Lavoro: 9,4 milioni di italiani hanno paura di perdere l'occupazione

Dal Rapporto Censis sono molti i lavoratori a temere per il proprio futuro. Più ottimiste le classi dirigenziali che guardano con fiducia alla ripresa.

La fiducia dei lavoratori nel loro futuro è sempre meno: sono 9,4 gli occupati del settore privato preoccupati per il proseguimento delle proprie attività. I dati riportati nel IV Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon e con il contributo di Credem, Edison e Michelin raccontano di un mondo dei lavoratori del settore privato preoccupato per la sorte delle proprie attività. In particolare 4,6 milioni temono di andare incontro a una riduzione del reddito, 4,5 milioni prevedono di dover lavorare più di prima, 4,4 milioni hanno paura di perdere il posto e di ritrovarsi disoccupati, 3,6 milioni di essere costretti a cambiare lavoro. Gli operai spaventati sono 3 su 4. Del resto, nonostante il blocco dei licenziamenti stabilito per decreto, nel 2020 sono ben  393.000 i contratti a termine non rinnovati.

Sullo smartworking e sulla sua utilità anche nel futuro senza pandemia i lavoratori si dividono tra favorevoli e non. I dati dicono che  il 31,6% dei lavoratori ha sperimentato il lavoro da remoto: il 51,5% dei dirigenti, il 34,3% degli impiegati e il 12,3% degli operai. Il 52,4% degli smartworker lo apprezza e vorrebbe che restasse anche in futuro, invece il 64,4% di chi lavora in presenza lo teme. Per il 37% degli smartworker il proprio lavoro è rimasto lo stesso di prima, per il 35,5% è peggiorato, per il 27,5% è migliorato. Per 4 lavoratori su 10 il lavoro da casa genera nuove disuguaglianze e divisioni in azienda.

La nota positiva del rapporto è che l’87% delle aziende è ottimista nei confronti della ripresa: se impiegati ed operai sono spaventati non così i responsabili ed i dirigenti aziendali. Il dopo sarà caratterizzato dalla corsa al recupero di fatturato e quote di mercato (76%) e dalla sfida della transizione digitale (36,2%). L’ottimismo delle aziende colpisce, visto che ben il 68,7% di esse ha registrato perdite di fatturato dopo il lockdown della scorsa primavera. Nonostante le straordinarie difficoltà, per il 62,2%