"Donna in blu che legge una lettera": il maestro olandese Vermeer all'apice del successo

Voci minoritarie affermano che il dipinto è un falso e che esso non è opera di Jan Vermeer ma è invece opera di uno dei più noti falsari del secolo scorso, l'olandese Han van Meegeren. Vi è però una incompatibilità di date che esclude la possibilità del falso

“Donna in blu che legge una lettera” è un dipinto olio su tela di 46.5× 39cm del maestro olandese Johannes van der Meer, solitamente abbreviato in Jan Vermeer (Delft, ottobre 1632 – Delft, 15 dicembre 1675) realizzato nel 1663. Il dipinto si trova oggi ad Amsterdam e precisamente al Rijskmuseum nella “Galleria d’Onore”, in prestito dalla Città di Amsterdam che lo ha acquistato nel 1885.

Della vita di Vermeer si conosce molto poco: le uniche fonti sono alcuni registri, pochi documenti ufficiali e commenti di altri artisti. La data di nascita non si conosce con precisione, si sa solamente che venne battezzato il 31 ottobre 1632, nella chiesa protestante di Delft. Il padre Reynier era un tessitore di seta della classe media, che si occupava anche di commercio di opere d'arte. La madre Digna era di Anversa: sposò Reynier Vermeer nel 1615. Nel 1641 la famiglia acquistò una locanda, la Mechelen, dal nome di una famosa torre del Belgio, che si trovava nei pressi della piazza del mercato. Reynier affiancò al mestiere di mercante d'arte e tessitore quello di locandiere. Dopo la morte del padre, nel 1652, Johannes ereditò sia la locanda sia gli affari commerciali del padre.

Nonostante fosse di famiglia protestante, Jan sposò una giovane cattolica, Catherina Bolnes, nell'aprile del 1653. Oltre alle differenze religiose, vi era anche una diversità di censo tra i due coniugi, infatti la famiglia della donna era più ricca di quella di Vermeer. Sembra che egli stesso si fosse convertito prima del matrimonio, poiché i figli ebbero nomi di santi cattolici invece che dei suoi genitori; inoltre, uno dei suoi dipinti, l'Allegoria della fede, rispecchia la fede nell'Eucaristia, ma non si sa se si riferisca a quella dell'artista o del committente.

Qualche tempo dopo le nozze, la coppia si trasferì sempre a Delft dalla madre di Catherina, Maria Thins, una vedova benestante, che viveva nel quartiere cattolico della città: qui Vermeer avrebbe vissuto con la famiglia per tutta la vita. Maria ebbe un ruolo fondamentale nella vita del pittore: non solo la prima nipote venne chiamata con il suo stesso nome, ma anche usò la propria rendita per sostenere il genero che cercava di imporsi nel mondo dell'arte. Johannes e la moglie ebbero in tutto quattordici figli, tre dei quali morirono prima del padre.

Il suo apprendistato cominciò nel 1647, forse presso Carel Fabritius. Il 29 dicembre 1653, Vermeer divenne membro della Gilda di San Luca. Dai registri di questa associazione di pittori si sa che l'artista non era in grado di pagare la quota di ammissione, il che sembrerebbe indicare difficoltà finanziarie. Successivamente la situazione migliorò: Pieter Van Ruijven, uno dei più ricchi cittadini, divenne il suo mecenate e acquistò numerosi suoi dipinti.

Nel 1662 Vermeer venne eletto capo della Gilda e confermato anche negli anni successivi, segno che era considerato un rispettabile cittadino. Tuttavia, nel 1672 una pesante crisi finanziaria, provocata dall'invasione francese della Repubblica delle Sette Province Unite, provocò un crollo delle richieste di beni di lusso come i dipinti e, di conseguenza, gli affari di Vermeer come artista e mercante ne risentirono, costringendolo a chiedere dei prestiti.

Alla sua morte nel dicembre del 1675, Vermeer lasciò alla moglie e ai figli poco denaro e numerosi debiti. In un documento, la moglie attribuisce la morte del marito allo stress dovuto ai problemi economici. Catherina chiese al Consiglio cittadino di accettare la casa e i dipinti del marito come pagamento dei debiti: diciannove opere rimasero a Catherina e Maria.

Vermeer fu maestro nel ritrarre ambienti della vita quotidiana borghese. Nei suoi dipinti appare una borghesia attenta ai valori del lavoro, della famiglia, alla cura dei figli e serenamente impegnata nelle faccende della vita domestica, circondata da oggetti ricercati e di lusso. I personaggi, soprattutto le donne, sono sorpresi mentre compiono azioni quotidiane, semplicissime, come leggere una lettera, versare il latte in una brocca, bere un bicchiere di vino, all'interno di un ambiente sobrio e rassicurante.

In “Donna in blu che legge una lettera”, Vermeer condivide il momento intimo di una donna che legge una lettera privata. Lo spettatore non può vedere cosa dice, ma l'espressione facciale del soggetto suggerisce che si tratta di una notizia sorprendente. Un filo di perle e un altro pezzo di carta si trovano sul tavolo davanti a lei. A quel tempo, le perle erano viste come un simbolo di verginità oltre che di ricchezza, quindi alcuni critici hanno interpretato le perle come il simbolo di un amante o di un marito. Il suo stomaco arrotondato suggerisce che sia incinta, tuttavia, alcuni storici ritengono che la sua grande forma sia semplicemente dovuta agli abiti che indossa. La mappa dei Paesi Bassi suggerisce anche il viaggiare e che forse sta aspettando che suo marito torni da qualche parte. Il tema delle mappe e caro e ricorrente per Vermeer: quella di questo dipinto in particolare è riprodotta anche in altre opere del maestro olandese; qui la particolarità è che però la mappa ha il medesimo colore del volto della donna.

L'abbondanza di blu in questo dipinto cattura immediatamente l'attenzione dello spettatore. Il soggetto femminile indossa una giacca blu, ma la stanza dispone anche di sedie blu e appendiabiti blu. Vermeer era noto per il suo amore per la tonalità e spesso nel suo lavoro usava il costoso pigmento blu - ricavato all’epoca dai lapislazzuli provenienti dall’Afghanistan -. Misteriosamente mentre la mappa e la sedia proiettano la propria ombra sul muro, nessuna ombra è invece proiettata dalla donna.

Voci minoritarie affermano che il dipinto è un falso e che esso non è opera di Jan Vermeer ma è invece opera di uno dei più noti falsari del secolo scorso, l'olandese Han van Meegeren. Questo abilissimo falsario, utilizzando le stesse tecniche pittoriche dell'artista, creò numerosi dipinti con composizioni del tutto originali riuscendo a spacciarli come opere autentiche di Vermeer, tanto che all’inizio del novecento molti famosi collezionisti e alcuni dei più importanti musei d'Europa acquisirono questi dipinti nelle proprie collezioni. Da notare però che la città di Amsterdam ha acquisito “Donna in blu che legge una lettera” nel 1885 mentre van Meegeren nacque nel 1889, solo 4 anni più tardi.

di Giovanni Conticelli