Masse e potere. Meloni vs Ferragnez, diversi piani di lettura della multa inflitta ai coniugi Fedez e Ferragni
La vicenda, poco edificante, della multa inflitta ai coniugi Fedez e Ferragni in arte "Ferragnez" dà luogo a diversi piani di lettura.
Il primo, prettamente amministrativo giudiziario, francamente di interesse limitato: come si suol dire "ci sarà un giudice a Berlino". Di maggiore interesse, invece, la lettura di uno "scontro" di sistema o forse (e meglio) tra due sistemi di potere fondati entrambi sul consenso.
Sulla formazione del consenso politico siamo tutti tributari ad Elias Canetti che nella sua opera "Masse e potere" ha delineato con chiarezza le modalità di strutturazione, aleatorietà e perdita del potere politico rappresentato dal consenso (e cioè dalla moneta elettorale).
Naturalmente Canetti scriveva in contestualità con il tragico fallimento dell'ideologia fascista italiana e di quella del nazionalsocialismo tedesco e con le modalità di "orientamento" del consenso politico coeve a quelle ideologie sia pure attraverso principi di astrazione generalizzante utilizzabili, per l'analisi del formarsi del consenso, anche in altri ambiti.
Dall'analisi dei commentatori di questi giorni sembra emergere una linea di ragionamento che ritiene il consenso dei cosiddetti "influencer", cui appartengono di diritto i Ferragnez, diversamente strutturato e strutturante da quello politico.
In buona sostanza secondo questi analisti i circa 30 milioni di "follower" che seguono costantemente i Ferragnez non sarebbero utilizzabili nè spendibili in chiave di consenso elettorale.
Ma è proprio così?
Il fascismo (non invidiabile primogenitura italica) ebbe l'intuizione di utilizzare quale elemento strutturante della propaganda la radio prima ed il cinema poi.
Il nazionalsocialismo affinò l'utilizzo della radio e e del cinema a livelli ancora più strutturanti del consenso rispetto al fascismo: basti solo pensare all'accuratezza delle immagini delle adunate notturne di Hitler, della sua discesa in aeroplano, del suo costante abbigliamento in divisa militare.
Al contrario di Mussolini (più naif sul punto) sono rarissime le immagini "in borghese" di Hitler mai in nessuna foto, come il Duce, in versione di bracciante agricolo o muratore picconatore.
La folle ideologia inerente al fascismo ed al nazionalsocialismo offusca, in larga parte, i mezzi che la resero possibile.
Certo la violenza, la militarizzazione, le enormi masse di sbandati (giovani ed armati) in cerca di riscatto.
Tutto vero.
Ma quale elemento di coesione e strutturazione in gruppo di consenso coeso non possono essere sottaciuti i media di allora e cioè radio e cinematografo.
Il primo con la forza unificante della parola ed il secondo con la suggestione e seduzione dell'immagine con sapiente sfruttamento di quelli che oggi chiameremo "neuroni specchio".
Sottovalutare quindi il peso che alcuni "oligarchi del web" (e rubo la definizione al Presidente Mattarella) dimostrano di avere anche su un terreno diverso da quello della pubblicità commerciale ed industriale è, sul piano politico, più che un crimine: è un errore. E gli errori, sul piano politico, secondo la lezione di Talleyrand, pesano addirittura più dei crimini.
Nel riferimento della Meloni ai Ferragnez finti portatori di buonismo non credo vi sia un elemento personalistico in sè considerato.
Tale affermazione nasce, probabilmente, da una lunga attenzione alle modalità operative dei Ferragnez quali "influencer" proiettati, come in un piano inclinato, alla trattazione di temi prettamente politici senza necessità dell'assunzione di diretta responsabilità politica.
Il posizionamento di influencer seguiti da oltre 30 milioni di seguaci su temi politici con posizioni nette (nel caso in esame apertamente contrarie a tutte le forze di governo) permette di fare politica senza formalmente fare politica, di influenzare il consenso senza assunzione di diretta responsabilità.
Quello che è in atto è probabilmente l'inizio di uno scontro tra poteri che si rivolgono entrambi alle masse: i Ferragnez vivono del seguito social dei follower e senza i medesimi non avrebbero nè soldi nè contratti. I partiti vivono del consenso della moneta elettorale: in assenza del quale o sono ridimensionati o, addirittura, spariscono. Ma la base soggettiva è la medesima.
I 30 e passa milioni di follower dei Ferragnez sono anche elettori. Non bisogna farsi ingannare dai diversi approcci.
Il mondo degli influencer (e soprattutto delle influencer) risulta dominato da quello che gli americani chiamano "capitale erotico": e cioè la capacità di essere seducenti e seduttivi e di utilizzare con intelligenza la propria seducenza e seduttività in ambito professionale e commerciale.
Inutile dire ipocritamente che il "capitale erotico" non conti.
I paesi anglosassoni, meno ipocriti di noi, sanno da tempo, nelle loro indagini sociologiche, il peso che la seduttività, a parità di bravura, esercita in ogni ambito lavorativo ed artistico.
Nella politica sulla "seduttività del capo", sul "corpo del capo" è stato scritto tanto prima, e meglio, ma la seduttività senza un'ideologia, un'idea di strutturazione della società e della sua componente soggettiva, rimane priva di efficacia.
Il sistema della politica, in sintesi, comincia a reagire a quelle forme di seduttività del consenso su temi politici anticamera dell'infantilismo politico.
Una considerazione.
In Italia un movimento politico (5 Stelle) in un dato momento maggioritario è stato fondato da un comico, Beppe Grillo.
In Ucraina il Presidente Zelensky è un attore professionista.
Quando l'allora attore Reagan si candidò per la presidenza degli Stati Uniti i suoi detrattori lo irridevano con riferimento alla mediocrità delle sue interpretazioni e "...tosto il riso si tramutò in un pianto".