcarsene, additando l'Europa (che agnellino non è) come origine di tutti i mali e facendo intendere che lui passava semplicemente da quelle parti. Il paese ben si ricorda come andarono le cose e senza dubbio non dimenticherà le facce che qualche anno fa annunciavano tempi duri.