Aumento bollette luce gas: tutto pianificato, altro che inatteso
Il preannunciato incremento delle bollette di gas e luce, è da ricercare non solo e non tanto solo nel costo delle materie prime, ma negli oneri di sistema
Il mercato energetico è stato oggetto di numerosi interventi legislativi, nel corso degli anni; si è passati progressivamente da un regime di monopolio ad un sistema di libero mercato (avviato, per come lo si conosce oggi, da una delle tante riforme del Governo guidato da Bersani).
Sia per il comparto elettrico che per quello del gas, si distinguono tre necessari momenti: (1) produzione, (2) trasmissione e (3) distribuzione.
Il fabbisogno energetico italiano è solo in parte alimentato da fonti primarie nazionali ed il costo delle materie prime è facilmente riconducibile alle oscillazioni del mercato internazionale.
Ci sono, tuttavia, costi variabili che, nell’uno e nell’altro caso, dipendono da fattori tutti nazionali, riconducibili in larga parte dai costi di trasmissione e distribuzione dai centri di produzione agli snodi di consumo. Il mantenimento, l’ampliamento e l’efficientamento della rete (del gas e dell’elettricità), ad esempio, giocano un ruolo determinante, anche se non sono resi immediatamente evidenti nella fattura dell’utilizzatore finale. Anche il trasporto ha un costo che, invece, viene esplicitato.
Numerosi sono i soggetti interessati. L’Enea, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile è un ente di diritto pubblico. Terna S.p.A., costola di Enel, un tempo monopolista, nel comparto elettrico, gestisce la rete nazionale. Ci sono, poi, tutte le imprese di distribuzione, che operano a livello locale, o che si diramano in lungo o in largo per lo stivale.
Una componente rilevante (in taluni casi dominante) delle “bollette” della luce prende il nome di “oneri di sistema”. Generica voce all’interno della quale – per come si legge nel portale dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), che la regola – trovano luogo i costi di variegate attività di interesse generale che gravano su tutti i clienti finali. Si passa dalla messa in sicurezza dei dismessi impianti nucleari alle misure di compensazione territoriale per transitare agli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate, ecc. In sintesi, paga la collettività, l’iniziativa scellerata di incentivare (con generose tariffe), l’installazione di impianti (fotovoltaici, eolici ed idrici). I fruitori dei primi conti energia (producendo surplus energetici mal tollerati da una insufficiente rete) ancora godono dei benefici erogati del GSE.
Con qualche distinzione, in ordine alla distribuzione, valgono le precedenti considerazioni anche per la rete di distribuzione del gas. Gli oneri di sistema, in questo caso, assolvono a differenti esigenze perequative; si passa dal bonus gas alla realizzazione di progetti di risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore del gas e a sostegno della realizzazione delle reti di teleriscaldamento; a compensazione dei costi di commercializzazione della vendita al dettaglio, per poi attivare quei meccanismi di recupero degli oneri morosità nei servizi ultima istanza.
Per la fornitura si contendono lo spazio in alternativa al servizio di maggior tutela, oramai al tramonto, le differenti imprese del libero mercato.
Il preannunciato incremento delle bollette di gas e luce, è da ricercare non solo e non tanto solo, come s’è detto, nel costo delle materie prime, ma negli oneri di sistema. Oltre a quanto elencato poc’anzi, ivi rientrano i costi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che impone di trovare soluzioni rapide ed efficaci per raggiungere gli obiettivi di decarbonizazione.
La reazione delle opposizioni ha indotto misure correttive che andranno ad impattare sui pianificati (e non inattesi) aumenti, solo per determinate categorie di utilizzatori (o meglio consumatori), ma non tutti.
Di Andrea Migliavacca.