“Un anno, una notte” dopo il Bataclan
E' il cammino forzato dalla violenza della morte che porta a fasi alterne due giovani a mettersi nuovamente in discussione. La pellicola, a quasi un anno e mezzo dalla sua prima visione, mantiene ancora oggi la sua empatia berlinese
Giovani e innamorati con il desiderio di una solida vita di coppia. Sono due trentenni sopravvissuti alla drammatica notte dell’attentato al Bataclan. “Un anno, una notte” è una storia realmente accaduta, pubblicata dallo spagnolo a Parigi Ramón González, che ha narrato la vicenda in un volume dal titolo: “Pace, amore e Death Metal”. Céline e Ramon, interpretati da Noémie Merlant e Nahuel Pérez Biscayart, reagiscono in modo differente alla tragedia subita, che viene raccontata nel corso della pellicola in maniera disorganica, per mezzo della dinamica psicologica della mente in una sorta di sindrome da stress post traumatico. Lei non vuole più ricordare, sembra in grado di tornare alla sua vita. Lui invece cerca di tornare a quella notte e comprendere realmente cosa è successo a lui e a Céline. La coppia si era separata proprio all’inizio del concerto, ancora prima dell’irruzione dei terroristi nella sala concerti. Ramon accusa anche attacchi di panico violenti che lo immobilizzano, dipende dalla presenza e dall’amore della sua fidanzata. Delle diverse pellicole che raccontano quella tragedia, l’orientamento artistico di Isaki Lacuesta è stato di mostrare, con cura l’esplosione di violenza all’interno del Bataclan, intrecciandone la descrizione con recupero postraumatico. Non mancano momenti di ordinarietà che risultano di impatto enorme, pur nella loro apparente quiete come la mattina e i giorni successivi, come chi abitava a Parigi (tra cui il produttore spagnolo Ramón Campos) rammenta. Quello che colpisce e coinvolge di “Un anno, una notte” è l’iperrealismo delle immagini, ovvero la necessità della macchina da presa di aderire ai corpi e ai ricordi, per superare qualcosa di estremamente violento, ma anche diabolicamente immateriale come un ricordo che sfuma. La luce del giorno che filtra dalle grandi finestre degli immobili parigini, i letti non rifatti, gli orari sfalsati di due persone che ripropongono gesti quotidiani mandati a memoria pur non trovando più la passione originaria di coppia, forse il loro stesso senso della esistenza. L’amore è messo a dura prova dagli eventi indotti dal terrorismo islamico. “Un anno, una notte” è il cammino forzato dalla violenza della morte che porta a fasi alterne i due giovani a mettersi nuovamente in discussione. I corpi e le anime di Céline e Ramon sono così una proiezione scenica, di ciak in ciak, delle loro stesse fragilità scarne e laconiche. Niente sarà come prima. E’ necessario comunque proiettarsi nel presente e nel futuro esistenziale. La pellicola drammatica spagnola e francese, diretta da Isaki Lacuesta, ha registrato l’empatia del pubblico berlinese per mezzo delle convincenti prove sul set di Nahuel Pérez Biscayart e Noémie Merlant, non si tratta dunque di una semplice eco del libro “Paz, amor y death metal” di Ramón González, è stata presentata in anteprima al 72° Festival Internazionale del Cinema di Berlino il 14 febbraio 2022, mantiene ancora oggi, dopo una seconda visione, la sua empatia berlinese.