Alkemy, Zoggia: “La Brand Experience dà voce al brand e consente di parlare ai clienti in maniera diretta”
Il Managing Director Brand Experience dell’azienda presenta a Il Giornale d’Italia la nuova linea di business
Oscar Zoggia, Managing Director Brand Experience di Alkemy presenta a Il Giornale d’Italia la nuova offerta “Brand Experience”, un modello che “ha l’obiettivo di anticipare le future modalità di interazione tra i brand e le persone”. La società, leader nel settore della trasformazione digitale in Italia, da tempo ha fatto dell’innovazione e della creatività dei punti fermi del suo lavoro nel settore. Proprio oggi che tutti i brand vivono un contesto di mercato sempre nuovo e pieno di sfide, la company ha pensato e la nuova offerta, fondata sull’aggregazione di discipline diverse fra loro, integrate all’interno di una filiera end-to-end e che ha già raccolto numerosi risultati tra i clienti.
Alkemy, Zoggia: “La Brand Experience dà voce al brand e lo fa parlare con i clienti in maniera diretta”
“Stiamo lanciando questa nuova linea di business che si chiama “Brand Experience”, che di nuovo ha tante cose, - spiega Oscar Zoggia, Managing Director Brand Experience di Alkemy a Il Giornale d'Italia- è la somma di tre elementi fantastici: brand storytelling, design and development che racchiude tutto il mondo di service design e front-end development, inteso come siti web e sviluppo di app mobile e infine la terza gamba è una vera propria casa di produzione. La somma di questi tre elementi fa nascere un modo diverso di quello che noi chiamiamo “alchimia”. Ci presentiamo ai clienti portando quella che è la nostra Alkemy experience verso di loro, cambiando proprio il modello di lavoro, mettendo al centro lo human-centered design sul quale noi adattiamo di volta in volta quello che serve al nostro cliente. Quindi semplifichiamo la vita al nostro cliente in maniera molto semplice".
"Il direttore marketing che prima aveva un’esigenza del come comunicare sui social, in tv, cosa fare del sito, come sviluppare l’app, si appoggia ad Alkemy, disegniamo il suo servizio non per lui ma per i suoi clienti e su questo andiamo ad accendere di volta in volta le cose necessarie, ma la regia e il modo di lavoro è uno solo e si chiama “Brand Experience”, che non è solo uno scioglilingua, ma per la prima volta Alkemy ha fatto una cosa diversa dal solito, ha preso l’alchimia tipicamente interna andando sui clienti. Quindi abbiamo preso l’alchimia dei nostri clienti, abbiamo visto cosa funzionava da loro e l’abbiamo internalizzata come modello e su questo abbiamo costruito l’offerta. Abbiamo cambiato un po’ il modello classico che esiste delle agenzie, prendendo cosa funzionava e mettendolo dentro Alkemy, erogandolo ai nuovi clienti, mischiando non solo talenti e competenze ma anche i clienti".
"Noi prendiamo clienti che fanno prodotti e li mettiamo nel modo dei servizi, prendiamo esperienze fatte nel modo dei servizi e le tramutiamo e le evolviamo all’interno di clienti che fanno prodotti. Quindi - continua Zoggia - Brand Experience dà voce al brand e lo fa parlare molto di più con i loro clienti, in maniera diretta e nativa. Gli obiettivi sono semplici, il principale è quello di far crescere in modalità organica Alkemy e far diventare Brand Experience non solo un tassello dell’offerta di Alkemy, ma un entry point per aprire altre cose di Alkemy. Ad esempio quando noi parliamo di Brand Experience parliamo anche di dati, vado da un cliente e creo quello che noi chiamiamo una marketing value app, con la Brand Experience definisco cosa serve a quel cliente e cosa deve monitorare, poi con il nostro mondo Big data analytics, aggiungiamo quello che il cliente vuole, cioè misurare il valore del brand, non solo in termini qualitativi ma in termini molto quantitativi. Capire quanto valore porta ogni euro speso in comunicazione o sul sito, alla fine ad un cliente, in termini di customer after in value. Questa è la classica cosa che stiamo provando a fare con la Brand Experience, molto spesso è più facile entrare nel mondo della comunicazione parlando di queste cose perché di solito il nostro interlocutore è il capo della comunicazione, che capisce molto bene le campagne, diversamente da un uomo di business che capisce più di dati, chi si occupa di comunicazione ti dice se le cose piaccio o no. Noi stiamo facendo una cosa molto diversa, non solo seguiamo questo “mi piace” e “non mi piace”, ma lo facciamo in maniera ingegneristica e scientifica, mettendoci non solo la creatività, punto fondamentale della nostra offerta, ma anche tutto quello che viene dopo, quindi misurare quella creatività e dare un valore vero".
"Due casi esemplificativi e molto diversi che fanno capire questa Alkemy Experience e questa Brand Experience che portiamo ai nostri clienti-continua il Managing Director Brand Experience di Alkemy. Una riguarda una multinazionale italiana che si chiama Barilla, per loro abbiamo fatto recentemente un caso, applicando quest’approccio, abbiamo definito le persone e la tipologia dei clienti di Barilla, in tutti i vari brand che ha, abbiamo creato questa realtà nel core business e cioè la pasta di Barilla e su questo abbiamo stabilito un percorso da fare sulla tipologia di clienti individuata. Ultima nata di questa attività si chiama CareBonara. Non tutti sanno che il carbonara day nasce da una cosa molto semplice, un cuoco francese qualche anno fa ha creato il Carbonara gate, non funzionava, ha fatto una ricetta sbagliata e Barilla ha risposto dicendo: “facciamo la ricetta esatta”. Da lì abbiamo pensato che ci fosse un modo per comunicare meglio con i nostri clienti di Barilla e da quel momento abbiamo fatto insieme un percorso e a differenza del classico modo di comunicazione, abbiamo creato un film di 10 minuti e mezzo postato sui social, con un budget media tipicamente inferiore alle classiche campagne pubblicitarie di Barilla in televisione, ma che aveva uno scopo, creare uno storytellig dietro alla Carbonara, per spingere il valore del brand Barilla, ma anche aiutare le persone, da qui il termine “CareBonara”, quindi aiuto in inglese. La Carbonara infatti nella leggenda nasce proprio come un aiuto dei soldati americani verso gli italiani, quindi da lì nasce tutto. Questa è una classica campagna che abbiamo costruito con il modello di Brand Experience dove abbiamo fatto molte cose, l’immagine, la landing page, parte del sito internet, per creare dietro un modello che avesse dei ritorni, alla fine questo video ha fatto 20 milioni di visualizzazioni al mondo su YouTube".
"Un altro caso a cui tengo molto è quello dell’Inter, con loro abbiamo un modello di partnership vera e propria, non siamo la loro agenzia ma siamo il partner dell’Inter, con loro lavoriamo e abbiamo costruito un modello che fa una cosa molto bella: cresce l’Inter cresce Alkemy. Con loro abbiamo fatto una startup di concetto che si chiama Inter Media House, abbiamo coniato con loro una macchina del contenuto. Loro erano un’azienda che faceva sport e ora grazie a questo, è diventata un’azienda che fa entertainment, costruendo un nuovo modello con loro a quattro mani, aggiungendo piano piano risorse. Le nostre hanno travasato competenza nel progetto e alcune nostre persone sono andate a lavorare per l’Inter. Loro hanno acquisito know-how e noi di volta in volta abbiamo preso pezzi di valore in più, quindi alzavamo l’asticella insieme. Prima non esisteva il contenuto oggi penso che la seconda lending business oltre allo sport, sia proprio il contenuto che creiamo sullo sport, che trova un’audience diverso, è diventato un brand internazionale che punta a generazioni diverse, non solo il solito fan di calcio, ma dietro si porta tutta una serie di attività che vanno verso la generazione Z quindi i giovani, piuttosto che oltre confine, i mercati oggi importanti per loro sono Cina e Stati Uniti".
"Tutto questo nasce da una strategia definita tra la Media House, l’Inter come società e Alkemy, una cosa fatta a tre con questo modello di Brand Experience. Abbiamo trasferito un po’ del nostro modello verso di loro e viceversa noi abbiamo acquisito da loro la capacità di comprendere quello che è il mondo dello sport e cerchiamo di evolverlo. Con l’Inter facciamo tantissime cose, dalle campagne del calciomercato, all’ultima che è IM Scudetto, Inter Milano è il loro pay off, il nuovo logo, dietro questo abbiamo costruito un modello semplicissimo e veloce con la parola “scudetto”, che ha previsto delle cose anche fisiche. Ad esempio all’interno della Gazzetta dello Sport la pagina centrale si poteva staccare e utilizzare come bandiera, perché ci siamo resi conto che le bandiere dell’Inter era un po’ che non si vendevano, che scopo aveva questo: conversion, creare bandiere che poi si comprano, adesso infatti le hanno vendute ovunque e sono esaurite su Amazon. Abbiamo fatto una campagna che faceva parlare direttamente un prodotto, - conclude Oscar Zoggia - comprare la bandiera per far riconoscere il concetto di italianità da una parte e di brand Inter fuori, nel mondo.”