I sensi misterici della Domenica delle Palme. Tra segni e nomi
Come l'ingresso di Gesù a Gerusalemme sia un archetipo regale e nuziale
Mi ha sempre dato gioia l'immagine di Cristo che entra nella sua Gerusalemme, la Città regale di Dio. Una scena dove la pastorale ecclesiale odierna non sottolinea di solito a sufficienza gli aspetti simbolici e archetipali di tale azione teandrica. C'è infatti un senso non solo eroico-trionfale ma anche regale e nuziale nell'incedere di Gesù sull'asino, come Davide e tutti i re di Sion nel loro girare attorno alle mura del Tempio. Si tratta di un azione anche amplessiva, fecondativa, nuziale. L'Amato del Cantico dei cantici incontra l'Amata e ne fa la ronda e così reciprocamente l'Amata gira attorno alle mura per incontrare il suo Re amante. Tutta Gerusalemme è presa da una bella agitazione (Mt.21,10) come la massa della pasta quando agisce il lievito, cioè lo Spirito. Come le acque della piscina di Siloe al passaggio dell'angelo. Dio si procura una lode dai bambini e dagli umili. Un ingresso che ricorda la preparazione delle vittime per gli olocausti nel Tempio. Gli ulivi e le palme richiamano il carisma di Gerusalemme e di Melchisesek e del loro Ordine di Pace e di Giustizia. La Palma infatti come ogni grande segno appare sempre polisemico: indica le nozze, il martirio, la gloria, l'immortalità. Gesù impalma Gerusalemme e Gerusalemme innalza Gesù come trofeo e come vittima perfetta. Il Seme entra nel cuore del centro del mondo, nel porofondo della terra: il Tempio di Dio sul monte Sion. Questa scena scrittuale può quindi essere vista anche quale metafora mistagogica dell'unione fra Spirito di Dio e anima umana. San Bernardo di Chiaravalle nel suo magnifico "In lode della nuova Milizia" che predicò e scrisse per i nuovi "Cavalieri del Tempio di Salomone" (i Templari) focalizza una geografia sacra tutta cristica dove hanno una parte importante Betania e Betfage, i luoghi che il Vangelo di Luca indica precisando l'area attraverso la quale Cristo entra in Gerusalemme, insieme con il Monte degli Ulivi, segno di giudizio escatologico. Betania è importante per San Bernardo in quanto significa "casa della bocca" ed è villaggio di sacerdoti. Indica quindi simbolicamente la Parola di Dio e la gloria divina, quanto Betania evoca nel suo nome la "casa dell'obbedienza", villaggio di Marta, Maria e di Lazzaro e quindi segno della via ascetica cristiana che unisce azione a contemplazione per la rinascita dell'anima. Tra "bocca" e "obbedienza" Gesù apre come chiave il cuore di Sion congiungendo gloria a umiltà. L'ingresso da eroe di Cristo quindi è già l'inizio del suo sacrificio che vediamo compiuto con posa similmente cavalleresca ed eroica nel meraviglioso capolavoro di Mantegna esposto alla Pinacoteca di Brera. Quì Cristo deposto appare come il Giusto e l'Eroe che riposa in una compiutezza eroica perfetta sul marmo porpora proprio dei re e degli imperatori come Colui che ha compiuto totalmente la propria opera. L'Eterno ritorna continuamente, periodicamente come la rivoluzione degli astri e la grande arte ci aiuta a contemplare questo sapiente passaggio.