“Ritratto di Madame Jules Veil-Picard” di Giovanni Boldini: l'elettrizzante fascino della Belle Époque

Nel settembre 1886 Boldini fu ospite del banchiere Arthur Veil-Picard e di sua moglie nella loro villa presso Besançon, in Francia; un soggiorno di grande piacevolezza, ma certo dettato dal desiderio, costante nel pittore, di coltivare nuove relazioni per ottenere prestigiose committenze

“Ritratto di Madame Jules Veil-Picard” è un dipinto olio su tela di 198x100 cm realizzato nel 1897 dal pittore italiano Giovanni Giusto Filippo Maria Pasini Boldini (Ferrara, 31 dicembre 1842 – Parigi, 11 gennaio 1931) da tempo in mani private, ignote al pubblico. Uno studio dell’autore su questo dipinto è stato non troppo recentemente battuto da Sotheby’s a Milano per oltre 26.000 Euro. Per Vittorio Sgarbi il dipinto è “Meraviglioso”.
 
Fraterno amico di Gabriele D’Annunzio, Giovanni è considerato uno degli interpreti più sensibili e fantasiosi dell'elettrizzante fascino della Belle Époque, quel periodo storico socio culturale dell’Occidente che va dall’ultimo ventennio dell’Ottocento all’inizio della prima guerra mondiale-1915-.
 
Giovanni Boldini nacque a Ferrara, al n. 10 di via Volta Paletto (l'attuale Savonarola) in una casa all'angolo con via delle Vecchie. Fu l'ottavogenito di Benvenuta Caleffi (1811-1879) ed Antonio Boldini (1799-1872): lei era una donna ferrarese pia e benestante, mentre lui era un artista nativo di Spoleto. Battezzato il giorno stesso della sua nascita nella chiesa di Santa Maria in Vado, Giovanni aveva dodici fratelli. 
 
Affettuosamente soprannominato “Zanin” dalla famiglia, il piccolo Giovanni ricevette la cresima nel 1850 e, nel medesimo anno, fu accompagnato alla scuola elementare del quartiere San Domenico. Il Boldini, tuttavia, dimostrò sin da giovanissimo una naturale predisposizione per l'arte, tanto che già prima di imparare a scrivere riempiva i quaderni di disegni e di schizzi: a cinque anni aveva già fondato un rudimentale atelier nel granaio di famiglia. Temperamento indipendente, che mal tollerava ogni imposizione didattica, Boldini abbandonò prematuramente gli studi scolastici per imparare i primi rudimenti pittorici sotto la guida del padre Antonio, il quale seppe ben valorizzare il precoce talento del figliolo. 
 
Nel settembre 1886 Boldini fu ospite del banchiere Arthur Veil-Picard e di sua moglie nella loro villa presso Besançon in Francia (oggi nella nuova regione della Borgogna-Franca Contea parte est del paese a confine con la Svizzera); un soggiorno di grande piacevolezza, ma certo dettato dal desiderio, costante nel pittore, di coltivare nuove relazioni per ottenere prestigiose committenze. Già l’anno successivo Boldini eseguì il ritratto a pastello di Arthur, amante delle corse di cavalli e attento collezionista (dipinto la cui ubicazione è oggi sconosciuta) seduto su una sedia e colto in un momento di riposo, disinvolto nello sguardo e nel gesto, con le gambe accavallate e una sigaretta in mano; probabilmente a questo stesso periodo si può far risalire il ritratto del giardiniere dei Veil-Picard (dipinto all’interno del coperchio di una cassetta di colori, oggi a Ferrara, Museo Boldini) mentre solo dieci anni dopo Boldini ritrasse la moglie del banchiere Picard a figura intera.
 
Seduta anch’essa ma in un atteggiamento insieme raffinato e malizioso, con il braccio che sorregge la testa poggiato allo schienale di una dormeuse, la figura ricorda per questa posa il ritratto ad olio di Lady Colin Campbell (oggi a Londra presso il “Trustees of the National Portrait Gallery”) e quello del pittore James Abbot Mc Neill Whistler, eseguito nello stesso 1897 (oggi si trova a New York, presso il “Brooklyn Museum of Art”).
 
Se una certa ripetitività di pose era inevitabile per un ritrattista tanto prolifico come Boldini non dimeno sempre estremamente accurata, mai ovvia, è la resa delle espressioni e del carattere.
 
Il dipinto nello stesso anno della sua realizzazione fu esposto al “Salon” di Parigi. 
 
Tra le altre occasioni, le opere di Giovanni Boldini sono stati utilizzati alla fine degli anni 80 del secolo scorso per adornare le copertine dei 15 volumi della edizione economica Einaudi - ricca di apparati critici- della Recherche.
Di Giovanni Conticelli.