Tari, Confcommercio: "Tasse sui rifiuti aumentate nonostante le chiusure"
Ennesimo schiaffo alle attività commerciali che nonostante la chiusura, nel 2020 hanno dovuto pagare più tasse sui rifiuti che l'hanno precedente. Un aumento costante quello delle tariffe tari: 80% in più in 10 anni
Non sono bastate le chiusure anche quando non indispensabili, né gli aiuti economici in ritardo e con il contagocce, neppure le tasse chieste senza sconti, comprese di anticipi, dopo la prima ondata di pandemia. Con la classe dei commercianti “alla canna del gas” (purtroppo non solo un modo di dire, visto che sono più d’uno i casi di suicidi causa crisi economica derivante dal covid), ci sono da pagare le utenze, non solo quelle del gas e della luce ma, anche, quelle dei rifiuti. Se per le prime due si sarebbe potuto pensare ad eliminare tutti i costi fissi legati ai loro pagamenti (tasse, spese di trasporto ecc.) permettendo così di saldare solo le spese vive, la seconda poteva essere addirittura eliminata, per lo meno per i mesi di chiusura. Ed, invece, no. I commercianti, cornuti e mazziati, non riceveranno un solo euro di sconto, anzi, pagheranno di più. A denunciarlo Confcommercio, tramite il suo Osservatorio Tasse Locali. I numeri dicono che, nonostante il blocco delle attività causa le chiusure covid, ed il conseguente calo della produzione dei rifiuti (penna alla mano oltre 5milioni in meno rispetto al 2019), il costo delle tasse ad essi legate, nel 2020, ha raggiunto la cifra record di 9,73 miliardi. Un incremento dell’80% in soli 10 anni. Altro che aiuti, ai commercianti costretti alle chiusure non viene fatto neanche uno sconto e le “mancette” per pulirsi la coscienza servono a poco. Era così con l’avvocato del popolo Giuseppe Conte, non è cambiato molto con il “salvatore” Mario Draghi. Intanto l’associazione che raccoglie i dati a livello nazionale denuncia, come riportato dall’Ansa, una situazione ormai divenuta intollerabile. “Un vero e proprio paradosso che penalizza ulteriormente le imprese del terziario, con costi ancora troppo alti e sproporzionati a fronte dei quali non corrisponde un'efficiente gestione dei servizi resi dagli enti locali. Le imprese del terziario sono di fronte ad una situazione estrema: sostegni del tutto insufficienti e prospettive di riaprire un miraggio”. Questo la drammatica fotografia ma, per ora, il Governo indifferentemente proroga le misure fino a fine aprile, invece di pensare alle aperture in sicurezza. Intanto il tempo stringe ed i commercianti, trattati come untori, saranno sempre meno a riaprire i battenti.