Prefazione a "Storia de Roma Antica"
Prefazione dell'Autore
Il mio amore sconfinato per la città in cui sono nato viene da molto lontano, in qualche modo ereditato dal mio bisnonno Venturini, nonno di mia madre, che fu tra i primi, se non il primo, a scrivere una guida turistica dell’Urbe, “Roma, la Città Eterna”, della quale possiedo gelosamente una copia del 1938, in quell’anno già giunta alla VI edizione. Ho vissuto la mia infanzia a Trastevere con i miei genitori e i miei nonni, avevamo casa in un condominio di fronte a Ponte Testaccio, che ci divideva dal rione omonimo, e ricordo ancora perfettamente il linguaggio che veniva parlato da loro ed in generale da tutti i Romani che negli Anni ‘60 avevano già una certa età. Noi ragazzini andavamo tutti a scuola e parlavamo una lingua che già allora risultava essere una strana mescolanza di italiano e romanesco, ma i più anziani, esclusa qualche rara eccezione, non avevano avuto la fortuna di poter studiare ed il loro dialetto era quindi puro, “culturalmente incontaminato”. Nella mia memoria risuonano ancora parole e cadenze che oramai quasi non esistono più, e solo da pochi anni ho tristemente realizzato che non stava scomparendo soltanto un modo di parlare, ma una parte fondamentale delle mie radici. Le mie poesie nascono anche e soprattutto dall’esigenza di far rivivere quei suoni prima che vengano irrimediabilmente persi.
Mauro Morgia