Contro l'omofobia. Anche il mondo degli affari e della finanza è contro l'omofobia. Sabato 8 maggio manifestazione a Milano

La manifestazione anticipa la Giornata internazionale contro l'omofobia che si celebra il 17 maggio di ogni anno

Contro l'omofobia. Si discute finalmente in Senato il DDL Zan?

Contro l'omofobia. Nel 2013 il Financial Times pubblicava la classifica dei dirigenti Lgtb, ovvero Lesbiche Gay Bisessuali Transgender, più capaci. Al numero uno del ranking c’era Antonio Simoes, tuttora ai vertici del Banco Santander in Europa. Al secondo posto una donna, Beth Brooke, vicepresidente di EY, il notissimo network mondiale di servizi professionali di consulenza direzionale. Nessuna persona di nazionalità italiana però faceva parte di questa classifica. In quell'occasione il quotidiano La Repubblica ricordava che se negli Stati Uniti quasi tutte le maggiori aziende avevano già adottato misure per proteggere gay e transgender, in Giappone essere apertamente gay rimaneva un tabù e in India otto persone su dieci non se la sentivano di dichiararsi gay per timore di bullismo e discriminazioni.

Contro l'omofobia. La manifestazione a Milano l'8 maggio

Ad anticipare il significato profondo della Giornata internazionale contro l'omofobia che si celebra il 17 maggio di ogni anno, i fautori della politica favorevole all'approvazione del DDL Zan si riuniscono a Milano sabato 8 maggio alle ore 15, all'Arco della della Pace, per manifestare contro l'omolesbobitransfobia, la misoginia e l'abilismo. Aderiscono decine di associazioni locali e nazionali.

La ricerca McKinsey

Poco prima che esplodesse la pandemia McKinsey ha pubblicato il suo terzo rapporto a proposito dell'“executive diversity” nel mondo del business, dopo Why diversity matter (2015) e Delivering through diversity (2018). Non solo i dati confermano che nel mondo del business l'accettazione della diversità rimane elevata, ma anche che la sua presenza nei team esecutivi e la probabilità che possa creare una sovraperformance finanziaria si è rafforzata nel tempo. Questi risultati emergono da un campione di dati estremamente vasto, che comprende 15 Paesi e oltre 1.000 grandi aziende.

La finanza quotidiana nel mondo LGBT

Gran parte del progresso dei diritti LGBT si è verificato negli ultimi 50 anni, il che significa che i membri di queste comunità stanno ancora imparando come affrontare finanziariamente le sfide specifiche che devono affrontare. Secondo una ricerca svolta negli USA in media i membri delle comunità LGBT hanno risparmiato meno per la pensione e trascinano mediamente 16.000 dollari in più di debiti per prestiti studenteschi rispetto ai loro coetanei eterosessuali; la pianificazione familiare per le persone LGBTQ può creare difficoltà che portano a migliaia di dollari di costi aggiuntivi.

I pensionati LGBT possono avere meno risparmi per la pensione e per entrare in comunità che accettano il loro orientamento sessuale incontrano costi superiori alla media. Altro elemento riscontrato dalla ricerca è al disparità di reddito: alcuni segmenti della popolazione sono favoriti rispetto ad altri, ma la comunità LGBT difficilmente ne fa parte. La disparità di reddito connessa alla discriminazione influisce anche su una varietà di aree di valutazione legate al lavoro, tra cui produttività, soddisfazione sul lavoro, opportunità di scelta delle mansioni, oltre ad altri aspetti legati alla salute e alle condizioni di lavoro in generale.

Il caso Philipp Plein negli USA

Non sono passati molti giorni da quando lo stilista Philipp Plein, già in passato sospettato di omofobia sul posto di lavoro, è finito di nuovo in tribunale a New York, questa volta per l'accusa di aver apertamente discriminato i dipendenti gay. La citazione arriva solo pochi mesi dopo che Plein ha perso una causa per uso non regolare del marchio Ferrari, facendo intuire che il suo modo di interagire con gli altri sia dettato da una visione del mondo del tutto egoriferita e poco rispettosa dei diritti altrui. Questa volta un suo dipendente, Amro Alsoleibi, afferma che Plein ha fatto continui commenti sul posto di lavoro, descrivendo in generale le cose che non gli piacevano come "troppo gay", o indicando esplicitamente ai responsabili della sua catena di negozi di "non assumere gay". Ma non basta: in un'occasione specifica ha ripreso Alsoleibi, dicendogli "smetti di muovere i fianchi come un gay". Questo tipo di sopruso sul luogo di lavoro, al di là della causa intentata da Alsoleibi, che abbiamo portato solo come esempio, non può più esistere nel terzo millennio.

La carta dei diritti UE

L’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che fa parte del capitolo “Uguaglianza” , vieta la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale. Ma la recente relazione della FRA (Fundamental Right Agency europea) su "Omofobia, transfobia e discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere" rivela come le persone LGBT nell’Unione europea debbano ancora affrontare pesanti problematiche di fondo: silenzio e non visibilità, attacchi violenti e disparità di trattamento, per esempio sul posto di lavoro, o nel siglare un contratto di affitto, ecc. e difficoltà perfino quando si spostano all’interno dell’Unione europea.

La situazione in Italia. Si discute finalmente in Senato il DDL Zan?

Il Disegno Di Legge presentato da Alessandro Zan, politico e attivista LGBT noto soprattutto per aver promosso ed ottenuto il primo registro anagrafico italiano delle coppie di fatto, ha come obiettivo di contrastare l'omolesbobitransfobia, la misoginia e l'abilismo, ovvero la discriminazione nei confronti delle persone disabili.
Approvato alla Camera il 4 novembre 2020, il disegno di legge è però fermo da mesi in Senato, ostaggio di un ostruzionismo che dovremmo definire insopportabile. Oggi la Commissione Giustizia del Senato sta cercando di sciogliere almeno il nodo del testo base da approvare.
Nel nostro ordinamento giuridico non esiste una specifica aggravante per i casi decritti nel DDL Zan. Chi è contrario ad approvare il decreto invece sostiene semplicemente che questo tipo di crimini sarebbero già compresi nell’articolo 61 del codice penale come circostanze aggravanti applicabili a qualsiasi reato (aver agito per motivi abietti o futili) e quindi non approva alcunché di nuovo.
La Corte di Cassazione ha specificato il significato di "abietto e futile" facendo riferimento alla perversità, per il primo, e alla sproporzione, per il secondo, ma per i fautori dell'approvazione del DDL Zan i motivi che stanno alla base dell’omotransfobia nascono da un odio puntuale, orientato e sostenuto da un certo pensiero: non colpiscono una persona per ciò che fa, ma per ciò che è, esattamente come il razzismo. Alessandro Zan chiede una protezione esplicita dello Stato per chi è vittima di questo tipo di crimini, allineando l'Italia ai Paesi europei più illuminati.

Il "Partito Gay per i diritti LGBT+"

Pare che il prossimo ottobre a Milano, per il rinnovo del Consiglio comunale, si presenterà una nuova lista, il "Partito Gay per i diritti LGBT+" dedicato alla tutela dei diritti degli omosessuali. ILo slogan è: "Solidale Ambientalista Liberale". "Le persone Lgbt non vogliono più delegare le loro istanze a terzi" ha dichiarato Mauro Festa avvocato quaranteseienne referente a Milano per il nuovo partito. Non tutti ritengono utile però creare partiti così settoriali: "Mi spaventa l’idea di ragionare a compartimenti stagni" ha commentato ad esempio al Corriere della Sera Luca Paladini, fondatore e portavoce del movimento I Sentinelli di Milano. Ma c'è di positivo che qualcosa si muove, e questo è certamente un passo avanti.