Pablo Picasso, il Guardian accusa lo spagnolo di misoginia: "Sociopatico, si è lasciato dietro suicidi"
Pablo Picasso viene accusato, nel cinquantenario della sua morte, di misoginia dal Guardian. L'artista spagnolo è l'ultima vittima della cancel culture d'oltremanica
Nel cinquantenario della morte di Pablo Picasso, il giornale inglese Guardian pubblica un lungo articolo in cui viene contestata allo spagnolo la sua nota misoginia. Il pezzo riapre il dibattito sul tema della cancel culture, che questa volta ha preso di mira uno dei più importanti artisti del secolo scorso, ed è già un caso nel Regno Unito.
Il Guardian accusa Picasso: "Mostruoso misogino"
Sarebbe dovuta essere una giornata di celebrazioni, quella dell’8 aprile, per ricordare il cinquantenario della morte di Pablo Picasso, avvenuta nel 1973. Un articolo comparso sul tabloid inglese Guardian, invece, ha aperto un dibattito attorno alla figura del genio spagnolo che non sembra destinato a chiudersi presto. Adrian Searle, uno dei critici del quotidiano, ha infatti scritto una lunga accusa, postuma, all’artista, definito “mostruoso misogino”. La domanda di Searle ai suoi lettori è questa: “L'indicibile trattamento che Picasso riservava alle donne, può oscurare capolavori come Guernica?”. Questo cinquantenario, è quindi l’idea del Guardian, dovrebbe essere occasione per indagare la persona, prima che l’artista, in particolare nei suoi rapporti con le donne.
Un rapporto complicato con le donne, stimava solo la madre
A fare luce sulla considerazione femminile dello spagnolo ci avevano pensato le parole del critico Miguel Gomez: “L’origine dei suoi rapporti travagliati con le donne affonda le sue radici ben più in profondità rispetto alle prime infatuazioni amorose. Basti pensare al cognome stesso dell’autore, acquisito dalla madre, Maria Picasso, donna con cui aveva un legame affettivo al limite dell’ossessione e per cui nutriva una stima immensa. Solo con lei ebbe sempre un comportamento ineccepibile e non si può dire lo stesso delle donne che coinvolse nelle sue relazioni sentimentali”. Ancora più radicale l’analisi di Searle, che arriva a definirlo: “vampiro, sociopatico, narcisista che si è lasciato dietro tradimenti e suicidi”.
La cancel culture: l'onda lunga che colpisce libri, film e personaggi storici
Il dibattito infiamma il Regno Unito, diviso tra sostenitori dell’artista e chi invece ne chiede la rivalutazione, ma non è detto che presto non attraversi la Manica. Picasso sembra quindi essere uno degli ultimi bersagli della cancel culture che da anni scandaglia personaggi ed opere storiche in Europa e negli Stati Uniti. Tra gli ultimi soggetti a cadere sotto la sua scure, i romanzi di Agatha Christie e Roald Dahl, rielaborati per essere più consoni alla sensibilità contemporanea. Ma non solo libri, anche film del calibro di “007: no time to die” o “Grease”. Alla lunga lista si potrebbe presto aggiungere l’autore di Guernica.