Le nuove frontiere del private capital, Gorno Tempini (CDP) : “Sostenere le imprese”
Nel contesto sempre più sfidante aggravato dalla pandemia, qual'è il futuro delle imprese italiane? Al via il Convegno annuale AIFI
Recovery e Private Capital: al via il convegno annuale AIFI in collaborazione con KPMG
Il convegno annuale AIFI, in collaborazione con KPMG, quest’anno ha affrontato il tema del “Recovery e private capital”. Renato Carli, Assolombarda, ha aperto i lavori con un saluto iniziale per poi passare la parola al video messaggio di Giovanni Gorno Tempini, Cdp. Il convegno è proseguito poi con gli interventi di Innocenzo Cipolletta e Anna Gervasoni, AIFI, Paolo Mascaretti, Kpmg, Franco Bassanini, Astrid, Maria Bianca Farina, FeBAF, Corrado Passera, illimity, Claudio Calabi, Italtel, che hanno approfondito il tema delle nuove frontiere del private capital, il ruolo delle infrastrutture e la ricapitalizzazione e la ristrutturazione delle imprese.
Il tema dell’evento è stato scelto per la delicata fase che sta attraversando l’economia del Paese. Alcuni segnali fanno ben sperare sulla ripartenza, come, ad esempio, la produttività per ore lavorate, in cui si è verificata una leggera ripresa. Tuttavia, le imprese italiane oggi sono largamente indebitate. Per questo motivo nella fase del “Recovery” dove interverranno anche le risorse europee a supporto della nostra economia, un ruolo importante potrebbe essere esercitato dalla finanza alternativa, il private capital, che può convogliare il risparmio, privato e istituzionale, verso le Pmi. Altro grande tema al centro del dibattito è stato il comparto delle infrastrutture, in crescita e sempre più determinante per la ripartenza e la internazionalizzazione delle nostre aziende.
“Servono misure ad hoc per il rilancio delle imprese”, dichiara Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI, “Abbiamo bisogno di incrementare la raccolta di risorse sul mercato attraverso un fondo di fondi che possa poi a sua volta dirigere i capitali sui soggetti investitori nell’economia reale, serve estendere la moratoria sui debiti aiutando anche l’accesso alla finanza alternativa, occorre allungare i termini per la crisi di impresa per permettere così alle aziende di avere il tempo necessario per riprendere l’attività e infine occorre investire nel comparto delle infrastrutture a beneficio non solo dei singoli ma anche delle attività imprenditoriali”.
Quali sono le sfide dei prossimi anni? Giovanni Gorno Tempini, Presidente Cassa Depositi e Prestiti: “Sostenere il tessuto delle imprese con nuovi investimenti”
“A un anno dallo scoppio della pandemia, i mercati si trovano in una situazione straordinaria, non convenzionale”, ha affermato in un video messaggio il Presidente di Cassa Depositi e Presiti Giovanni Gorno Tempini. Con un livello di inflazione estremamente basso, con tassi negativi, ancorché con primi segnali legati a possibili mutamenti del quadro monetario come è avvenuto nel mercato americano, una consistenza di liquidità senza precedenti che in Italia ha raggiunto l’ammontare di depositi da clientela a più di 1700 miliardi di euro. In questo contesto, il sistema delle imprese sta vivendo una fase particolarmente difficile, complessa. Alcune aziende hanno saputo reagire, altre si trovano in una situazione di maggiore e oggettiva difficoltà. Ciò che a me pare chiaro ed evidente è che pensare di uscire dalla crisi e riagganciare la ripresa allo stesso modo in cui si era prima dell’inizio della crisi stessa è un errore che può rivelarsi fatale. Usciremo dalla crisi in modo diverso, agendo in modo diverso. Il tessuto delle imprese va sostenuto con nuovi investimenti per favorire innovazione, crescita dimensionale, internazionalizzazione, con focus su digitalizzazione e sostenibilità.
Si aprono nuove opportunità per integrare l’offerta di capitale sia di credito che di rischio con strumenti alternativi sia di capitale che di debito diversificando la dipendenza delle nostre aziende da fonti di finanziamento solo bancarie o di mercato. Il mercato del private capital assume quindi un ruolo ancor più importante per canalizzare l’abbondante liquidità verso l’economia reale, contribuendo alla crescita del Paese e aiutando anche gli investitori a migliorare le proprie perfomance in ambito di rendimento.
Dove si colloca CDP in questo contesto? CDP per sua natura di investitore paziente e di lungo periodo da tempo è impegnata nello sviluppo del mercato del private equity. Non da sola, ovviamente, ma coinvolgendo altri investitori, identificando opportunità di investimento per assicurare ritorni interessanti, favorire la crescita del Paese e rafforzare l’industria del private capital nel suo insieme.
Cdp ha un committment di circa 9 miliardi in fondi alternativi, che grazie alle quote sottoscritte da altri investitori raggiungono una potenza di fuoco complessiva superiore ai 25. L’obiettivo di Cassa è sì, investire direttamente. Ma direi soprattutto è anche quello di sviluppare fondi di fondi che consentano una mobilitazione di risorse più ampia e rapida per supportare percorsi di crescita sostenibile ed equilibrata, nonché la nascita e lo sviluppo di nuovi gestori e operatori nel mercato del capitale”, conclude.
Convegno annuale AIFI, sostenere l'economia italiana attraverso investimenti dedicati al capitale per lo sviluppo e al rilancio aziendale
Nella mattinata si è inoltre discusso della necessità di un maggiore impegno verso gli investimenti dedicati al capitale per lo sviluppo e al rilancio aziendale. Questi avranno infatti un ruolo sempre maggiore in un momento storico economico come quello che stiamo attraversando. Se si pensa alle necessità di ricapitalizzazione e di ristrutturazione del debito che le imprese manifesteranno nei prossimi anni ci si rende conto di quanto sia imprescindibile la presenza di tali operatori sul mercato nostrano.
L’evento ha permesso di presentare un report di KPMG sui recenti trend sul fronte degli investimenti dei private equity in Italia e nel mondo, con un particolare focus sugli investimenti per favorire la transizione green e quella al digitale delle aziende. Secondo gli esperti KPMG i fondi giocheranno un ruolo di primo piano nella ripresa del mercato M&A, immettendo nel sistema economico una quota consistente della liquidità disponibile anche per favorire processi di ristrutturazione aziendale.
Per Paolo Mascaretti Partner KPMG, Head of Private Equity “I Private Equity in questa fase sono anche chiamati a dare un contributo alla crescita culturale e manageriale delle aziende italiane soprattutto sui temi ESG e della transizione green, due temi sempre più strategici per competere sul mercato dei capitali”