Fondazione Prada, calendario 2026 con installazioni, mostre, cinema e scienze
Nelle due sedi milanesi e in quella di Venezia una vasta programmazione capace di includere varie tematiche
L'anno che verrà della Fondazione Prada si apre a Milano con una tripla istallazione dell'artista britannico-palestinese Mona Hatoum alla Cisterna e prosegue poi con una serie di eventi, dal cinema alla musica, alle esposizioni che coinvolgono le due sedi meneghine e quella di Venezia. "Nel 2026 - ha spiegato Miuccia Prada, presidente e direttrice della Fondazione - la nostra istituzione cercherà di operare come un laboratorio di idee, una piattaforma sperimentale che si riconfigura continuamente in risposta alle trasformazioni del panorama sociale e culturale. Artisti e intellettuali provenienti da generazioni e contesti diversi ci aiuteranno a interpretare temi urgenti da molteplici prospettive, mettere in discussione le idee consolidate e pensare in modo più profondo". Si comincia quindi con 'Over, Under, in Between', il progetto in tre parti di Hatoum, visibile dal 29 gennaio al 9 novembre alla Cisterna, che attraverso temi ricorrenti dell'artista (ragnatela, mappa e griglia) riflette su instabilità, precarietà in un dialogo fra l'installazione e lo spazio e l'esperienza fisica dei visitatori. Sempre alla Fondazione a Milano dal 9 aprile al 28 settembre arriva 'Dash' di Cao Fei, che per anni ha realizzato ricerche in Cina e nel Sud Est asiatico sull'agricoltura smart e ora mostra nel suo lavoro la rivoluzione tecnologica nel settore dell'agricoltura utilizzando foto, videoinstallazioni, documentari, materiale d'archivio e realtà virtuale. A Venezia dal 9 maggio al 23 novembre si potranno vedere i legami fra il lavoro degli artisti Arthur Java, e la sua riflessione sull'identità di afroamericano, e Richard Pryce, che esplora la mascolinità bianca e il lato oscuro della mente americana, in una mostra curata da Nancy Spector. Dal 5 novembre invece al Podium, lo spazio principale della fondazione a Milano, sarà visibile 'Global Antiquity', progetto di ricerca di Salvatore Settis e Anna Anguissola che esplora le interazioni tra le culture del Mediterraneo e quelle dell'Africa orientale e dell'Asia in un ampio arco cronologico (dal 600 a.C al 900 d.C.circa), a testimoniare una sorta di globalizzazione. Sarà invece aperta all'osservatorio in Galleria Vittorio Emauele fino al 30 ottobre la mostra 'The Island' di Hito Steyerl che sarà poi sostituita a dicembre da una riflessione sulla scomparsa dello spazio pubblico di Gypien Gaillard. La programmazione del Cinema Godard, a cura di Paolo Moretti, è anche quest'anno concepita come un festival esteso con un mix di incontri, proiezioni di nuove uscite e di film restaurati.