Street Art, arrivano i Quaranta Ladroni, la Fata Turchina e la Principessa Aurora. È un sogno? No, è una gita nei Borghi Dipinti

Queste bomboniere-technicolor offrono a giugno vivaci manifestazioni e suggeriscono insolite passeggiate tra cantine, castelli e terme

Piccolissimi, quasi disabitati, spesso del tutto sconosciuti: sono molti i borghi tornati a nuova vita grazie all’inventiva di artisti locali e stranieri che, armati di pennelli, stencil e spray, li hanno strappati al degrado tappezzandoli di sgargianti murales e trasformandoli in fantasiose pinacoteche a cielo aperto. Spesso accordi ad hoc valorizzano questa singolare creatività urbana - l’Università Ca’ Foscari di Venezia ha appena varato il progetto per studiare e preservare le pitture murali di Vallà, frazioncina medievale del trevigiano - e a giugno i paesi dipinti attirano gli appassionati d’arte contemporanea proponendo anche suggestive kermesse a tema, con extra di musica, laboratori, conferenze e degustazioni, come “CVTà Street Fest” (dal 14 al 16) e “In...contriamoci a Mugnano” (dal 21 al 30).

La prima è una giocosa rassegna internazionale che, giunta alla IX edizione, ha fatto rinascere la minuscola Civitacampomarano, una manciata di casette arroccate in provincia di Campobasso, appena 300 abitanti, 70 affreschi tra i vicoletti e fantasia da vendere. Quest’anno le opere site specific disegnate da performer cosmopoliti saranno visibili per la prima volta anche di notte grazie ad un’apposita illuminazione, e si terrà un’inedita poetry slam con competizioni all’aperto di aspiranti poeti. La seconda è l’occasione ideale per scoprire il delizioso paesetto umbro di Mugnano, a 20 km da Perugia, ammirandone i muri multicolori e i pittori all’opera per decorarli tra la piazza del Castello e le antiche arcate in pietra.

In ogni stagione, comunque, la visita in un borgo dipinto fa rima con estro e curiosità, regalandoci gradevoli itinerari sui generis. Per esempio a Stornara, nel foggiano, sull’esterno delle abitazioni spiccano 50 quadri bizzarri e fanno capolino i ritratti di celebri pugliesi come Lino Banfi e Renzo Arbore. Nel Lazio, zona viterbese, Sant’Angelo di Roccalvecce si è guadagnato il titolo di “Paese delle fiabe” perché presenta per ogni dove murales con Hansel e Gretel, il Cappellaio Matto, la Bella Addormentata, Ali Babà e i Quaranta Ladroni. E Vernante, in Piemonte, provincia di Cuneo, rende omaggio ad Attilio Mussino, il più famoso illustratore di Collodi: tra stradine, piazzette, Castello Lascaris e torre “Tourousela” del 1280, sono disseminate 150 scene di Pinocchio tratte dall’edizione del 1910 per la casa editrice fiorentina Bemporad, con il burattino più bugiardo del mondo, Mastro Geppetto e la Fata Turchina.

Spostiamoci in Liguria, a Valloria, 15 km da Imperia: qui gli street artists…bussano letteralmente all’uscio e vi entrano in casa, nel senso che, su una quarantina di abitanti, ci sono ad oggi 167 porte e portoni ornati con paesaggi, soggetti sacri, sirene, ballerini di tango, e si fa la fila per dipingerne continuamente di nuovi. E poi che dire di Dozza (Bologna)? Imperdibile una sosta in questa autentica gallery open air, smagliante, senza biglietto e senza orari, che secondo la rivista Forbes è “indimenticabile”.

La cittadina fa parte a buon diritto dei “Borghi più Belli d’Italia” con i suoi 150 murales sulle facciate di bottegucce, dimore e locande, in acrilico o velo a fresco. Ovunque campeggiano draghi, personaggi irreali, figure di vita familiare o contadina, frutto della Biennale del Muro Dipinto: prestigioso convegno realizzato da 200 artisti fin dal 1960, ripetuto ogni settembre degli anni dispari e sempre fautore di capolavori sorprendenti.

Sorveglia il tutto la meravigliosa Rocca Sforzesca che ospita il Museo con arredi e quadreria del XIII-XVIII secolo, e, nei pittoreschi sotterranei, vanta una formidabile Enoteca Regionale: 800 etichette di produttori locali e un’eccellenza, l’Albana DOCG, già nota nel 1495. Nei dintorni, per le strade bianche, si dimentica l’auto e s’inforca la mountain bike. Puntate sulla vicina Castel San Pietro Terme con il suo raro campanile di ben 55 campane e il poetico lungofiume del Sillaro, magari per regalarvi qualche coccola detox - qui le cure termali si fanno dal 1337 - o qualche prelibatezza tipica come il formaggio squacquerone e i dolci savoiardi…non ve ne pentirete perché, si sa, l’arte è una bellissima cosa… ma qualcosina sotto i denti bisogna pur metterla. Provare per credere.

Di Carla Di Domenico.