L'importanza della Gnosi per la modernità e la storia della cultura

Conversazione con lo scrittore e studioso Armando Savini

L'opera culturale di Armando Savini è l'opera di uno studioso e scrittore molto fecondo, versatile e non facilmente schematizzabile. Economista, studioso di Sacre Scritture, esperto di geopolitica (a cui offre un taglio culturale e spirituale) le sue pubblicazioni sorprendono per originalità e per la profondità dei temi che affronta, declinandoli in modo nuovo, vivace, creativo: dalla cultura imprenditoriale ai temi biblici e scritturali, dalla filosofia della moneta alla Mariologia fino ad occuparsi anche di Sindone, Eurasia, escatologia, Gesuiti e romanzi esoterici. Uno dei suoi percorsi di ricerca in cui più si è immerso da anni sta tornando recentemente di maggior interesse per un pubblico culturale e spirituale più ampio: lo gnosticismo antico e moderno. Tema poco conosciuto nei dettagli ma storicamente molto importante da secoli per tutta la cultura occidentale, non solo filosofica ma anche politica e religiosa.

Caro Armando, perché è così importante lo studio dello gnosticismo nella tua opera e nell'attenzione al mondo contemporaneo?

Dal momento che le azioni dipendono dai giudizi e questi si formulano in base ai propri principi filosofici, è bene conoscere i paradigmi ideologici cui si ispirano i leader mondiali per capire cosa aspettarsi dall’uno o dall’altro sistema. Il mondo delle idee non è così astratto come potrebbe pensarsi. Quando ero studente universitario, ci dicevano che tutto avveniva per ragioni economiche e tutto il resto era sovrastruttura. In realtà è vero il contrario. I regimi totalitari, per esempio, si reggono su una visione metafisica. Gli eventi degli ultimi anni hanno dimostrato come i disegni delle élite si basano su una vera e propria metafisica gnostica. I vari “ismi”, come l’ecologismo, il genderismo, il wokismo, il neomalthusianesimo, il transumanesimo, etc., non sono altro che diverse declinazioni della gnosi spuria in chiave moderna. Quando qualcuno si sente in diritto di dire che siamo troppi sulla terra e si ingegna per ridurre il tasso di crescita demografica attraverso politiche di contenimento diretto e indiretto (sterilizzazione, contraccezione, vaccinazione, aborto, eutanasia, spopolamento; deflazione, deindustrializzazione, lockdown, etc.), senza dare il buon esempio e trapassare per primo, presuppone una distinzione ontologica del genere umano di stampo gnostico.

Puoi sintetizzarci in poche parole cosa sia lo gnosticismo?

Lo gnosticismo è la declinazione in ambito cristiano della gnosi spuria. Per gnosi spuria si intende, non la conoscenza in senso tecnico, ma un particolare processo intuitivo, tramite il quale una esigua minoranza di eletti si autosalva, si autodivinizza, ritornando alla fonte della vita. Come ha detto bene Puech, la gnosi è un «atteggiamento», un “abito”, che tende a fare dell’Io un dio, cercando di superare il limite creaturale che lo attua. Non accettare il proprio limite e, soprattutto, non voler comprendere, nel senso di prendere con sé, il salto ontologico dal non essere all’essere.

Ci sono differenze fra gnosi antica e gnosi contemporanea?

Credo che l’abito resti il medesimo. Cambia la modalità esplicativa. Nell’antichità l’Io si fa Dio, scadendo nel panteismo. Nel mondo moderno, non si può parlare di autodivinizzazione, dal momento che «Dio è morto», per cui si protende verso l’autorealizzazione del proprio sé. La sostanza rimane pressoché invariata: permane l’insoddisfazione di stare nel proprio limite creaturale e la volontà di potenza di superarlo, stavolta con la tecnologia, secondo una concezione immanentista. Panteismo e immanentismo sono le due facce della stessa medaglia. Sia nell’uno che nell’altro caso, assistiamo ad una “omogeneizzazione” della sostanza. Esiste un’unica sostanza e non c’è alcuna differenza tra trascendente e immanente, tra creatore e creatura, tra bene e male.

La tua nuova opera apre un piano di pubblicazioni vasto e poderoso. Puoi riepilogarcelo?

L’opera è costituita da quattro volumi. Si parte da Platone, passando per i neoplatonici, i neoplatonici rinascimentali, Hegel, Jung, Heidegger et al, fino ad arrivare a Dugin e alla geopolitica odierna, la quale, come dimostro, è influenzata dalla gnosi spuria. C’è un filo rosso che dalle dottrine orfico-pitagoriche di stampo indo-iranico giunge fino a noi attraverso confraternite segrete.

L'analisi delle mentalità neognostiche attuali appare quindi utile anche per gli approfondimenti politici e per quella che oggi sta diventando sempre più d'interesse, cioè la "geopolitica"?

Credo sia fondamentale comprendere le tendenze neognostiche per capire la geopolitica contemporanea. L’ecologismo, che vede l’uomo come cancro del mondo, il genderismo, etc. sono tutte derive gnostiche, partono, cioè, da errori teologici. Il World Economic Forum di Schwab, ad esempio, per ammissione dello stesso fondatore, prende le mosse dalle idee del vescovo brasiliano Câmara, padre della teologia della liberazione, cioè, il marxismo in teologia, considerata dalla Chiesa cattolica come un’eresia. Ebbene, per Schwab, l’incontro con Câmara fu decisivo. Non è un caso che Câmara frequentò il WEF insieme al card. Martini, e che Bergoglio abbia benedetto le politiche neomalthusiane dello stesso Forum.

Lo gnosticismo ci aiuta anche a capire il pensiero e l'opera di Bergoglio?

Ritengo che il pensiero di Bergoglio sia stato condizionato dalla gnosi del gesuita Pierre Teilhard de Chardin, come del resto dalla teologia della liberazione, che in Argentina è chiamata teologia del popolo, e dal pensiero deviato del gesuitismo. A partire dagli anni Sessanta, Arrupe fu Padre Generale della Compagnia per quindici anni e operò una vera e propria rivoluzione nella Compagnia di Gesù, rivoltandosi contro tre papi. Arrupe è, inoltre, il padre dell’esistenzialismo teologico cattolico, cioè, Heidegger in teologia. L’esistenzialismo teologico parte dal primato dell’esperienza nel qui e ora sull’insegnamento proposto da un’autorità religiosa preposta. Teologia dal basso, partendo spesso e volentieri dalla condizione di miseria del proletariato urbano, e non teologia dall’alto, cioè, dalla rivelazione di Dio. Ciò comporta, dunque, il rifiuto del Magistero della Chiesa e lo scontro tra il papato e i gesuiti. Bergoglio ha portato sul soglio di Pietro le istanze del gesuitismo deviato

È in corso una conflittualità interna alla Chiesa cattolica tra la Tradizione e una sorta di "gnosticismo dentro il Cattolicesimo"?

Penso proprio di sì. E la causa non è, come dicono alcuni, il Concilio Vaticano II, ma l’azione principalmente dei Gesuiti nel presentare tale Concilio – il famoso “spirito del Concilio” – come una rivoluzione rispetto al passato, un taglio netto con la Tradizione bimillenaria della Chiesa, troppo ingombrante per lasciar posto all’egocentrismo di molti. Di qui l’importanza dell’ermeneutica della continuità portata avanti da Benedetto XVI.

Possiamo dire che la Gnosi è radice sostanziale della Modernità quale Mito e quale ideologia?

La Modernità è impregnata di gnosi. Prima ancora di Cartesio, si comincia a vedere con il nominalismo di Occam, che cestina la distinzione tra essenza e esistenza. I miti gnostici ritornano nella letteratura, nel cinema. Basti pensare, ad esempio, al film di David Lynch Eraserhead, dove il feto deformato richiama la formazione del mondo ad opera del demiurgo malvagio degli gnostici. Anche The Matrix è un film che ripropone temi gnostici, come la salvezza per pochi eletti, la conoscenza soggettiva, l’incapacità di conoscere la realtà, il mondo cattivo, etc. Il Green, il gender, il transumanesimo – che addirittura potrebbe risalire a Pico - il progetto di un governo unico mondiale, sono tutte ideologie di matrice gnostica. Si oppongono alla legge del Dio giudeo-cristiano (antinomismo) e cercano di combattere/superare il mondo e le sue leggi (anticosmismo).

Questo pensiero comporta ricadute concrete nelle prassi politiche ed economiche?

Chi odia il mondo come espressione di Dio, lo vuole riplasmare a propria immagine e somiglianza, e per farlo deve agire politicamente, economicamente e finanziariamente.

Possiamo definirlo un pensiero radicalmente rivoluzionario e egemonista?

Lo scrittore colombiano Nicolás Gómez Dávila scriveva: «Lo gnostico è un rivoluzionario nato, perché il rifiuto totale è la proclamazione perfetta della sua divina autonomia». Ora, ogni rivoluzione vuole sempre essere permanente, dunque, egemone, totalitaria.