Il “Ritratto di Gitta Wallerstein“, l’opera di Oskar Kokoschka il “più degenerato tra i degenerati”
Così definito dai nazionalsocialisti tedeschi negli anni 30 del novecento, all’apice del successo internazionale fu costretto a rifugiarsi in Inghilterra prima di stabilirsi definitivamente in Svizzera
“Ritratto di Gitta Wallerstein” è un dipinto olio su tela di 85 x 60 cm realizzato nel 1921 a Dresda dal pittore espressionista e drammaturgo austriaco Oskar Kokoschka (Pöchlarn (Austria), 1º marzo 1886 – Montreux (Svizzera), 22 febbraio 1980). Oggi si trova in uno dei 12 musei che costituiscono le “Collezioni d’Arte di Dresda ( “Staatliche Kunstsammlungen Dresden”) e precisamente al museo “Galleria dei nuovi mestieri” (“Galerie Neue Meister”) in Tzschirnerpl, 2, presso il Palazzo Albertinum, piano superiore, stanza tredici.
Oskar Kokoschka dipinse questo suo famoso ritratto nel 1921 nel suo tipico blu intenso con ampie pennellate. La figlia di 10 anni del mercante d'arte ebreo Victor Wallerstein di Berlino viene mostrata in grande stile. Il viso della ragazza con i grandi occhi azzurri si trova brillantemente al centro dell'immagine, che per il resto è composta da diverse tonalità di blu e verde, i colori dell’Elba che scorre alle spalle della ragazza. Sembra anche più grande a causa dei suoi capelli raccolti. Gitta in seguito divenne una ballerina ed emigrò in Svizzera durante l'era nazista, poi negli Stati Uniti.
È solo nel 2015 che la Staatliche Kunstsammlungen Dresden (Galerie Neue Meister) ha acquisito il dipinto da una collezione privata (quella del Dr Peter Hahn) dopo che era stato prestato all'Albertinum (Dresda) dal 2005.
Oskar era il secondogenito di Gustav Josef Kokoschka, un orafo ceco, e Maria Romana Kokoschka (nata Loidl). Il fratello maggiore morì in tenera età nel 1887; egli aveva una sorella, Berta (nata nel 1889) ed un fratello, Bohuslav (nato nel 1892). Oskar credeva fortemente nei presagi, spronato dalla storia di un incendio scoppiato a Pöchlarn poco dopo che la madre lo aveva dato alla luce. La vita di Kokoschka non fu facile, principalmente a causa della mancanza di aiuto economico da parte del padre. La sua famiglia si trasferiva continuamente in appartamenti sempre più piccoli, sempre più lontano dal fiorente centro della città di Vienna dove si era trasferita.
Concludendo che suo padre fosse un incapace, Kokoschka iniziò a rivolgersi alla madre; si sentiva egli stesso a capo della famiglia e continuò a sostenerla quando ne ebbe le possibilità economiche. Kokoschka frequentò la scuola secondaria alla Realschule, dove veniva data importanza allo studio di materie moderne come la lingua e le scienze. Kokoschka non era interessato a queste materie; scoprì infatti di eccellere unicamente nel disegno, e trascorreva la maggior parte del suo tempo leggendo letteratura classica durante le lezioni. Si dice che quest'educazione alla letteratura classica abbia influenzato le sue opere d'arte.
Uno dei suoi professori suggerì che Kokoschka proseguisse scegliendo una carriera votata alle belle arti. Contro la volontà di suo padre, Kokoschka fu ammesso alla Kunstgewerbeschule (Università di Arti applicate), dove fu attratto dalle opere barocche di Franz Anton Maulbertsch, dal nuovo stile di Gustav Klimt e dalla pittura incisiva di Lovis Corinth. La sua formazione artistica è da ricondurre all'ambiente della Secessione Viennese. Studiò a diretto contatto con Gustav Klimt, grazie al quale fu presentato al pubblico viennese durante il Kunstschau (Art Show) del 1908. Proprio in quest'occasione l'artista si fece notare dalla critica, che gli attribuì l'appellativo di “super selvaggio”. Le sue opere, infatti, rifuggivano da ogni ideale di bellezza e di grazia e mettevano a nudo invece gli aspetti più duri e sconcertanti dell'esistenza.
Si ritiene probabile un’influenza della sua opera di questo su molti artisti dell’avanguardia viennese tra i quali Egon Schiele.
La conoscenza con Alma Mahler (1879-1964), la vedova del compositore Gustav Mahler (1860-1911), ha cambiato la sua vita e il suo stile pittorico. Visse con lei dal 1912 al 1915, ma il suo grande amore - documentato in appassionata corrispondenza - alla fine rimase insoddisfatto. Nel 1914 Alma Mahler rimase incinta e fece abortire suo figlio contro la volontà di Kokoschka. Kokoschka si è poi separato da lei e si è offerto volontaria per il servizio militare durante la prima guerra mondiale. Rientra a Vienna gravemente ferito.
Dal 1916 al 1924 Kokoschka ha tenuto una cattedra presso l'Accademia d'arte di Dresda e ha viaggiato attraverso l'Europa, il Nord Africa e il Medio Oriente. Dopo un grande successo nel padiglione tedesco alla Biennale d'arte di Venezia nel 1922, si dedica alla sua carriera internazionale. Soprattutto, ha prodotto ritratti profondamente empatici.
Dal 1931 Kokoschka fece il pendolare tra Vienna e Parigi e nel 1933 fuggì a Praga, dove incontrò la sua futura moglie Olda Palkovská. I nazionalsocialisti lo hanno definito "il più degenerato dei degenerati". Nel 1938 dovette emigrare in Inghilterra dopo che oltre 400 delle sue opere erano state confiscate e in parte distrutte dai nazisti. Ha sposato Olda in un rifugio antiaereo a Londra. Successivamente ha acquisito la cittadinanza britannica, ma ha preso di nuovo la cittadinanza austriaca nel 1975. Nel 1953 Kokoschka si trasferì in Svizzera, dove morì nel 1980.
Di Giovanni Conticelli.