Gallerie d'Italia presenta la mostra "Eterno e Visione, Roma e Milano capitali del Neoclassicismo" portando a Milano il cavallo di Canova reataurato
Grazie anche al patrocinio della città di Milano e in partnership con la Biblioteca Nazionale di Francia, si apre la mostra dedicata al Neoclassicismo
Gallerie d'Italia presenta la mostra "Eterno e Visione, Roma e Milano capitali del Neoclassicismo" portando a Milano il del cavallo di Antonio Canova da poco restaurato.
Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 28 novembre 2025 al 6 aprile 2026 nel suo museo di Milano delle Gallerie d'Italia, la mostra Eterno e visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo a cura di Francesco Leone, Elena Lissoni e Fernando Mazzocca.
L'esposizione, realizzata con il Patrocinio della Città di Milano e in partnership con la Biblioteca nazionale di Francia, propone un ampio confronto tra le due “capitali” artistiche dell'età napoleonica, Roma e Milano, entrambe proiettate verso l'Europa moderna ma al tempo stesso ancora legate profondamente all'antico.
Con oltre 100 opere tra dipinti, sculture, marmi, disegni, incisioni e straordinari esempi d'arte applicata, provenienti da importanti musei italiani e internazionali – tra cui la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Accademia di Belle Arti di Carrara, Fondazione Querini Stampalia di Venezia, Palazzo Reale di Milano, Castello Sforzesco, Istituto Centrale per la Grafica di Roma, oltre a varie raccolte private e alla collezione Intesa Sanpaolo – la mostra ricostruisce una stagione straordinaria della cultura figurativa italiana ed europea.
Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, afferma: "Con 'Eterno e Visione', le Gallerie d'Italia invitano a un viaggio nella bellezza dell'arte neoclassica di cui furono protagoniste Roma, custode della grandezza del mondo antico, e Milano che anche in età napoleonica si affermò come laboratorio della modernità. Il clima dell'epoca è rievocato da un corpus di opere di grande respiro, frutto della collaborazione di prestigiosi prestatori. Tra questi la Biblioteca Nazionale di Francia, che ci ha affiancato come partner della mostra. Anche in questa occasione il museo della banca presenta al pubblico una rassegna di grande suggestione, che concorre – in sinergia con la concomitante mostra di Palazzo Reale – a diffondere la conoscenza di una stagione dell'arte italiana ed europea di straordinario splendore.”
Nel periodo compreso tra il 1796, anno della discesa di Napoleone in Italia, e il 1814, che segna la caduta dell'Impero, la Penisola vive un profondo rinnovamento politico, economico e sociale. In questa fase, Roma e Milano emergono come i centri propulsori dell'arte e della cultura. Roma, capitale universale delle arti per la ricchezza del suo patrimonio antico e rinascimentale, continua ad attrarre artisti da tutta Europa; Milano, divenuta capitale prima della Repubblica Italiana e poi del Regno d'Italia, si afferma come laboratorio della modernità e crocevia del Neoclassicismo europeo.
Gli artisti riuniti attorno all'Accademia di Brera, le manifatture artistiche e il vivace mondo editoriale fanno della città lombarda un modello d'innovazione e di dialogo con l'antico. Roma, dal canto suo, rinnova il mito della classicità, diventando punto di riferimento per la formazione artistica internazionale.
La mostra mette in relazione i due capitali attraverso dieci sezioni tematiche, ricostruendo i percorsi umani e creativi di protagonisti come Antonio Canova, Giuseppe Bossi e Andrea Appiani.
Tra i capolavori esposti, spicca il Cavallo Colossale di Antonio Canova, monumentale statua in gesso dipinta a finto bronzo dallo stesso scultore. Si tratta di un'opera la cui imponente concezione nasceva in rapporto con un progetto di Canova stesso, il grandioso monumento equestre a Napoleone da collocare nel Foro Bonaparte. Questa idea non andò a buon fine e il Cavallo Colossale non fu destinato alle antiche rovine né alla città di Napoli.
A seguito della sconfitta e la caduta dell'Imperatore nel 1814, il progetto non fu realizzato e il Cavallo Colossale fu riutilizzato per un nuovo monumento a Carlo III di Borbone. Una seconda versione, in gesso, del nuovo modello di cavallo, venne usata per realizzare un nuovo monumento a Ferdinando I di Borbone. I due modelli in gesso del Cavallo Colossale furono portati, dopo la morte di Canova, a Bassano del Grappa, oggi sede del Museo Civico. Durante la Seconda Guerra Mondiale il monumentale gesso dedicato a Carlo III andò distrutto, mentre quello di Ferdinando I rimase intatto, ma venne gravemente danneggiato negli anni '60 del Novecento, quando fu spezzato in ventiquattro frammenti. Dopo un lungo e complesso intervento di restauro, concluso nel 2019 con contributo della Regione Veneto, il modello del Cavallo Colossale presenta delle lacune, dovuti alle lacune del modello, e dopo un'ulteriore, eccezionale e sensazionale restauro ora questo capolavoro è stato esposto alla sua stabilità e restituito al mosaico alla fine della mostra.
Il recente restauro – promosso dal Comune e dai Musei Civici di Bassano del Grappa, con la Soprintendenza competente di Intesa SanPaolo (main partner, progetto “Restituzioni”) e Venice in Peril Fund – ha rappresentato un lavoro complesso dal coinvolgimento di professionisti altamente qualificati e di una équipe multidisciplinare verso la ricollocazione estetica. Dopo oltre mezzo secolo l'opera è finalmente visibile nella sua interezza e per la prima volta esposta al pubblico dopo la sua eccezionale ricomposizione.
Un'ampia sezione è dedicata a Giuseppe Bossi, teorico, pittore, collezionista e fondatore della Pinacoteca di Brera, e al suo sodalizio con Antonio Canova: insieme contribuirono alla costruzione dell'immagine ideale dell'Italia moderna, erede dell'antico e protagonista dell'Europa delle arti. Tra gli episodi più spettacolari rievocati in mostra, il progetto visionario del Foro Bonaparte di Giovanni Antonio Antolini, mai realizzato ma destinato a segnare l'urbanistica di Milano, e l'incoronazione di Napoleone a re d'Italia nel Duomo di Milano, evocato attraverso la preziosa esposizione degli Onori d'Italia – mantello, corona, scettro e oggetti cerimoniali restaurati da Intesa Sanpaolo per la XIX edizione di Restituzioni.
In mostra, tra i ritratti di Napoleone, spicca per la sua bellezza quello come re d'Italia realizzato da Andrea Appiani che è stato con Canova e Bossi l'altro grande protagonista della Milano neoclassica. L'esposizione si ricollega così a quella che il Comune di Milano dedica a questo straordinario pittore nei magnifici ambienti dell'Appartamento di riserva, delle Sale degli Arazzi e della monumentale Sala delle Cariatidi in Palazzo Reale sino al 11 gennaio 2026.
Attraverso puntuali confronti tra pittura, scultura, grafica e arti decorative, Eterno e visione restituisce al pubblico un universo artistico ancora poco esplorato, raccontando la nascita di una nuova idea di bellezza, di una nazione e di modernità. L'esposizione prosegue e valorizza una lunga tradizione di studi sul Neoclassicismo, arricchita da nuovi contributi e dal dialogo con le principali istituzioni culturali e collezioni private italiane ed estere.
Il catalogo della mostra è realizzato da Società Editrice Allemandi.