Palazzo Reale di Milano, un'installazione di Federica Marangoni in occasione di BookCity: il ruolo della parola scritta come specchio dell'animo umano

L'opera è una scultura strutturata su vari livelli sia creativi che emotivi i quali attraverso i materiali che da sempre sono una caratteristica storica dell'artista veneziana il ferro, il vetro e la luce trasmettono una emotività ed un coinvolgimento immediato che raramente lo spettatore percepisce di fronte ad una opera d'arte

il Palazzo Reale di Milano in occasione delle giornate di Book City ospita nella corte interna un' affascinante lavoro di Federica Marangoni dal titolo: LA LUCE DELLA MENTE- un'insegna urbana.

Palazzo Reale di Milano, un'installazione di Federica Marangoni in occasione di Bookcity

L'opera è una scultura strutturata su vari livelli sia creativi che emotivi i quali attraverso i materiali che da sempre sono una caratteristica storica dell'artista veneziana il ferro, il vetro e la luce trasmettono una emotività ed un coinvolgimento immediato che raramente lo spettatore percepisce di fronte ad una opera d'arte.

Il grande libro che ha voluto presentare in Milano reca nel dorso a grandi lettere la parola HUMANITY ma senza il punto di domanda: è uno dei tanti sassi che nella sua lunga ed affermata carriera ha gettato nello stagno. Mai è una parola cosi violentemente di attualità come ora, esiste ancora in questo martoriato mondo l'umanità o dobbiamo credere alla triste realtà: homo homini lupus?

Ecco il grido della sua arte

Molteplici sono i riferimenti storici ai suoi precedenti lavori che sono presenti in molti spazi pubblici e musei del mondo sempre con luce, parole e ferro. Ricordo uno dei molteplici presentati durante una Biennale di Venezia tanto caro al comune amico Pierre Restany che chiamava Federica "La regina della luce" perché Lei riusciva a far uscire la libertà che possiede la luce anche attraverso la gabbia creata dalla cattiveria umana.

Le parole in un accecante neon blu sono dardi dell'oggi lanciati verso una speranza che mai bisogna abbandonare anche nei momenti più bui del nostro contemporaneo.

Una scultura che per il coraggio che possiede meriterebbe una ospitalità perenne nella capitale meneghina

Questo monumentale lavoro site specific è stato promosso dal Comune di Milano-Cultura quasi a volere accomunare la sensibilità dei milanesi ad un momento storico di tristezza ma anche ad abbracciare il lavoro di un artista che ci vuole ricordare attraverso le sue opere che dobbiamo cercare quella luce che ci può portare verso un mondo più vivibile per tutti.

Di Daniele Crippa.