Il pensiero unico neoliberale contro Engels, il padre del marxismo: il trionfo della propaganda a senso unico

La novità riguarda l'attacco sferrato in questi giorni contro Federico Engels, padre con Marx del marxismo

Nei giorni scorsi, su "La Repubblica", rotocalco turbomondialista e voce del padronato cosmopolitico, è stato pubblicato un surreale articolo che così titola: “Engels esagerò le differenze di classe”. Nel corso dell'articolo, appoggiandosi a studi recentemente pubblicati, il rotocalco turbomondialista punta il dito contro Engels, l'inseparabile compagno di lotta e di pensiero di Carlo Marx che, con estrema modestia, definiva se stesso soltanto un "secondo violino" rispetto al genio indiscusso dell'amico. In specie, la voce del padronato cosmopolitico spiega che Engels era nel falso nella misura in cui esagerava le differenze di classe della società ottocentesca, peccando di ideologia e di acredine verso il mondo capitalistico. Dunque, secondo gli araldi del pensiero unico politicamente corretto, noti anche come autoproclamati professionisti dell'informazione, era Engels che esagerava quando, nel suo capolavoro giovanile "La condizione della classe operaia in Inghilterra", del 1845, descriveva la situazione miserrima in cui versavano le classi lavoratrici, spesso condannate all'inedia e sempre sottoposte allo sfruttamento più abietto. Con tutta evidenza, si tratta della più deplorevole opera di revisione propagandistica della storia in senso liberal-capitalistico: una prova in più a sostegno, oltretutto, delle tesi di Marx ed Engels così come sono esposte nel manoscritto che sarà pubblicato con il titolo "Ideologia tedesca", ove i due filosofi spiegano che le idee delle classi dominanti rappresentano le idee dominanti in ogni epoca, ossia i rapporti di forza dominanti traslati nel cervello delle persone. L'odierno blocco oligarchico neoliberale prova oggi a riscrivere la storia, presentando il selvaggio capitalismo ottocentesco come morbido e magari anche entusiasmante, dunque come inconciliabile con la sua forma oscena e disumana descritta da Marx ed Engels. L'ennesimo capolavoro ideologico del sinedrio liberal-finanziario e del suo tentativo di riscrivere la storia dal punto di vista dei gruppi dirigenti. Ciò avvalora una volta di più la nota tesi di Walter Benjamin, secondo cui nemmeno i morti saranno al sicuro, se il nemico vince. Ed è proprio così. Per parte nostra, continuiamo a preferire Marx ed Engels alle pittoresche narrazioni edulcoranti e ad alto tasso ideologico diffuse, tra l'altro, anche dal rotocalco turbomondialista "La Repubblica".

di Diego Fusaro