Transumanesimo e metaverso, essere umano è il personaggio di un videogioco: ¡Hasta la revolución!
Una riflessione sul Destino distopico che ci attende se non ci ribelleremo
SCRITTI BELLICI
¡Hasta la revolución!
Una riflessione sul Destino distopico che ci attende
Dal 2014 studio il transumanesimo. Ho accumulato decine di scritti (articoli, racconti e persino un romanzo, L’éléphant). Facile profeta, nove anni fa avevo previsto che: “Un bel giorno (un transumanista) avrebbe proclamato che due più due fa cinque, e voi avreste dovuto crederci. Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il (transumanesimo). La visione del mondo che lo informava negava, tacitamente, non solo la validità dell’esperienza, ma l’esistenza stessa della realtà esterna”. Qualcuno riconoscerà queste parole: non sono mie, ho parafrasato 1984 di George Orwell, semplicemente sostituendo a “Partito” “transumanista” e “transumanesimo”.
Chi mi accusava allora di esagerare era un ignorante, nel senso letterale del termine: ignorava le teorie del filosofo svedese transumanista Nick Bostrom (Oxford University), che sostiene che la realtà nella quale viviamo possa essere una simulazione creata da eventuali esseri intelligenti al di fuori di essa. Bostrom non soltanto nega l’esistenza stessa della realtà esterna, ma persino la nostra stessa esistenza in vita (o l’esistenza della vita così come la intendiamo noi).
L’essere umano è il personaggio di un videogioco, non è una creatura vivente. La validità della sua esperienza è falsata dalla limitatezza del suoi cinque sensi e dalla sua scarsa intelligenza.
L’intelligenza artificiale – infinitamente superiore quanto a capacità di calcolo – viene considerata dai transumanisti qualitativamente identica a quella umana ma quantitativamente superiore. Di nuovo George Orwell: “La cosa terribile che aveva fatto il (transumanesimo) - mentre vi derubava di qualsiasi controllo sulla realtà – era stata quella di convincervi che gli impulsi e i sentimenti non avevano alcun valore.
Partendo dall’assunto che noi non siamo vivi, togliendo alla nostra esistenza ogni significato trascendente, gettando via come privi di valore i nostri impulsi e i nostri sentimenti, si prepara il terreno al transumano, creatura che si distaccherà per sempre dalla realtà per vivere nel suo simulacro: il metaverso.
E’ tanto difficile capire che questo sarà il nostro distopico Destino, se non ci ribelleremo?
Invece, oggi l’umanità è inebetita, costantemente alla ricerca di soddisfare bisogni indotti, senza più valori, senza una vera volontà di cambiamento, sempre con la mente altrove, davanti ai propri schermi, ignorante, indifferente, impassibile rispetto alla quasi totalità dei problemi importanti ma anche rispetto alle effettive esperienze altrui, tanto che uno scrittore del ventesimo secolo descrisse così la vita:
“La vita è movimento.
Un moto, però, circolare (intorno a quel piccolo nucleo che si chiama ‘io’), un moto talmente circoscritto che assomiglia a un piétiner sur place.
Circoscritto dal gran cerchio d’ombra di tutto quello che sfugge alla nostra cognizione, o di cui non c’interessa cognizione.
E non alludo allo scibile, né tantomeno al “mistero dell’universo”, alludo a ciò che rappresenta la realtà spicciola, la più vicina a noi.” (Guido Morselli, Dissipatio H.G.).
Una riflessione vale l’altra, un articolo vale l’altro. Si combatte contro mulini a vento, falsi bersagli costruiti ad arte dal nemico. Soprattutto, non ci si cura di ciò che è davvero importante.
“Tutto questo si leggeva per dimenticarlo, perché dopo poche ore altre banalità lo avrebbero cancellato”. (Jorge Luis Borges).
di Alfredo Tocchi, 25 marzo 2023