Legami, Fassi: “Lo sviluppo futuro è nella Diversity Explosion e nella sostenibilità”

Il Ceo dell’azienda italiana spiega a Il Giornale d’Italia le sfide passate e future della sua impresa: “Con i nostri prodotti vogliamo trasmettere sentimenti positivi. Oggi l’impegno è quello di gestire la nostra crescita esponenziale”

Una passione, quella per le cinghie dei libri, che ha consentito ad Alberto Fassi, oggi CEO di Legami, di portare le sue idee da un garage di Bergamo in giro per il mondo. A raccontare a Il Giornale d’Italia la storia di un’azienda tutta italiana, nata 18 anni fa per “trasmettere sentimenti positivi attraverso prodotti che accompagnano la vita quotidiana delle persone”, è proprio il suo fondatore Alberto Fassi.

Legami, Fassi: “Lo sviluppo futuro è nella Diversity Explosion e nella sostenibilità”

Il CEO spiega il percorso di trasformazione che ha portato Legami a una crescita media annua del +30% nei 5 anni precedenti al Covid, vendendo ogni anno 10 milioni di prodotti, distribuiti in 22 boutique monomarca e 112 corner, in più di 70 Paesi nel mondo, e raggiungendo gli attuali 40 milioni di fatturato per un’azienda dalle forti tinte internazionali, ma da sempre legata al territorio di origine.

- Come è nata l’idea di Legami?

“Siamo sempre stati un’azienda più del fare che del dire. Io facevo tutt’altro, il mio lavoro come consulente finanziario in una delle principali società di revisione non mi piaceva, e ho deciso di ricollocarmi in un altro ambito, iscrivendomi a un master in creatività. Questo mi ha consentito di ritornare a Milano e tirare fuori una vecchia cinghia per libri che usavo quando andavo all’Università, e da lì è nata l’idea. L’obiettivo finale del master che stavo frequentando era presentare un progetto, e io credevo che l’idea della cinghia fosse vincente. Così, con la liquidazione che avevo ricevuto dal mio precedente impiego, ho lanciato il prodotto: il primo articolo dell’azienda è stata proprio la rivisitazione della cinghia per i libri. Il nome che avevo scelto era volutamente ambivalente: poteva essere interpretato sia come una sorta di invito, lègami, riferito proprio allo stringere il libro, oppure legàmi, inteso come le relazioni fra le persone. Infatti la cinghia era disponibile in colori diversi, ognuno dei quali associato a un tipo di legame (rossa per i legami d’amore, gialla per quelli folli, blu per quelli misteriosi, ecc.). I clienti potevano così scegliere lo stato d’animo che meglio li rappresentava. Ad oggi legàmi è la pronuncia corretta: vogliamo promuovere sensazioni ed emozioni positive, offrendo alle persone spunti e occasioni sempre nuove e diverse per creare o rinsaldare un Legàme.

 

- Come siete riusciti a creare un’azienda con questi risultati e a diventare un marchio così iconico, cosa serve oggi per emergere?

“Un mix di cose neanche troppo costruito, il nostro scopo è quello di far vivere dei sentimenti positivi. Quando abbiamo iniziato, la nostra carta vincente è stata riuscire a intercettare, in un mercato che era caratterizzato da colori e accessori standard come quello della cartoleria, il bisogno di avere dei prodotti che fossero particolari, carini, simpatici, e che trasmettessero dei sentimenti come felicità, amore, ironia, tenerezza. Volevamo che il prodotto potesse regalare un sorriso, e questo è piaciuto. La sfida è stata importante e sono stati anni che hanno richiesto moltissimo impegno, accompagnato però da altrettanto entusiasmo. All’inizio nel 2003 ero da solo, e così è stato per un anno e mezzo. La storia è iniziata nel garage della casa dei miei genitori, a Bergamo, dove sono tornato dopo alcune esperienze all’estero: lì ho allestito il mio primo ufficio, da dove mi occupavo di tutto, dal disegnare gli articoli al confezionamento, dalla commercializzazione alla spedizione, fino alla gestione delle fatture.

 

- Oggi a che punto è l’azienda?

“L’azienda è cresciuta sposando il tema della diversificazione. Ho cercato di spingere su tutto, e sono riuscito a portare Legami da un solo dipendente, e cioè io, agli oltre 200 che siamo oggi, da un prodotto che era la cinghia per i libri ai più di 4000 di oggi, divisi in 15 categorie merceologiche che noi chiamiamo “mondi”, da un negozio a Bergamo a più di 150 punti vendita in oltre 70 Paesi nel mondo. Oggi Legami fattura più del 60% fuori dai confini italiani, per questo è un’azienda estremamente internazionale. Siamo riusciti a esportare la tipica gioia di vivere italiana, creando un universo di mondi da esplorare, costituiti da oggetti della nostra quotidianità alla portata di tutti, diversi proprio per permettere a chiunque di riconoscersi in ciò che lo rappresenta al meglio. Il nostro fine ultimo alla fine è vivere e far vivere sentimenti positivi, e i risultati confermano che ci stiamo riuscendo. Ci ho creduto davvero tanto, uno dei fattori vincenti è stata proprio la tenacia, perché non posso negare che ci siano stati momenti in cui eravamo molto sotto pressione, ci sono tutt’ora, per fare l’imprenditore ci vuole tanta determinazione e grande passione per il proprio lavoro, ma è emozionante e bellissimo, e rifarei tutto da capo.

 

- Quali sono le sfide di oggi per voi in questo periodo post Covid?

“Possiamo sì parlare di post Covid, penso sia una linea immaginaria che ha cambiato e cambierà il mondo. Il Covid ha messo alla prova anche noi, abbiamo registrato una leggera contrazione, ma siamo già ripartiti alla grande, tanto che la sfida più importante per noi oggi è gestire la crescita e l’organizzazione, gestire tutta l’azienda, le persone, i prodotti, i canali. Con la consapevolezza che l’unico modo per farlo è andando verso la sostenibilità, che è a tutti gli effetti un “must””.

 

- Guardare all’ambiente e alla sostenibilità, in che modo l’azienda è impegnata in questo?

“Bisogna lavorare in ambito di sostenibilità, sia ambientale che sociale. Ne siamo convinti, i prodotti che offriamo sono il risultato di una catena fatta di risorse ambientali e di persone, il cui rispetto è fondamentale. Ci abbiamo sempre creduto, e cerchiamo di fare la nostra parte per generare un cambiamento positivo. Abbiamo un impianto fotovoltaico che ci permette di essere energeticamente quasi autonomi, e la restante energia che compriamo viene da fonti rinnovabili. Sosteniamo progetti ambientali internazionali che contribuiscono a neutralizzare le emissioni di CO2 delle nostre attività (headquarter, negozi, produzione e distribuzione dei prodotti), e siamo di fatto un’azienda Carbon Neutral, a impatto zero. Stiamo sostituendo tutte le shopper dei negozi con borse in materiali compostabili o Green-pe, 100% riciclabile e derivato dalla lavorazione della canna da zucchero. Ci impegniamo a promuovere processi produttivi virtuosi fra tutti i nostri fornitori, perché vengano garantite e rispettate le migliori condizioni dei lavoratori.  Abbiamo una persona dedicata alla sostenibilità che guida tutti noi in questo percorso complesso, l’unico modo per crescere è questo. Chi non è sostenibile oggi non ha più senso di esistere”.

 

- Quali sono i prossimi obiettivi?

“Vogliamo essere più sostenibili possibile nel più breve tempo possibile. Ora abbiamo un piano per la revisione totale dei materiali che utilizziamo e di tutti i nostri packaging. Come dicevo, abbiamo dei fornitori certificati e stiamo anche cercando di aiutarli in questo percorso e a migliorare i processi con un piano di audit e di adeguamento agli standard internazionali. Siamo molto esigenti in questo, sia per quanto riguarda la qualità dei prodotti sia per quanto riguarda le normative, noi applichiamo sempre i criteri di produzione più rigorosi. Lavoriamo cercando di creare dei prodotti positivi da tutti i punti di vista, e questo non è possibile se non rispettano i criteri di sostenibilità. Abbiamo poi un progetto per le nostre persone, che renderà ancora più attrattivo lavorare da Legami. La diversificazione fa parte del nostro modello di business, e continueremo a esplorare tutte le nuove opportunità che si presenteranno. Oggi abbiamo 15 mondi Legami e più di 4000 prodotti, il mio progetto è aggiungerne molti altri, tutti quelli che possono aiutarci a trasmettere sentimenti positivi. Non ci poniamo limiti, perché ad oggi il nostro pubblico è prevalentemente femminile, ma noi vogliamo arrivare a raggiungere tutti, perché un oggetto Legami può regalare belle emozioni a chiunque, senza eccezioni.

 

- Altri punti di crescita?

“Stiamo lavorando a un obiettivo molto ambizioso, vogliamo portare Legami nel mercato statunitense nel 2022. Abbiamo poi un progetto già in corso per l’espansione nei paesi del Medio Oriente, con base a Dubai, grazie alla collaborazione con un partner locale importantissimo, una delle aziende retail più importanti al mondo, che ci sta supportando nell’apertura di circa 20 Shop-in-Shop. Puntiamo poi ad aprire alcuni punti vendita in franchising a partire dal 2022. La nostra vera sfida è però gestire la crescita. Il Covid ha creato un nuovo contesto estremamente complesso, ma allo stesso tempo fluido, aprendo anche opportunità enormi per le aziende più virtuose e innovative. Noi vogliamo inserirci lì, vogliamo cogliere tutte le opportunità, ma per farlo abbiamo bisogno di ottimizzare l’organizzazione e la gestione di Legami, continuando ad assumere talenti, e garantendo il continuo sviluppo di prodotto, che è il nostro vero punto di forza. Quello che sto cercando di fare è accompagnare l’azienda nella crescita facendo sì che tutte le persone che lavorano con me sentano di far parte di un progetto che non è solo il mio, ma è di tutti. È un viaggio estremamente impegnativo, ma anche appassionante e divertente! Penso che divertirci sia fondamentale per riuscire a sviluppare idee, prodotti e messaggi che riescano a trasmettere emozioni alle persone. Dobbiamo essere i primi a provare emozioni positive, se vogliamo essere in grado di trasmetterle al meglio.