“Ritrovare l’umano: ESG+H”, il libro di Lucchini e Lapucci per ripensare l’umanesimo nella sostenibilità

La lettera "H" racchiude Health, Heart e Happiness, proprietà distintive dell’umanità, rifacendosi al concetto di umanesimo; un’impresa per essere definita sostenibile non si deve limitare a preservare il pianeta o bilanciare gli interessi economici ma deve mettere l’essere umano al centro

Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo, e Massimo Lapucci, presidente di Egea e professore di Finanza e sostenibilità presso l’Università di Yale, hanno voluto proporre una visione innovativa dei criteri ESG che il mondo azienda si impegna oggi a seguire, nel loro libro libro "Ritrovare l’umano ESG+H. Perché non c’è sostenibilità senza Health, Human e Happiness", edito da Baldini e Castoldi – La Nave di Teseo.

La lettera "H" racchiude un significato profondo: Health, Heart e Happiness, proprietà distintive dell’umanità, andando a ripescare quel concetto più profondo di umanesimo, movimento filosofico, artistico e culturale, nato in Italia alla fine del XIV secolo, che pone l'uomo al centro dell'universo. Esso promuove l'idea che l'essere umano sia il protagonista e artefice del proprio destino, valorizzando le sue capacità intellettuali, creative e morali.

Passaggio da criteri ESG a ESG+H

L'acronimo ESG indica criteri ambientali, sociali e di governance che le aziende considerano per valutare pratiche commerciali e decisioni di investimento. I criteri ambientali riguardano temi come emissioni, cambiamento climatico e biodiversità. Quelli sociali si concentrano su relazioni con dipendenti e stakeholder, includendo diversità, inclusione e condizioni di lavoro. La governance valuta pratiche aziendali come trasparenza, strategia fiscale e struttura del consiglio di amministrazione. Questi criteri aiutano a identificare rischi e opportunità, promuovendo un modello di business sostenibile.

Gli autori, quindi, introducono un nuovo parametro per valutare la sostenibilità: quello dell’umano, In antichità di parlava "humanitas", dal latino si ispira alle nozioni greche di philanthropìa (amore per l’umanità) e paidèia (educazione).  Massimo Lapucci afferma che “Negli ultimi anni, i principi ESG sono stati talvolta inflazionati, alterati da esigenze di comunicazione, o addirittura strumentalmente erosi fino a renderli un adempimento burocratico o una mera quantificazione di bilancio. Ecco perché il nuovo paradigma esg+h vuole innanzitutto stimolare la riflessione per il rinnovamento di uno strumento prezioso che, partendo dalla Persona e in armonia con il pianeta, possa ripercuotersi sul miglioramento delle condizioni di lavoro, economia e quindi della società nel suo complesso, per un futuro davvero sostenibile.

Un’impresa sostenibile, per essere definita tale non si deve limitare a preservare il pianeta o bilanciare gli interessi economici ma deve mettere l’essere umano al centro. Questo significa anche rendere i processi accessibili e comprensibili per le persone, con un focus sul loro benessere. Come sottolinea Stefano Lucchini Non possiamo parlare di sostenibilità senza pensare all’essere umano nella sua interezza. La nuova dimensione ESG+H che proponiamo nel nostro saggio pone al centro la salute, il benessere e la dignità della Persona, come base per un auspicato nuovo umanesimo".

In quest’ottica, la sostenibilità non è solo una responsabilità economica o ambientale, ma un progetto che mira a equilibrare gli interessi delle generazioni attuali e future.