Masi agricola: nel 2020 ricavi netti 51,7 mln euro (64,9 mln di euro nel 2019)
Sandro Boscaini: "Il bilancio oggi approvato restituisce l’immagine di un esercizio complicato dalla pandemia"
Si è riunito oggi il Consiglio di Amministrazione di Masi Agricola S.p.A., società quotata su AIM Italia e tra i leader italiani nella produzione di vini premium, che ha approvato il progetto di bilancio e il bilancio consolidato dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2020.
Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola, ha dichiarato: «Il bilancio oggi approvato restituisce l’immagine di un esercizio complicato dalla pandemia, con impatti particolarmente pesanti sui ricavi correlati alla limitazione di viaggi e turismo. Al contempo abbiamo avuto evidenzia che, quando l’horeca ha avuto la possibilità di operare, il nostro business ha reagito immediatamente, grazie anche alla forza del nostro marchio. Sperimentiamo tutti un nuovo modo di lavorare, in cui occorre abbinare con sempre più attenzione e coerenza la strategia di lungo periodo e la tattica di breve: lo scenario è imprevedibile e induce cambiamenti che in parte stanno diventando strutturali, soprattutto a livello distributivo. La nostra risposta è una maggiore attenzione all’utilizzo coordinato di tutti i canali e alla segmentazione di gamma».
L’emergenza epidemiologica da COVID-19 (c.d. “Coronavirus”) e le connesse misure di contenimento del contagio poste in essere nei diversi Paesi del mondo hanno ovviamente impattato in misura determinante sul business del Gruppo e su diversi anelli della catena del valore aziendale nel 2020. In particolare, analizzando il trend dei ricavi a livello geografico si evince un’evidente correlazione con l’espansione, prima in Italia e a seguire in altri Paesi del mondo occidentale, del Coronavirus e delle conseguenti misure di distanziamento sociale e chiusura o limitazione di molte attività economiche, e in particolare del settore dell’horeca, canale distributivo prevalente per la Società (altrimenti detto “ontrade”). Tali misure sono state introdotte in Europa nel mese di marzo a partire dall’Italia, fino alla primavera avanzata, per essere poi mitigate o revocate al termine della c.d. “Fase 1” epidemiologica ed essere successivamente ripristinate in autunno, a intensità variabile a seconda dei Paesi. A tutt’oggi risultano in essere misure di limitazione praticamente in tutti i Paesi europei. Lo stesso dicasi per il Canada, il Paese più rilevante per il business della Società, mentre negli Stati Uniti si registra una situazione spuria. D’altronde la riapertura del canale horeca, quando è avvenuta, non ha ricompreso l’intera popolazione di punti distributivi pre-Covid, in quanto molti ristoranti non hanno riaperto e ancor più significative sono risultate le mancate riaperture nel comparto dell’hotellerie. Le grandi città, collegate al turismo leisure o di business, soffrono ancora un drammatico calo di presenze. La necessità di adottare stringenti misure di profilassi limita infine le possibilità di lavorare a breakeven per chi ha riaperto, compresi i punti di distribuzione gestiti direttamente dal Gruppo nell’ambito della Masi Wine Experience. Il canale del Travel Retail, storicamente molto volumetrico per la nostra Società, ha sofferto il sostanziale azzeramento dei viaggi. Il c.d. off trade, rappresentato per il Gruppo Masi dai monopoli di distribuzione e (in misura molto inferiore) dalla Grande Distribuzione Organizzata, ha mantenuto la sua operatività mitigando il décalage dei ricavi complessivi. Lo stesso dicasi per l’online: è indubbiamente un canale del futuro, ha conseguito incrementi di grande significatività percentuale, ma in numeri assoluti resta il fatto che la nostra struttura distributiva si fonda prevalentemente sull’horeca, come quella di tutti i produttori di vini a marchio premium. Tutto ciò si è verificato in concomitanza, tra l’altro, con l’avvio di due nuovi accordi di distribuzione in mercati strategici quali Germania e USA, entrambi iniziati nel primo semestre 2020 in condizioni di mercato tutt’altro che ricettive. Nell’esercizio di bilancio l’operatività della Società è proseguita (in quanto non soggetta all’obbligo di sospensione previsto dalla normativa d’urgenza), sia nel vigneto che in cantina, applicando le misure di profilassi legalmente prescritte. Abbiamo mantenuto la priorità di perseguire la stabilità economica e gestionale, ma rapportandola ai volumi di attività ridotti e difendendo l’occupazione. Conseguentemente, oltre ad aver messo in essere forme di tutela come lo smart working e l’orario continuato in aiuto dei dipendenti con responsabilità genitoriali, la Società e le controllate hanno attivato gli ammortizzatori sociali in deroga concessi dal Governo con causale “Emergenza COVID19” per il più ampio periodo consentito. Inoltre, la Società ha aperto nuove polizze sanitarie assicurative in favore dei dipendenti, integrative di quelle già in essere, per offrire un supporto concreto in caso di infezione diagnosticata, per il recupero della salute e la gestione del periodo di emergenza. Non risulta possibile a oggi stimare con sufficiente attendibilità l’impatto che l’emergenza da Coronavirus potrà avere sull’andamento delle attività della Società e sulla sua situazione economica, patrimoniale e finanziaria: non è infatti prevedibile quando potrà terminare nei vari Paesi la fase di contenimento del contagio, né soprattutto è delineabile l’effetto che la stessa produrrà ex post in termini di stile di vita e relazioni sociali. Il fenomeno verrà costantemente monitorato nella sua evoluzione e considerato ai fini dell’implementazione delle conseguenti azioni gestionali. Sulla base delle previsioni formulabili oggi, comunque, l’inevitabile perdurare delle limitazioni anti-contagio, unitamente all’elevato livello di incertezza che si sta radicando anche nell’attitudine al consumo, influenzerà i nostri risultati economico-finanziari anche nell’esercizio 2021. Il management ha intrapreso una molteplicità di azioni difensive, tra cui il rinvio o il dilazionamento di alcuni investimenti ad elevato assorbimento di cassa, continuando invece a lavorare sui progetti di sviluppo cruciali per il rafforzamento del marchio. Nell’obiettivo di sostenere la solidità patrimoniale della Società va vista anche la decisione del Consiglio di Amministrazione in data 26 marzo 2020 di proporre all’Assemblea di riportare interamente a nuovo l’utile dell’esercizio 2019, pari a euro 5.159.352, modificando la precedente proposta, che invece prevedeva la distribuzione di dividendi per totali euro 2.250.580,92.
Il Consiglio di Amministrazione, peraltro, ha deliberato di proporre all’Assemblea di riportare interamente a nuovo anche l’utile del 2020. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre analizzato gli impatti dei predetti accadimenti su: − strategia della Società; − target dei progetti di sviluppo; − sistema fonti-impieghi aziendale ai fini della continuità; − assetto organizzativo. L’analisi fondamentale, escludendo le fonti di volatilità di natura non fondamentale, è stata svolta attraverso la verifica di tre profili: a) esposizione del Gruppo alla crisi nei prossimi 12-24 mesi; b) vulnerabilità, ovvero la capacità dell’azienda di resistere alle tensioni nei prossimi 12-24 mesi; c) resilienza, cioè la possibilità di mantenere la capacità di reddito nel medio/lungo termine, derivante dall’implementazione dei progetti di sviluppo strategico. Lo scenario emergente attesta che la crisi da Coronavirus non richiede nel medio-lungo termine una revisione dei target strategici aziendali, ma rende altresì necessario attivare un’attenta gestione delle evidenze insorgenti e del conseguente inevitabile abbassamento degli obiettivi di breve. A tal fine va sottolineato che la solidità patrimoniale della Società fornisce un elevato standing finanziario a supporto delle esigenze operative e dei programmi di sviluppo: riteniamo pertanto che la continuità aziendale sia ampiamente garantita, sia in termini di presidio distributivo dei Paesi e canali in cui lavoriamo, sia nella capacità di organizzazione e gestione del business. Anche in quest’ottica, e in ogni caso a titolo cautelativo, va vista la strategia di funding presso alcuni istituti bancari di primario standing nazionale concretizzata in più fasi nel corso del 2020, acquisendo un set di finanziamenti chirografari a medio-lungo termine per un totale di 19,7 milioni di euro, inclusi 5 milioni di euro in sostituzione di una linea di credito bullet con scadenza febbraio 2021.