Teatro alla Scala, ultimo Cda di Mayer, Ortombina assente; il 17 febbraio Cda per rinnovo vertici con nomina nuovi membri e nuovo sovrintendente

Rimangono incerte le nomine dei consiglieri Francesco Micheli e Maite Carpio Bulgari, affidate ai 3 partiti di governo che sceglieranno rispettivamente un rappresentante ciascuno

Il Consiglio di Amministrazione del Teatro alla Scala ha deliberato su una premialità per Meyer, restando entro il limite di legge di €240.000 annui. Tuttavia, non è stata presa alcuna decisione definitiva e tutto è stato rinviato al 17 febbraio, data in cui verranno nominati il nuovo CdA e il nuovo sovrintendente, Fortunato Ortombina, oggi assente. Rimangono incerte le nomine dei consiglieri Francesco Micheli e Maite Carpio Bulgari, affidate ai 3 partiti di governo che sceglieranno rispettivamente un rappresentante ciascuno

Le nomine dei soci privati

Nel nuovo Cda ci saranno, per statuto, il sindaco, che è presidente della Fondazione Teatro alla Scala, e il nuovo sovrintendente, Fortunato Ortombina. Molto probabilmente i soci privati confermeranno i loro consiglieri: Giovanni Bazoli per Intesa Sanpaolo, Giacomo Campora per Allianz, Claudio Descalzi per Eni, Aldo Poli per Banca del Monte di Lombardia.

Le nomine del CdA del Teatro alla Scala

Per la Camera di Commercio, il consigliere Alberto Meomartini dovrebbe lasciare il posto a Diana Bracco, da anni attiva nel sostegno alla Scala e in numerose iniziative di mecenatismo. Restano invece incerte le nomine pubbliche.

I due consiglieri designati dal governo, Francesco Micheli e Maite Carpio Bulgari, sembrano non essere tra le prime scelte del nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli. La decisione spetterà ai tre partiti di governo, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, che sceglieranno rispettivamente un rappresentante ciascuno, includendo anche il posto di nomina regionale. Maite Carpio Bulgari verrà rinviata, vi è incertezza sulla nomina di Francesco Micheli, profondo conoscitore della Scala e membro del CdA da 30 anni. 

La sua riconferma dipenderà dall’eventuale scelta di uno dei tre partiti di governo di indicarlo come proprio delegato. In caso contrario, la sua permanenza sarebbe a rischio, poiché le forze politiche sembrano orientate a nominare propri rappresentanti, auspicabilmente selezionati sulla base di criteri affini al ruolo da ricoprire.