Artigianato e Palazzo annuncia la nuova campagna di raccolta fondi “Abbraccia la Loggia del Buontalenti”

In occasione della XXIX edizione della Mostra che si svolgerà dal 15 al 17 settembre 2023 al Giardino Corsini di Firenze, Artigianato e Palazzo annuncia la campagna di raccolta fondi “Abbracciala Loggia del Buontalenti” per il restauro di uno dei luoghi simbolo della Mostra

Dopo quanto fatto in passato per il Museo Ginori, il Museo Stibbert, il Cimitero Monumentale degli Allori, la Chiesa Russa Ortodossa, la Fonte della Fata Morgana, la nuova raccolta fondi promossa da Artigianato e Palazzo contribuirà al restauro della seicentesca Loggia del Buontalenti di Palazzo Corsini a Firenze, classificata come “bene monumentale” da tutelare e salvaguardare.Come da progetto già approvato dalla Soprintendenza, sono in corso le indagini diagnostiche per poi avviare gli interventi di restauro e recupero conservativo che riguarderanno la Loggia, la Fontana e la terrazza sovrastante.

“Artigianato e Palazzo combina l’apertura al pubblico del giardino e della Loggia di Palazzo Corsini alla raccolta fondi da destinare al restauro, un’iniziativa prestigiosa e meritoria – che mi auguro abbia il successo e la partecipazione anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni”, Antonella Ranaldi, Soprintendente Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato.

Realizzata nel 1591 su progetto di Bernardo Buontalenti, la Loggia si presenta sopraelevata rispetto al giardino da un basamento e vi si accede tramite due scalinate ai lati e una centrale. La Loggia è costituita da quattro pilastri che sorreggono tre volte a vela a pianta quadrata, al di sopra delle quali si trova il terrazzo. Da una prima campagna diagnostica finalizzata alla caratterizzazione dei materiali e definizione del grado di ammaloramento del bene – redatta dal professor Carlo Alberto Garzonio per l’analisi dello stato dei manufatti in pietra serena e dall’ingegnere David Guidi per gli aspetti strutturali - emerge una condizione di fatto caratterizzata da un marcato stato di degrado superficiale di tutti i materiali e la necessità di una valutazione accurata per la salvaguardia dei vari componenti edilizi (basamento, colonne, archi, volte...) la cui metodologia di restauro sarà precisatadai risultati delle indagini di approfondimento in accordo con la Soprintendenza. Gli intonaci saranno in massima parte conservati e solo laddove le condizioni di degrado ne impediranno il consolidamento saranno demoliti e ricostruiti con malte a base di calce, aventi le stesse caratteristiche composizionali di quelle originarie e i lavori di restauro verranno eseguiti da restauratori iscritti all’elenco del Ministero della Cultura  secondo settori specifici  Al termine dei lavori il Giardino Corsini sarà fruibile gratuitamente al pubblico secondo le indicazioni di una Convenzione che verrà stipulata in seguito con gli Enti preposti. Ad Artigianato e Palazzo, la Loggia del Buontalenti è da sempre punto di incontro: agorà di artigiani, visitatori, autorità e istituzioni. Ma non solo, negli ultimi anni è il palcoscenicoriservato agliartisti,selezionati per talento e generosità,che hanno l’opportunità di esporre in uno straordinario scenario di contaminazioni tra antico e contemporaneo. A sostegno della campagna “Abbracciala Loggia del Buontalenti” gli organizzatori hanno chiamato l’artista anglo-norvegese Magnus Gjoen che realizzerà una serie limitata e da collezione di “palle di neve” ispirate a stilemi tardo rinascimentali e barocchi. L’arte di Gjoen mette in discussione lo stesso concetto di bellezza, sovrapponendo stili e allusioni diverse, combinandole con l’estetica della street art e della pop art. L’intero ricavato delle donazioni ricevuteper le  opere confluirà nella raccolta fondi. “Grazie al contributo di tanti,noi di Artigianato e Palazzoci impegniamo a rendere la Loggia del Buontalentiuno spazio ancor più collettivo e offrire al nostro pubblico un programma di eventi, appuntamenti, mostre, che siano spunto di confronto e riflessione, per costruire il futuro dell’artigianato e consegnarlo alle nuove generazioni “, dichiara Neri Torrigiani organizzatore di Artigianato e Palazzo.

Per informazione e donazione: www.artigianatoepalazzo.it

La campagna si può sostenere in qualsiasi momento con una donazione libera:

Bonifico Bancario: 

ASSOCIAZIONE GIARDINO CORSINI

c/c n. 50459100000004030 Intesa Sanpaolo Spa - Agenzia 8 / Via il Prato, Firenze 
IBAN: IT09 K030 6902 9921 0000 0004 030  -   SWIFT: BCITITMMXXX

Causale: ABBRACCIA LA LOGGIA DEL BUONTALENTI

Anche con:

PayPalhttps://www.paypal.me/ARTIGIANATOEPALAZZO

La Mostra Artigianato e Palazzo botteghe artigiane e loro committenze è organizzata e promossa dall’Associazione culturale Giardino Corsini - senza scopo di lucro  e presieduta da Sabina Corsini - impegnata nella valorizzazione e tutela della qualità delle eccellenze artigianali, del valore del fatto a mano e dell’importante patrimonio di conoscenza e tecniche tramandato dai veri maestri artigiani, unici protagonisti del Made in Italy.

Comitato Promotore 2023

Stefano Aluffi Pentini, Jean Blanchaert, Marcantonio Brandolini d'Adda, Fausto Calderai, Nicolò Castellini Baldissera, Chiarastella Cattana, Matteo Corvino, Benedikt Bolza, Maria de’ Peverelli, Viola Emaldi, Elisabetta Fabri, Maria Sole Ferragamo, Drusilla Foer, Barnaba Fornasetti, Bona Frescobaldi, Alessandra Galtrucco, Alvar Gonzales Palacios, Francesca Guicciardini, Ferruccio Laviani, Federico Marchetti, Alessia Margiotta Broglio, Martino di Napoli Rampolla, Carlo Orsi, Beatrice Paolozzi Strozzi, Natalie Rucellai, Maria Shollenbarger, Luigi Settembrini, Guido Taroni, Simone Todorow.
 

CENNI STORICI DEL COMPLESSO DEL PALAZZO CORSINI

Fin dal 1284, data di costruzione della terza ed ultima cerchia di mura che aveva lasciato all’interno della città vasti spazi inutilizzati, “Il Prato d’Ognissanti”, che dava il nome alla Porta omonima, era un vasto triangolo erboso dove si tenevano mercati ed esercitazioni militari, dove avveniva il pubblico passeggio e dove, durante le feste di San Giovanni, San Pietro e San Vittorio, si correva quella specie di palio fiorentino chiamato la Corsa dei Berberi (così chiamata perché i cavalli che vi partecipavano dovevano essere di razza berbera) che da tempi antichissimi era richiamo di grandi folle. Le grandi estensioni erbose ad uso pubblico erano parte integrante della struttura sociale e commerciale delle città medioevali, fino a tutto il Rinascimento. Il Prato a Firenze così come il Prater a Vienna o il Prado a Madrid costituivano un importante punto di aggregazione per tutta la popolazione. Si sa per certo che Firenze non faceva eccezione in questo senso e che nel XVI secolo il Prato era una vasta estensione di terreno fiancheggiata da modeste abitazioni e da due conventi: il monastero di Santa Maria ed il monastero di Sant’ Anna. Fu nell’area libera in mezzo a questi due conventi che nel 1591 Alessandro Acciaioli, appassionato botanico, decise di costruire una residenza di campagna. Dette l’incarico a Bernardo Buontalenti che poté portare l’edificio ad un buon grado di definizione fino al momento in cui, per sopravvenute difficoltà economiche, il suo committente fu costretto a sospenderne la costruzione. Nel 1621 “un casamento grande, cominciato e non finito, con giardino, una ragnaia e un semplicista” fu acquistato da Filippo Corsini e da sua moglie Maddalena Rinuccini che conferirono incarico a Gherardo Silvani di portare a termine sia la villa sia il giardino. Negli anni seguenti e per tutto il secolo successivo il casino sul Prato fu, nei mesi estivi, centro della vita di società: l’importanza della famiglia e la bellezza del luogo attirarono ospiti illustri ed anche membri di famiglie regnanti. Nel 1834 l'edificio, che aveva avuto origine come “casino di campagna” di uso esclusivamente estivo, divenne la dimora abituale di don Neri, marchese di Laiatico, e di sua moglie Eleonora che lo preferivano al palazzo di famiglia in via del Parione. Nel 1860 fu affidato l’incarico ad Ulisse Faldi di disegnare un ampliamento del palazzo esistente per adeguarlo alle mutate necessità della famiglia. In realtà il Faldi disegnò, contiguo al primo, un nuovo palazzo che ebbe come elemento caratterizzante un lungo terrazzo sulla facciata principale da cui la famiglia Corsini e i numerosi ospiti potevano assistere alla famosa Corsa dei Berberi. Un discorso a parte merita il giardino. La facciata del palazzo nasconde infatti, oltre l’androne anticamente adibito al passaggio delle carrozze, uno dei giardini più affascinanti di Firenze. Non bisogna dimenticare che la prima originaria costruzione fu un “casino di campagna” a corredo di un’area desinata da Alessandro Acciaioli, appassionato botanico, alle coltivazioni arboree. Una volta acquistata la proprietà dai Corsini, a Lorenzo Silvani fu affidato l’incarico non solo di completare la villa ma anche il giardino, la cui estensione si era nel frattempo notevolmente accresciuta in seguito ad ulteriori acquisti. Ampio ma non profondo, il giardino fu impostato lungo un viale centrale che dalla facciata posteriore del palazzo giunge fino a via della Scala, spartendo gli spazi laterali con aiuole geometriche bordate di bossolo e arricchite da conche di terracotta per gli agrumi. Per accrescere la modesta profondità del giardino il Silvani ricorse ad un artificio prospettico, ponendo lungo il viale principale le statue con i relativi basamenti di altezze prospetticamente digradanti, creando un effetto di maggior profondità. A conferma del fatto che il punto di vista principale era a quello dal loggiato posteriore del casino verso via della Scala e non viceversa, si può constatare che il putto ed i due leoni che sovrastano il cancello ed i pilastri laterali si presentano con il volto ed i musi rivolti verso l’interno e non verso la strada come sarebbe logico aspettarsi. Nel XVIII secolo il cardinale Neri Corsini junior collocò fra il verde della loggia diversi reperti archeologici, ma fu solo nel secolo successivo che vennero effettuati interventi di un certa rilevanza, dando al giardino un’impronta romantica: furono creati dei boschetti, una montagnola e un laghetto che ancora oggi sono leggibili nelle masse boscose che chiudono come due quinte verdi il giardino con i parterres geometrici, le limonaie conil pavimento di terra, grandi portelloni di legno, larghi muretti per sostenere le conche di agrumi e un prato con tigli secolari. L’ultimo intervento, in ordine di tempo, sul giardino è stato effettuato da Oliva di Collobiano con l’inserimento di essenze a fioritura primaverile: cisto rosa e rosso, lavanda, rose, peonie e ciliegi da fiore.

EVOLUZIONE STORICO-ARCHITETTONICA DEL COMPLESSO

L’origine dell’intero complesso può senza difficoltà essere individuata in quella residenza di campagna, definita come “casamento grande”, la cui costruzione fu iniziata su progetto di Bernardo Buontalenti e terminata da Gherardo Silvani. Sembra che al momento dell’acquisizione del complesso da parte dei Corsini la costruzione iniziata dal Buontalenti fosse in realtà quasi terminata. Essa consisteva in un edificio caratterizzato da un piano terreno molto rialzato rispetto al livello del prato e ben aperto alla luce del giardino: l’ambiente essenziale dell’intero edificio era infatti una grande terrazza coperta. Altro elemento attribuibile con una certa sicurezza al Buontalenti sono le grandi finestre inginocchiate, mentre sembra che siano state eseguiti su disegno del Silvani alcuni particolari degli ambienti al piano terreno, quali le decorazione araldiche di alcuni architravi. Alcuni interventi importanti vennero effettuati dopo il 1834 quando furono eseguiti lavori sia di carattere architettonico che decorativo: venne rialzato il tetto, si costruì una nuova scala a pozzo, un grande stemma di famiglia affiancato a due ippogrifi fu posto sulla facciata del palazzo e alcune sale furono affrescate. Tra gli artisti coinvolti in questo progetto si possono ricordare Ulisse Faldi, Gaetano Baccani, Luigi Giovannozzi e i pittori Giuseppe Gherardi, Gaspare Martellini e Pasquale Salviotti.

RELAZIONE TECNICA RESTAURO DELLA LOGGIA DEL BUONTALENTI

Architetto Gianni Vivoli e Architetta Rosa Di Fazio

IL PROGETTO

Ora vi è l’intenzione di procedere al restauro della Loggia di Palazzo Corsini al Prato che si affaccia sul giardino all’italiana. La Loggia realizzata su progetto del Buontalenti si presenta sopraelevata rispetto al giardino da un basamento, vi si accede tramite tre scalinate, due ai lati ed una centrale. Il loggiato è costituito da quattro pilastri che sorreggono una volta a vela, al di sopra del quale si trova il terrazzo. Sono state eseguite indagini per le quali si è ricorso alla collaborazione con il professor Carlo Alberto Garzonio per l’analisi dello stato dei manufatti in pietra serena e con l’ingegner David Guidi per gli aspetti strutturali. Dal progetto si evince lo stato di conservazione delle strutture e nel quale vengono evidenziate le ulteriori indagini di approfondimento puntuali da eseguire su alcune parti del loggiato preliminarmente e viene definita la metodologia del restauro per gli interventi da attuare, che saranno precisati per alcuni aspetti derivanti dalle risultanze delle indagini di approfondimento in accordo con la Soprintendenza.

ELEMENTI ARCHITETTONICI IN PIETRA

Lo stato di conservazione del paramento lapideo in pietra arenaria (pietra serena) è genericamente precario. A causa dell’elevata porosità e della correlata capacità di imbibizione, la pietra serena è notoriamente sensibile a consunzione, polverizzazione, esfoliazione, sollevamenti in scaglie e disgregazione materica. L’aumento della presenza nell’aria di CO2, SO2 e SO3 rende la pietra fortemente instabile. I sali che si formano al loro contatto salgono a lenta diffusione portando con sé i leganti della pietra che vengono dilavati dalle piogge ricche di sostanze corrosive. Tutte le parti della loggia sono interessate da uno strato di sporco superficiale che ingloba in sé depositi di varia natura e da un generale e diffuso annerimento e la formazione di croste è particolarmente frequente. Sullo strato superficiale si può vedere una fitta rete di microfratture con un conseguente e generalizzato aumento della porosità, accentuata negli ornati. Oltre ad un evidente degrado superficiale anche la notevole quantità di fessure e fratture causano un progressivo deterioramento degli elementi architettonici che si accelera nei periodi invernali a causa delle piogge e delle basse temperature. Molte sono le esfoliazioni che si ritrovano un po’ ovunque ed hanno creato ampi stacchi (vedi balaustre, colonne e bugnato delle finestre). Molte sono anche le mancanze di modellato soprattutto sugli spigoli e nelle modanature più aggettanti. Lo stato di conservazione generale dell’arenaria costituente la Loggia è comunque molto grave, soprattutto il forte deterioramento del materiale è particolarmente concentrato sui colonnini della balaustra inferiore oltre che nelle lesene e nelle aggettanze dei capitelli e delle basi delle colonne. Perciò si prevede la sostituzione degli elementi costituenti la balaustra quali colonnini e cimasa della balaustra inferiore e alcuni della balaustra superiore comunque da meglio valutare nel corso dei lavori.

ELEMENTI MARMOREI, LAPIDI E PAVIMENTI

Molte sono le infestazioni biologiche come muschi, licheni e muffe, non particolarmente deturpanti dal punto di vista estetico ma gravemente dannosi per la conservazione della materia in quanto si nutrono dell’elevata quantità di calcio contenuta nel marmo lasciando in cambio una notevole dose di sostanze acide e corrosive. Molte sono le staffe in ferro a vista ossidate e molti i perni interni. Mancanti sono spesso le stuccature di chiusura delle antiche lesioni e innumerevoli anche le microfessure a scomparsa interna. Inoltre, i numerosi tasselli integrativi antichi hanno perduto le stuccature di collegamento all’originale ed è quindi sicura la penetrazione dell’acqua piovana all’interno delle opere.

CLASSIFICAZIONE DEL DEGRADO

Ai fini di una valutazione degli interventi da eseguire, in relazione dello stato di conservazione sono stati individuati i livelli e la tipologia del degrado presente che di seguito viene così classificata:

- alterazione del colore originale e diffuso annerimento prodotto dai depositi superficiali di polvere

- esfogliazione diffusa e rilevante dovuta a fenomeni di soluzione e ricristallizzazione dell’acqua piovana e della condensa e alla debole composizione della pietra

- parziali e profonde erosioni superficiali determinate dalle variazioni climatiche, dall’azione rilevante dell’acqua piovana e alla forte gelività del materiale che provocano la polverizzazione del materiale lapideo con evidenti frantumazioni in granuli e scagliature

- integrazioni mediante la sostituzione delle parti architettoniche in pietra con nuove

- stato di grave fatiscenza del materiale lapideo con distacco di grosse porzioni degli elementi architettonici causati dalla imbibizione e ristagno dell’acqua piovana

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI RIVOLTI AL RESTAURO E AL RISANAMENTO CONSERVATIVO

Gli interventi sono rivolti al ripristino ed al restauro delle parti degradate mediante un insieme sistematico di opere finalizzate a conservare l’organismo nel suo complesso nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali. Durante l’esecuzione delle opere di restauro saranno ripristinati gli elementi architettonici e sostituiti i materiali impiegati alterati nel corso del tempo a causa dei vari interventi di manutenzione e rimaneggiamento.

ELEMENTI ARCHITETTONICI IN PIETRA SERENA

Restauro e consolidamento della pietra arenaria/serena

- Pulitura delle superfici in pietra arenaria

- Consolidamento delle superfici in pietra arenaria

- Lavatura con impacco delle superfici ed elementi in pietra arenaria per la rimozione delle vecchie coloriture.

- Consolidamento della superficie lapidea dove è avvenuto il distacco.

- Trattamento finale di superfici in pietra arenaria

- Le colonnine delle balaustre e le semicolonnine delle finestre non recuperabili verranno sostituite con nuove colonnine o semicolonnine in pietra arenaria/serena della stessa forgiatura.

Consolidamento strutturale della Loggia

Per quanto riguarda la Loggia le indagini hanno posto in evidenza alcune criticità che necessitano di ulteriori indagini per poter definire in dettaglio gli interventi di consolidamento necessari ai fini strutturali. In particolare per la stabilizzazione e consolidamento delle fondazioni in quanto presenti alcuni segni che inducono a ritenere possibili cedimenti puntuali forse determinati dalle infiltrazioni e ritenzione delle acque di pioggia. A tal fine saranno effettuati ulteriori saggi per verificare lo stato del terreno sottostante il giardino e la presenza di cedimenti fondali, che qualora fossero riscontrati necessiterebbero di interventi consolidamento mediante sottofondazioni classiche o con eventuali micropali. Inoltre, come sembra dai risultati delle verifiche alcune colonne potrebbero presentare criticità derivanti dalle caratteristiche della pietra. Per meglio valutare occorre procedere ad ulteriori indagini e nel caso occorrerà procedere ad una o più “cerchiature” in ferro al fine di aumentarne la resistenza. Tali indagini saranno svolte e i risultati comunicati alla Soprintendenza con la quale saranno preventivamente concordati interventi prima della loro esecuzione.

 ELEMENTI MARMOREI E LAPIDI

Per quanto riguarda le lapidi interne alla Loggia si prevede:

- Spazzolatura e applicazioni per debellare le infestazioni biologiche

- Impacchi per ridurre la durezza delle croste e intervento meccanico di pulitura a bisturi

- Iniezioni e stuccature nelle fessurazioni

- Adeguamento cromatico e protezione finale

PAVIMENTO

Per quanto riguarda il pavimento della Loggia si prevede:

- Smontaggio di alcune parti, riposizionamento e bloccaggio previa verifica delle necessità di consolidamento del sottofondo.

- Per le porzioni di marmo rosso deteriorato sarà provveduto al loro consolidamento e la sostituzione di quelle parti fortemente deteriorate.

- Pulizia e trattamento degli elementi marmorei

- Gli elementi deteriorati e non recuperabili saranno sostituiti con elementi stessa forgia e materiale, previo invecchiamento.

 INTONACI E FINITURE

Per quanto riguarda intonaci e finiture della Loggia si prevede:

- Rimozione di depositi superficiali incoerenti su tutte le pareti e superfici a stucco ed intonaco

- Ristabilimento dell'adesione tra supporto murario ed intonaco

- Rimozione delle porzioni di intonaco deteriorato a distacco agevole a ritrovare il vivo della muratura sottostante

- Integrazioni con formazione di nuovo intonaco a malta di calce

- Applicazione di più velature trasparenti per ottenere un equilibrio tonale di insieme e rendere le superfici omogenee

- Coloritura degli intonaci del colore desunto dall'analisi stratigrafico e concordato con la Soprintendenza

- Stesura di protettivo finale

 COPERTURA

La copertura ha necessità di un intervento di manutenzione straordinaria per la riparazione del manto e per un miglioramento della impermeabilizzazione. La copertura esistente è formata da una struttura lignea portante con scempiato in cotto, con una lieve e sottile stesura di malta per omogeneizzare le superfici. Il manto è composto da tegole e coppi toscani. L’intervento da realizzare è quello di interporre tra lo scempiato di cotto e le tegole una doppia membrana bitumosa che garantisca l’impermeabilizzazione della copertura ed evitare così le possibili infiltrazioni d’acqua e di sostituire le attuali converse in lamiera con nuove in rame e il restauro dei camini esistenti. Le opere da eseguire consistono in dettaglio:

- Scomposizione del manto e pulizia dello stesso.

- Verifica dei correnti in legno, dello scempiato in cotto con eventuale sostituzione sia dei correnti inidonei e delle mezzane rotte.

- Livellamento del piano della copertura per far aderire l’impermeabilizzazione.

- Stesura di guaina bitumosa e un successivo strato di guaina ardesiata

- Realizzazione di converse in rame per i camini e i raccordi laterali con le murature.

- Restauro dei camini con ripresa dell’intonaco e tinteggiatura a calce del colore della facciata.

- Montaggio del manto di copertura in tegole e coppi con la sostituzione di quello non riutilizzabile con altro vecchio dello stesso tipo e caratteristiche.

Alla fine dei lavori in sostanza tutto l’aspetto esteriore attuale rimarrà invariato.

 RELAZIONE SULLA SICUREZZA DELLA STRUTTURA

Ingegner David Guidi

La presente relazione riporta le prime considerazioni di merito circa la valutazione della sicurezza delle strutture afferenti alla costruzione in oggetto, classificato come Bene Monumentale da tutelare e salvaguardare. Dal sopralluogo svolto e dalla prima campagna diagnostica finalizzata alla caratterizzazione dei materiali e definizione del grado di ammaloramento del Bene, emerge una condizione di fatto caratterizzata da un marcato stato di degrado superficiale di tutti i materiali e dei vari componenti edilizi: basamento, colonne, archi, volta. In via del tutto preliminare si puo’ ipotizzare l’inserimento di piatti metallici di cerchiaggio necessari al contenimento degli sforzi di compressione nelle colonne, di giunzioni atti a vincolare eventuali movimenti non previsti degli elementi di connessione, di verifica dei punti di connessione delle catene, ecc. La valutazione della sicurezza del Bene sarà condotta sulla base di verifiche analitiche di stabilità consistenti in verifiche statiche globale e locali e eventuali analisi di comportamento sismico e ciò sarà possibile con l’avvio dei lavori.

 Università degli Studi di Firenze

DST Dipartimento di Scienze della Terra

LAM

Laboratorio Materiali Lapidei e geologia dell’ambiente e del paesaggio

INDAGINI PER LA VERIFICA DELLA STABILITÀ DELLA LOGGIA DI PALAZZO CORSINI AL PRATO

Professor Carlo Alberto Garzonio

Nell’ambito della campagna diagnostica finora condotta sul loggiato del Palazzo Corsini al Prato, finalizzata alla conservazione e salvaguardia del Bene Monumentale, e nel contempo alla definizione delle situazioni di rischio di caduta materiali, è stata effettuata la caratterizzazione dei materiali, con la definizione delle tipologie di degrado del paramento lapideo, e la verifica della stabilità dei pilastri del loggiato; mentre sono da effettuare la verifica dei balconi della terrazza e degli archi, dei capitelli dei pilastri e di altri manufatti lapidei aggettanti. Le indagini sono state eseguite da DiaCon s.r.l, spin off dell’Università degli Studi di Firenze e dal Laboratorio LAM (Materiali lapidei e geologia dell’ambiente e del paesaggio) del Dipartimento di Scienze della Terra. Il Laboratorio Materiali Lapidei e Geologia Applicata, dell’Ambiente e del Paesaggio (LAM) del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze (DST-UNIFI), nel corso del 2020, ha condotto le analisi necessarie alla verifica della stabilità e sicurezza dei pilastri del loggiato, situato nella facciata posteriore del Palazzo Corsini al Prato. Tali analisi hanno previsto l’utilizzo delle tecniche non distruttive soniche e sclerometriche per verificare lo stato di degrado fisico-meccanico della pietra arenaria di cui sono costituiti i pilastri. Inoltre, le indagini comprendono la caratterizzazione mineralogico-petrografica dei materiali costituenti i pilastri, attraverso le indagini al microscopio ottico e in diffrazione a raggi X. Tali tecniche consentono l'analisi dei principali parametri tessiturali-composizionali dei materiali lapidei naturali e artificiale e ne permette la loro classificazione petrografica.

Metodologie utilizzate per la verifica della stabilità dei pilastri

Strumentazione sonica. Le indagini soniche sono prove non distruttive, molto diffuse per individuare difetti, disomogeneità, vuoti localizzati all’interno della sezione indagata. Esse sfruttano la propagazione nel materiale di onde elastiche di compressione generate da un breve impatto elasto-meccanico sulla superficie per indagare la condizione del materiale nel suo interno.

Indagini sclerometriche

Il martello di Schmidt o sclerometro è costituito da una massa battente proiettata da una molla contro un’asta metallica di percussione, appoggiata direttamente sulla pietra in esame. Dal rimbalzo è possibile risalire alla resistenza a compressione del materiale stesso tramite apposite tabelle di conversione

Rilievo geometrico, fotogrammetria e laser scanner

La prima fase dell’analisi conoscitiva della geometria del soggetto consiste nel rilievo geometrico, dal quale si ottiene la ricostruzione dei fronti che verranno indagati da un punto di vista fisico-meccanico, mediante indagini soniche e sclerometriche. Per ottenere informazioni dettagliate sulla morfologia e la tessitura dell’oggetto, sono state selezionate tecniche più accurate, ovvero la fotogrammetria e il laser scanner. Tali tecniche permettono la ricostruzione in modo tridimensionale, informazioni metriche, forma e posizione, quadri fessurativi, sezioni e fotopiani, ecc.

Metodologie utilizzate per la caratterizzazione dei materiali del pilastro

Microscopia ottica in luce trasmessa

Lo studio della sezione sottile del campione al microscopio ottico fornisce informazioni fondamentali per la comprensione della petrografia delle pietre, malte e laterizi. Tali studi sono stati effettuati mediante microscopia in luce trasmessa, utilizzando un microscopio ottico correlato di telecamera ad elevata risoluzione per la gestione delle immagini in luce trasmessa. La tecnica consente l'analisi dei principali parametri tessiturali-composizionali dei materiali lapidei naturali e artificiali, permettendo la loro classificazione petrografica. Le osservazioni in microscopia ottica per le pietre (es. arenarie) hanno riguardato sia la determinazione della composizione mineralogica e delle caratteristiche petrografiche della roccia esaminata, sia lo studio dei fenomeni di degrado che si possono registrare a scala microscopica. Lo studio delle malte consente di avere informazioni sulla natura del legante, dell’aggregato e individuare la presenza di grumi di calce, fasi d’alterazione e la porosità. Per quanto riguarda i laterizi l'analisi in microscopia ottica in luce trasmessa permette di ottenere informazioni riguardo la natura e la tipologia degli inclusi, siano essi frammenti di minerali o rocce, di stimare la loro quantità percentuale e la distribuzione granulometrica e definire, quindi, le caratteristiche tessiturali degli impasti.

Diffrattometria a raggi X

La diffrattometria a raggi X su polveri permette di effettuare analisi mineralogica qualitativa o semiquantitativa delle componenti policristalline. Le analisi sono state eseguite su tutti i campioni analizzati mediante microscopia ottica in luce trasmessa. L'analisi in diffrattometria RX sulle pietre consente la definizione della loro composizione mineralogica. L’analisi sulle malte consente di stabilire la composizione totale, riferibile all’insieme della mineralogia del legante e dell’aggregato.

Colonne

Ciascuna delle quattro colonne (o pilastri) è costituita da quattro facce di cui due particolarmente esposti agli agenti atmosferici, infatti mostrano intensi fenomeni di degrado, come notevoli incrostazioni, patine biologiche, esfoliazioni e distacchi della porzione basamentale e risultano fortemente disgregati.

Risultati analisi ultrasoniche e sclerometriche

Sono state condotte le analisi ultrasoniche e sclerometriche per definire lo stato di degrado fisico-meccanico e di conservazione della pietra. Le prove ultrasoniche e sclerometriche sono state effettuate al fine di realizzare una correlazione tra i valori sonici che indagano lo spessore della struttura del pilastro e l’indice del rimbalzo elastico che raccoglie un’informazione superficiale.

Risultati delle caratteristiche mineralogiche e petrografiche

Sono state realizzate analisi mineralogiche qualitative per l’individuazione della composizione mineralogica dei campioni per diffrattometria a raggi X. L’analisi petrografica è stata effettuata su sezioni sottili al microscopio ottico in luce trasmessa. Le analisi petrografiche al microscopio in luce trasmessa hanno evidenziato un’arenaria a matrice argillosa, con presenza di raro cemento calcitico, probabilmente parte della Formazione Macigno e Monte Modino affiorante nell'Appennino settentrionale.

Conclusioni

La relazione descrive lo stato di avanzamento dei rilievi, delle analisi e i risultati ottenuti dalle indagini finora eseguite, con una valutazione preliminare delle condizioni di degrado e criticità della Loggia di Palazzo Corsini. I dati minero-petrografici e geomeccanici confermano l’evidente stato di decadimento fisico meccaniche di quasi tutti i materiali lapidei arenacei. Per questo è necessario un intervento di consolidamento statico, prima di eseguire i lavori sulle superfici e delle matrici lapidee arenacee. Verifiche in tal senso, in corso d’opera dovranno riguarderanno anche le basi delle colonne. Eventuali sostituzioni, in particolare dei pilastrini delle balaustre, dovranno essere costituite da idonea arenaria.