"Integrazione Ovale" di Carla Accardi: l'espressione artistica di rilievo in un mondo che non conosceva i collegamenti digitali in grado di annullare lo spazio

Bisognava però essere "di sinistra", possibilmente marxisti. Nel 1951 iniziano a circolare le fotografie di Namuth che ritraggono Jackson Pollock nel processo creativo dei suoi drippings, mentre cammina e danza intorno alle tele intonse stese a terra: la Accardi lo imita e ritrova la creatività

“Integrazione Ovale” è un dipinto caseina su tela di 131 x 197 cm realizzato nel 1958 dalla pittrice italiana Carla (nata Carolina) Accardi (Trapani, 9 ottobre 1924 - Roma, 23 febbraio 2014).

Artista tra le più originali dell'arte del secondo dopoguerra italiano, era cugina della scrittrice Evi Zamperini Pucci e di Elda Pucci, entrambe trapanesi, la prima tra i principali esperti italiani di Ikebana, la seconda pediatra docente universitaria, parlamentare europea e sindaco di Palermo dal 1983 al 1984, prima donna sindaco di una grande città italiana - durante il suo mandato per la prima volta il comune di Palermo si costituì parte civile in un processo di mafia-.

Dopo aver conseguito la maturità classica al Liceo Ximenes di Trapani, si trasferì a Palermo per gli studi all'Accademia di Belle Arti, conclusi nel 1947. Spostatasi a Roma, frequentò l'Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70. Nel 1947 con Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Concetto Maugeri, Perilli, Antonio Sanfilippo - anch’egli originario della provincia di Trapani (di Partanna) - e Turcato, fondò il Gruppo Forma 1 di ispirazione formalista e marxista. Nel 1949 sposò Antonio Sanfilippo che verrà a mancare nel 1980.

Da allora il suo impegno nella pittura non conoscerà alcuna sosta e la porterà a ricercare sempre nuovi mezzi di espressione che per un periodo comporteranno anche l’abbandono della tela per giungere a materiali plastici e tridimensionali.

Già in vita Carla raggiunse la notorietà internazionale partecipando alla Biennale di Venezia nel 1988 e donando, nel 2002, alcune sue significative opere alla Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York (le opere donate si trovano oggi esposte nella sede di Venezia della Fondazione Guggenheim).

Dal 1987 le sue più che numerose opere sono state messe in vendita dalle principali case d’aste internazionali, la prima fu’ Christie’s (la più grande casa d’aste del mondo fondata nel 1766 a Londra ma dal 1988 di proprietà del francese François Pinault). Anche quando l’artista era in vita le opere dell’Accardi hanno avuto spesso la caratteristica di raggiungere prezzi di aggiudicazione multipli del valore massimo della stima assegnata a base d’asta. Caratteristica, questa, che al di là del valore artistico intrinseco delle opere, si presume l’abbia resa particolarmente gradita a collezionisti e mercanti d’arte di tutto il mondo.

“Integrazione Ovale” è stata posta in vendita il 27 novembre 2018 dalla casa d’aste Dorotheum di Vienna (fondata nel 1707) ed è stata aggiudicata ad un collezionista privato per 295.800 euro partendo da una stima a base d’asta che andava dai 160.000 ai 240.000 Euro. L’opera proveniva da un collezionista europeo ed in precedenza aveva fatto parte di collezioni in Roma, Torino e Milano. Nel 1961 fu esposta a Tokyo.

Nei primi anni cinquanta risultano evidenti le premesse di una profonda internazionalizzazione della cultura artistica italiana, che è profondamente permeata dagli stimoli provenienti tanto dall’esterno quanto dall’interno del territorio: i galleristi italiani guadagnano un numero sempre maggiore di esposizioni oltreoceano, Venturi tiene lezioni sulle avanguardie newyorkesi e scrittori come Flaiano, Moravia ed Elsa Morante accentuano la derealizzazione della scrittura a favore di un linguaggio immaginario; nel ’51 iniziano a circolare le fotografie di Namuth che ritraggono Pollock nel processo creativo dei suoi drippings, mentre cammina e danza intorno alle tele intonse stese a terra.
Nasce così l’idea dei primi bianco su nero: “Era stato un anno di crisi, ero molto scoraggiata e credevo di non poter fare più niente della pittura. E in isolamento ho iniziato a dipingere direttamente a terra, a tracciare dei segni. Però ho usato il bianco su nero perché nero su bianco non mi stimolava per la sua ovvietà, per il fatto che l’artista deve avere in quel particolare momento una sensazione di unicità, di novità che lo spinga.”

Dal 26 settembre 2020 al 10 gennaio 2021 alcune opere di Carla Accardi insieme ad alcune altre del marito Antonio Sanfilippo sono “tornate” in provincia di Trapani - precisamente a Marsala- per una bella mostra curata da Sergio Troisi poi prolungata fino alla fine di febbraio 2021, mostra che però a causa dell’emergenza Covid non ha avuto il successo di pubblico che meritava.

Di Giovanni Conticelli.