I Soliti Idioti 3: delusione o trionfo? I dubbi perbenisti sul terzo episodio di Ruggero e Gianluca De Ceglie

Il ritorno della coppia Biggio e Mandelli con il terzo capitolo della saga comica, ha fatto storcere il naso ai difensori del politicamente corretto

Non è un film horror, ma sentirai la presenza. Con uno slogan del genere, vien da sé che questo film merita un posto d'onore nella storia del cinema.

Il ritorno di Biggio e Mandelli, dopo oltre un decennio, con il terzo episodio de I Soliti Idioti, ha fatto e sta facendo discutere tanti. Per alcuni fuori tempo massimo, per altri una boccata d'ossigeno, il lungometraggio scanzonato, grottesco e volgare del duo comico è una benedizione per chi non sopporta più il lessico leccato e parimenti rispettoso della qualunque imposto dal politicamente corretto.

Con i classici personaggi del loro repertorio (più una novità che non spoileriamo) a fare da contorno al duo padre e figlio, ovvero Ruggero e Gianluca, per oltre un'ora ci si immerge nella bellissima comicità senza censura dei primi anni 2000, quando scherzare sui "froci", sui "negri" e sull'essere "nerd", condendo tutto con qualche "vaffanculo" e due pensieri cinicamente criminogeni, era uno spasso. 

Ed è proprio la storia principale, quella di Ruggero e del figlio, a narrarci il dramma dei nostri tempi, con il Re del Wurstel che risveglia dopo dieci anni dal coma e deve fare i conti con un mondo stravolto, e con il figlio diventato un combattente ambientalista di quelli che imbrattano la Monnalisa

Questo è I Soliti Idioti 3, un manifesto del politicamente scorretto, e a noi piace tanto, sicuramente molto più del film firmato Cortellesi.