Sublimi splendori: la Galleria ARTtime di Udine ospita la Serie Tratti in Dispersione di Giuseppina Irene Groccia

Questa rassegna vedrà esposte quattro opere che rappresentano la potenza espressiva dell’artista e la sua capacità di indagare

SUBLIMI SPLENDORI

La Galleria ARTtime di Udine ospita la Serie Tratti in Dispersione di Giuseppina Irene Groccia

 

 

 

Dal 29 novembre al 12 dicembre 2024, la celebre Galleria ARTtime, situata nel cuore del centro storico di Udine, ospiterà la serie Tratti in dispersione di Giuseppina Irene Groccia nell’ambito dell’evento Sublimi splendori.

Questa rassegna vedrà esposte quattro opere che rappresentano la potenza espressiva dell’artista e la sua capacità di indagare, con sguardo intimo e forte, l’essenza frammentata e resiliente dell’animo femminile. L’esposizione sarà accompagnata da una recensione del gallerista e critico d’arte Luca Franzil, che dedicherà alla serie uno spazio nella rubrica Critica...mente sul sito web della galleria, approfondendo così le tematiche care all’artista.

Il vernissage, previsto per sabato 30 novembre alle ore 17:30, offrirà agli spettatori l’opportunità di immergersi in un’esperienza visiva densa di significato, in cui i volti femminili di Giuseppina Irene Groccia, graffiati e ricomposti, testimoniano un messaggio di bellezza autentica e irriducibile.

Questa occasione espositiva, in un contesto che esalta la qualità espressiva delle sue opere e invita il pubblico a un’interazione diretta con la sua ricerca visiva, contribuisce alla sua affermazione nel panorama artistico contemporaneo e a consolidare la crescita artistica dell’artista calabrese, valorizzando la sua voce creativa e ampliando le prospettive del suo percorso professionale.

 

 

 

Approfondiamo il pensiero critico che sostiene questa serie, presentata per l’occasione…

 

La serie Tratti in dispersione di Giuseppina Irene Groccia è un’esperienza visiva che attrae e coinvolge, un urlo silenzioso inciso nei tratti di un volto femminile che emerge, si sfalda e si ricompone con una forza inaspettata. Con mano sapiente, l’artista traduce, attraverso il medium digitale, un’esplorazione profonda dell’anima femminile, un’anima che non si arrende, che sopravvive e combatte, e che, persino attraverso le sue cicatrici, svela una bellezza accattivante.

La citazione scelta dall’artista, “Scava pure tra mille indomabili graffi, finirai col trovare solo amabili pezzi di cuore”, è dichiarativa e poetica, ed evoca immediatamente l’idea di un’identità intessuta di ferite, ma mai sconfitta. Questi “indomabili graffi” sono lo specchio della resistenza dell’animo femminile contro una società che tenta di reprimerlo. Giuseppina Irene Groccia, attraverso volti frammentati e ricomposti, racconta la tenacia di una forza che, pur segnata da ferite e conflitti, rimane integra e irriducibile. Ogni graffio è simbolo di una lotta incessante contro pressioni esterne, e testimonia la capacità di rinascere più forte, senza mai piegarsi. Ella celebra così un femminile indomito, capace di trasformare le cicatrici in tracce di un’autentica bellezza e libertà.

Qui non c’è nulla di compiaciuto o decorativo: l'artista affronta la questione dell’identità con una sincerità disarmante, con il coraggio di chi sa che la vera bellezza non si trova nella perfezione, ma nella sopravvivenza a ogni colpo inferto dalla vita. È un processo di destrutturazione, sì, ma non privo di grazia: i volti si disperdono in frammenti, invitando l’osservatore a entrare in una spirale di emozioni, a contemplare l’armonia che scaturisce dalla frammentazione stessa.

L’artista non si limita a rappresentare; lei va oltre. Con Tratti in dispersione, ci mette davanti a una verità brutale: la fragilità dell’essere, la lotta, e poi, inevitabile, la resilienza. Qui, ogni graffio è un racconto, un attacco che non distrugge ma fortifica, che rende questi volti vivi e memorabili. È una sfida all’estetica piatta e al conformismo emotivo. Groccia impiega il digitale non come semplice strumento, ma come mezzo di verità, che trasforma e amplifica il senso di ogni ferita, di ogni “pezzo di cuore” che l’artista ci permette di intravedere.

Questo vortice tra armonia e tensione è una firma potente, uno stile che trascende la tecnica e tocca l’essenza stessa del femminile, non più idealizzato, ma vissuto. È una testimonianza della dignità dell’essere umano che, nonostante tutto, si alza, forte e indomabile, restituendo allo spettatore uno sguardo che sfida e ispira.

Con Tratti in dispersione, Giuseppina Irene Groccia ci consegna opere potenti e delicate insieme, che si imprimono nella memoria come testimonianza di una bellezza irriducibile. In un’epoca in cui le voci autentiche rischiano di essere soffocate da una società che impone conformità e perfezione apparente, ci ricorda che la vera bellezza risiede nell’indomabilità, nell’essere scomodi, e nelle cicatrici che portiamo con fierezza. I volti frammentati e ricomposti di questa serie si impongono come manifesti di resilienza e autenticità, invitandoci a riconoscere e a rispettare la forza interiore che, nonostante ogni ferita, non smette mai di splendere.

 

 

 

Dott. Francesco Segrina

Storico dell’arte e Docente di discipline artistiche