Milano, per la 'Grande Brera' un anno straordinario con il record di ingressi che superano 500mila unità

Un notevole successo per la Pinacoteca, Palazzo Citterio e la Biblioteca Braidense

Buone notizie dal mondo della cultura. La Pinacoteca di Brera chiude il 2024 con numeri straordinari: 545.719 biglietti staccati, segnando un incremento del 14% rispetto all’anno precedente e un aumento del 12% dei ricavi. Un traguardo storico reso possibile anche grazie all’inaugurazione di Palazzo Citterio, che ha registrato un sorprendente tutto esaurito nel suo primo mese di apertura. In soli 16 giorni, lo spazio ha accolto 11.540 visitatori, raggiungendo la capienza massima giornaliera di 800 ingressi. Un successo che conferma il ruolo di Brera come polo di attrazione internazionale. «Il bilancio è estremamente positivo. La Grande Brera è ormai una destinazione culturale di rilevanza internazionale», dichiara Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera, della Biblioteca Braidense, di Palazzo Citterio e, dal dicembre scorso, anche del Cenacolo Vinciano. Un riconoscimento prestigioso è arrivato dal New York Times, che ha inserito la Grande Brera tra i 52 luoghi da visitare nel 2025. Sommando i visitatori della Pinacoteca e quelli del Cenacolo Vinciano, il polo culturale ha sfiorato complessivamente 1,1 milioni di visitatori nel 2024. Anche la Biblioteca Braidense ha contribuito con la mostra “La Grande Brera in Braidense”, inaugurata il 12 dicembre. In meno di un mese, l’esposizione ha attirato oltre 16.000 visitatori, diventando la rassegna più visitata degli ultimi anni. Un ulteriore segnale dell’interesse crescente del pubblico per un’istituzione che unisce arte, storia e innovazione. Con questi numeri straordinari e una programmazione già ricca di eventi di rilievo, il 2025 si preannuncia molto promettente. Il rilancio culturale della città passa attraverso l’espansione e il potenziamento di un’offerta che unisce capolavori senza tempo, sperimentazione digitale e iniziative di respiro internazionale, confermando Brera come uno dei centri nevralgici dell’arte mondiale.