Albina Perri: “Non esiste il delitto perfetto, l’assassino non rimane impunito”
Al Salone del Libro presente l’autrice di “Delitti imperfetti. Gli errori fatali degli assassini”, l’11 maggio nuovo firmacopie alla Libreria Eli di Roma
Torino, 9 maggio 2024. Al Salone del Libro (Lingotto Fiere), che si è aperto oggi e si concluderà lunedì 13, Albina Perri, autrice di “Delitti imperfetti. Gli errori fatali degli assassini”, pubblicato da Mursia con prefazione di Vittorio Feltri, ha incontrato i lettori per il firmacopie. Caporedattrice di Giallo, una lunga esperienza da cronista al quotidiano Libero, racconta nel volume undici casi, in cui analizza le tesi accusatorie, ci porta sulla scena del crimine, sostenendo la tesi che gli assassini, in primis quelli non professionisti, gli errori li commettono eccome. Solo uno su quattro rimane impunito, gli altri vengono smascherati grazie a errori banali, mozziconi di sigarette, un sms in italiano incerto, Dna su un nastro adesivo, la stanza del delitto chiusa a chiave. Oggi è stata intervistata da Gianluigi Nicoletti nel programma Melog di Radio 24, che ha una postazione dentro il Salone, e ha parlato anche della strage di Erba che è tornato di attualità, in quanto la Corte d’Appello di Brescia dovrà decidere il 10 luglio sull’istanza di revisione del processo. “Difficile credere all’innocenza di Rosa e Olindo, lui ha scritto quattro mesi dopo la strage un diario, di cui su Giallo, abbiamo pubblicato alcuni brani, in cui chiede alla Madonnina della Neve di accogliere le anime delle vittime cui «noi abbiamo tolto il tuo dono, la vita.» Nei casi più eclatanti e famosi come questo si creano le tifoserie opposte di colpevolisti e innocentisti, non guardando i fatti ma battendosi solo per il piacere di sostenere la propria tesi.” Albina Perri incontrerà di nuovo il pubblico a Roma sabato 11 maggio h. 17.30 alla libreria Eli, in via Somalia 50 per la presentazione doppia del suo libro e anche di quello della criminologa Roberta Bruzzone “La ragazza del bosco” dedicato all’omicidio di Serena Mollicone, che dopo ventitré anni non ha ancora un colpevole.