Palazzo Strozzi celebra i trent’anni della Collezione Sandretto Re Rebaudengo con oltre 70 opere dei più importanti artisti contemporanei mondiali

Dal 4 marzo 2023 la Fondazione Palazzo Strozzi e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo si uniscono per celebrare le stelle dell’arte contemporanea a Firenze

Reaching for the Stars. Da Maurizio Cattelan a Lynette Yiadom-Boakye è il titolo della mostra che si apre a Firenze a palazzo Strozzi il 4 marzo fino al 18 giugno 2023. Una celebrazione delle stelle dell’arte di oggi attraverso oltre 70 opere dei più importanti artisti contemporanei italiani e internazionali, tra cui Maurizio Cattelan, Cindy Sherman, Damien Hirst, Lara Favaretto, William Kentridge, Berlinde De Bruyckere, Sarah Lucas, Lynette Yiadom-Boakye. Promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Reaching for the Stars esplora le principali ricerche artistiche degli ultimi decenni attraverso una costellazione di opere esposte in tutti gli spazi di Palazzo Strozzi, dal Piano Nobile alla Strozzina, con una speciale nuova installazione per il cortile rinascimentale. L’esposizione vuole celebrare i trent’anni della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, una delle più famose e prestigiose raccolte d’arte contemporanea a livello internazionale, restituendone in modo aperto la varietà, l’evoluzione e il suo essere costantemente in progress. La mostra esalta il dialogo tra Palazzo Strozzi e l’arte contemporanea proponendo ai visitatori un percorso alla scoperta delle grandi stelle dell’arte globale degli ultimi decenni, un viaggio attraverso le opere di artisti che hanno segnato l’evoluzione delle pratiche artistiche tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, in un percorso che affronta tematiche diverse come la sperimentazione dei linguaggi artistici, la figurazione e astrazione, l’identità e il corpo dal punto di vista sociale e politico, il ruolo e l’immagine della donna nella società di oggi, la riflessione sulla storia contemporanea tra collettività e individualità, attraverso riferimenti a eventi storici come l’11 settembre 2001 o le lotte per i diritti civili.

Nella mostra sono presenti, ad esempio, opere fondamentali come 1000 Names (1983) di Anish Kapoor o Love Is Great (1994) di Damien Hirst, insieme a un’ampia selezione di lavori di Maurizio Cattelan, artista centrale per un’esplorazione dell’arte italiana tra anni Novanta e Duemila, insieme, tra gli altri, a Paola Pivi o Lara Favaretto. In parallelo si snodano sezioni tematiche come quella dominata dalla celebre serie Untitled Film Still (1978-1980) di Cindy Sherman che propone una riflessione sociale e politica sul tema dell’identità in rapporto a opere di Shirin Neshat, la serigrafia Untitled (Not ugly enough) (1997) di Barbara Kruger o la scultura in materiali organici Self- Portrait (1993) di Pawel Althamer. L’indagine sulla scultura si amplia nei grandi lavori di Andra Ursuţa, Adrián Villar Rojas, Berlinde De Bruyckere, Mark Manders, le cui pratiche investigano il corpo e la figura tra decostruzione e ricomposizione. A questa fa eco la perlustrazione della ricerca pittorica attraverso dipinti di artisti come Lynette Yiadom-Boakye, Sanya Kantarovsky, Michael Armitage, Cecily Brown, Avery Singer, testimoniando la perdurante vitalità di questo medium, tra figurazione e astrazione, soprattutto nelle generazioni più giovani. Completa il percorso un’ampia sezione dedicata alla Video arte con opere manifesto di artisti quali William Kentridge, presente con History of Main Complaint (1996), Douglas Gordon e Philippe Parreno, con la celebre videoinstallazione Zidane. A 21st Century Portrait (2005) e Ragnar Kjartansson con The End – Rocky Mountains (2009).

“È per me un onore e una grande emozione poter rivedere le ‘stelle’ della collezione esposte nelle splendide sale della Fondazione Palazzo Strozzi. Festeggiare i trent’anni della mia pratica collezionistica all’interno di questo palazzo, capolavoro dell’architettura rinascimentale” dichiara Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo “è un’occasione per ripercorrere i tragitti dell’arte contemporanea degli ultimi decenni, creando un dialogo vivo con l’antico e con il pubblico in visita. Questa mostra, che inizia dallo splendido cortile aperto alla città, rispecchia il valore della condivisione che da sempre impronta la mia collezione e trova piena sintonia con la linea della Fondazione Palazzo Strozzi, guidata con grande professionalità da Arturo Galansino, a favore della partecipazione e dell’accessibilità della cultura”.

LA COLLEZIONE E LA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO

La Collezione Sandretto Re Rebaudengo è una delle più importanti collezioni private di arte contemporanea in Europa. Avviata nel 1992, e da allora in continua espansione, a oggi comprende più di 2000 opere sia di giovani emergenti che di artisti di fama internazionale, esposte in svariate mostre nei più importanti musei d’Italia, Francia, Spagna, Austria, Polonia e Gran Bretagna. Nata nel 1995, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è un’istituzione no profit che rispecchia gli indirizzi di un nuovo mecenatismo, basato sulla condivisione di passioni, saperi e risorse individuali. Tra le prime fondazioni private aperte in Italia, la Fondazione si pone come un osservatorio sulle tendenze artistiche e i linguaggi culturali del presente e segna l’evoluzione della collezione privata, il passaggio a un’attività organizzata, aperta alla dimensione pubblica. Nelle sue sedi di Torino e Guarene, la Fondazione organizza e promuove mostre, attività e progetti che pongono al centro gli artisti del presente insieme alla diffusione della conoscenza dell’arte e la formazione di un pubblico ampio, coinvolto e partecipe.

PERCORSO ESPOSITIVO

PIANO NOBILE SALA 1 - God Save the Queen

All’inizio degli anni Novanta l’arte contemporanea britannica conquista il mondo. Ed è proprio da Londra che parte il viaggio della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, dal fermento di una scena artistica animata da nuove idee, da talenti emergenti e dalla loro capacità di rendere quelle istanze un fenomeno di grande impatto comunicativo. Nel 1991 il giovane artista britannico di origine indiana Anish Kapoor vince con le sue sculture di pigmento il Turner Prize, il riconoscimento che, da quel momento in poi, segnala la centralità che l’arte emergente si è conquistata nella società e nei media inglesi, anche quelli più popolari. Nel 1995 il premio va a Damien Hirst, tra i protagonisti e artefici del clamore intorno al movimento degli Young British Artists, gruppo formatosi tra gli studenti del Goldsmiths College. Abbandonata la tradizionale distinzione tra medium artistici (scultura, pittura, fotografia…), questa scuola si fa portatrice di una visione che privilegia la dimensione filosofica, quindi concettuale, della pratica artistica. Ma è soprattutto lo spirito sovversivo e provocatore a contraddistinguere questi autori, insieme a una vena decisamente dark e spesso macabra. Così nell’opera di Hirst Love Is Great la bellezza della natura e l’anelito all’amore si traducono in una trappola mortale, che ingabbia e condanna ogni pulsione di vita, mentre la sua stanza di vetro e metallo, sorta di ufficio in teca, ritrae la morte psichica che, nella vita moderna, precede e accelera quella fisica. L’amore è evocato, con vena ironica, anche da Sarah Lucas, un’altra figura di spicco del movimento, la cui opera riflette criticamente sulla trasformazione del corpo femminile in oggetto di desiderio.

SALA 2 - Art Matters

È noto e celebrato il potere dell’arte di volgere la materia grezza in un’immagine, una figura, in altro da sé. Per molti artisti contemporanei è però più interessante valorizzare le potenzialità intrinseche dei materiali, le loro qualità fisiche, le caratteristiche percettive e il significato simbolico. Come moderni alchimisti, gli artisti manipolano le materie più eccentriche, meno tradizionali e nobili, per innescare dei processi di trasformazione, delle dinamiche, degli artifici. La magia accade innanzi a noi nell’opera iconica di David Medalla Cloud Canyons, nuvole di schiuma mutaforma, sempre in movimento, fluttuanti e poetiche, espressione di forze invisibili e di una materia che si fa energia. Nell’opera di Charles Ray Viral Research, il movimento del fluido nero attraverso i tubicini in vetro richiama esperimenti chimici, così come la diffusione impercettibile; eppure, letale di organismi microscopici. L’idea della sperimentazione ritorna nei dipinti di Isa Genzken Basic Research, realizzati con la tecnica del frottage, per cui la materia bassa del pavimento dello studio imprime la propria consistenza sulla tela che vi è poggiata, trasformandosi in una texture astratta. Sul valore anche simbolico del materiale riflette il lavoro di Rosemarie Trockel, che nei suoi storici “knitted paintings” fonde immagine e supporto, artigianalità e processi di riproduzione meccanica, per mettere in crisi le gerarchie tradizionali. Similmente, Rudolf Stingel si appropria di pattern decorativi classici e formati propri dell’interior design per testare i limiti della pittura, le sue pretese di autenticità e unicità.

SALA 3 - Made in Italy

Nel 1994, in una galleria di Londra, un giovane artista italiano espone un sacco da trasporto pieno di calcinacci. Sono le macerie della bomba al PAC di Milano, uno degli attacchi terroristici con cui la mafia, all’inizio degli anni Novanta, cerca di destabilizzare l’Italia, colpendo anche obiettivi culturali. L’artista è Maurizio Cattelan, che tramite questa e altre opere in mostra offre al pubblico londinese un ritratto insieme cupo e dissacratorio del bel paese, che resterà uno degli obiettivi privilegiati del suo sguardo caustico. Così gli anni di piombo sono evocati dal simbolo delle BR che si fa stella cometa e insieme insegna da bar, mentre il dibattito pubblico sulla gestione delle ondate migratorie viene sintetizzato in una partita a calciobalilla. Questo connubio di leggerezza e drammaticità caratterizza il lavoro di molti degli artisti italiani qui riuniti, vociriconosciute della scena artistica internazionale. Nel lavoro di Lara Favaretto il turbinio giocoso di colorate spazzole per autolavaggio diviene riflessione sui processi di erosione, sfinimento e scomparsa. Le metamorfosi sono al centro dell’opera di Roberto Cuoghi, che nella creazione di figure grottesche e fantastiche rispecchia una identità instabile, sempre in divenire, un’inquietudine che caratterizza anche l’essere sinuoso dipinto da Vanessa Beecroft, che in tutta la sua opera esplora la complessità psicologica del rapporto con il corpo. L’orso polare dalle gialle piume di pulcino di Paola Pivi è immediatamente giocoso e seducente, ma questa creatura improbabile, fiabesca, porta con sé un senso di estraneità poco rassicurante. Un’impressione suscitata anche dalla macabra fine del protagonista di Bidibidobidiboo, il celebre scoiattolo suicida di Cattelan, una miniatura epica che sintetizza perfettamente una simile visione tragicomica dell’esistenza.

SALA 4 - Identities

La serie Untitled Film Stills di Cindy Sherman è tra le opere più iconiche dell’arte contemporanea, un lavoro che sintetizza le urgenze politiche ed espressive di un’intera generazione artistica, quella americana che emerge alla fine degli anni Settanta. Proponendo molteplici versioni di sé, debitrici di modelli stereotipati della femminilità, Sherman mette in scena la natura costruita dell’identità, il suo essere frutto di processi sociali, acquisiti e riprodotti dai mass media. Così la retorica pubblicitaria diviene insieme arma e bersaglio nell’opera di Barbara Kruger, che si appropria di stilemi e immaginari condivisi per rovesciare la logica e le dinamiche di potere della propaganda ufficiale. In quanto segno tra i segni, l’arte stessa non si sottrae a questo processo di analisi, che nell’opera di Sherrie Levine diviene critica ai concetti di unicità, originalità e al mito del genio artistico (maschile). L’atteggiamento critico si fa potente denuncia politica nei lavori di Shirin Neshat, artista di origine iraniana che, dagli anni Novanta, indaga il ruolo della donna in una società, quella islamica tradizionale, dominata dalla repressione delle libertà individuali. Nelle sue immagini si manifesta la tensione tra una forza oppressiva di cancellazione del corpo e dell’identità femminile e una volontà di emancipazione che risuona oggi nei movimenti di rivolta contro il regime iraniano.

SALA 5 - Places

La critica postmoderna allo statuto dell’immagine non si esprime solo attraverso la strategia dell’appropriazione, come nell’opera di alcuni degli artisti riuniti nella sezione precedente, ma vede anche un rilancio delle potenzialità della fotografia nella fusione tra tecnica digitale e una sorta di nuovo pittorialismo. La manipolazione diviene la cifra di una pratica artistica che rigetta le pretese di autenticità dell’immagine fotografica, il suo presunto essere fedele testimonianza della realtà, per esaltarne il potere retorico e spettacolare. I paesaggi e gli spazi ritratti nelle opere di Jeff Wall, Andreas Gursky, Thomas Struth e Thomas Ruff sono la fusione di luoghi reali e immaginari, visioni costruite in senso drammatico, prima dello scatto o in postproduzione, rese epiche dalla scala e dalla qualità cromatica della stampa, che evocano la monumentalità della pittura di storia. Maestro della “staged photography”, Wall concepisce i suoi scatti come tableaux, elaborati set che trovano ispirazione in episodi della storia dell’arte, creando immagini la cui presentazione in light box richiama l’estetica pubblicitaria. I panorami di Gursky coniugano visione macro e micro, prospettive elevate e distanti insieme a un eccesso di dettaglio. In essi la figura umana è infinitesima, quasi assente come in Arena III o elemento minimo di un ingranaggio che caratterizza l’organizzazione socioeconomica della contemporaneità. Similmente, Times Square, New York di Struth espone un luogo iconico della modernità, in una visione che fonde lo spazio fisico urbano e lo spazio virtuale dell’infosfera, la cui logica prescinde ormai dalla volontà o presenza umana. Una prospettiva che si fa sublime tecnologico nelle immagini spaziali di Thomas Ruff, poetici paesaggi di stelle frutto dello sguardo macchinico di potenti telescopi astronomici.

SALA 6 - Bodies

Il ritorno alla figurazione che contraddistingue la produzione artistica più recente attribuisce una rinnovata centralità al corpo umano, protagonista di dipinti e sculture dal forte potere narrativo. I corpi distorti e sfigurati di Berlinde De Bruyckere sono le sembianze di esseri fragili, esausti. Le sue sculture in cera policroma evocano la vulnerabilità di pelle e membra per riflettere su temi umani archetipici quali la sofferenza, la morte, ma anche l’amore e la memoria. La ricerca pittorica di Lynette Yiadom-Boakye ha un rapporto diretto con la finzione: le sue figure seducenti ed enigmatiche sembrano ritratti, ma è un inganno, perché queste non sono persone reali ma personaggi d’invenzione che abitano solo il mondo creato dalla pittura. L’opera scultorea di Mark Manders ha un legame generativo con il linguaggio: tutte le sue opere sono tra loro collegate da un filo narrativo misterioso, che ha al proprio centro la figura dell’artista stesso, protagonista di un autoritratto per frammenti, in continuo divenire. Imponenti eppure fragili, antichissime e insieme incompiute, le sue figure evocano l’idea dell’assenza. Le opere di Andra Ursuţa prendono spunto dalla realtà e da fatti di cronaca per rielaborare in senso fantastico immaginari contemporanei. Le eroine cui dedica la statua in marmo in mostra sono le donne rom della sua nativa Romania, colpevoli di un “terrorismo magico” che mette in evidenza il conflitto tra sistemi di credenze irriducibili e modelli socioeconomici problematici. A fatti e miti della sua terra d’origine, il Kenya, si ispirano anche i lavori di Michael Armitage, il cui stile mescola riferimenti della storia dell’arte occidentale e al modernismo africano per riflettere su storie culturali parallele. In Mangroves Dip, sullo sfondo di una natura lussureggiante, la fusione tra corpo nero e corpo bianco avviene attraverso un rovesciamento, di posizioni e prospettive.

SALA 7 - Mythologies

«E se potessimo vedere e pensare noi stessi – l’umanità – da una prospettiva aliena? Distaccata, senza pregiudizi, persino amorale? E se potessimo vedere e pensare noi stessi dall’estremità del nostro percorso compiuto?» Con queste parole Adrián Villar Rojas interroga le potenzialità di un immaginario post-umano, una condizione di confine e di trasformazione che risuona nelle opere degli artisti riuniti in questa sezione. Le sue sculture d’argilla cruda di esseri umani, animali e cose si disfano di fronte ai nostri occhi, abitano mondi preistorici o post-apocalittici, sono frammenti di accadimenti provenienti da altre dimensioni spazio-temporali. La materia temporale è centrale anche nel lavoro scultoreo di Giulia Cenci, i cui esseri ibridi tra organico e inorganico, frutto di assemblaggi e processi metamorfici, parlano di logoramento, entropia, mutazioni fantascientifiche. Le metamorfosi dell’umano sono da sempre oggetto della ricerca di Thomas Schütte, le cui monumentali figure sembrano assurgere a divinità ancestrali: sono esseri mostruosi o fantastici che emergono dal nostro subconscio.

SALA 8 - Abstractions

L’interesse contemporaneo per l’immagine non figurativa si declina al plurale, nelle molteplici forme di astrazione perseguite dagli artisti, di cui questa selezione offre uno spaccato recente. L’immagine astratta può essere l’esito di un procedimento meccanico, che fa collidere tecnologia digitale e sensibilità pittorica, come nel caso di Wade Guyton, il cui uso deviato delle stampanti a getto d’inchiostro imprime sulla tela i limiti del nostro futuro tecnologico. Nei quadri di Avery Singer la storia della pittura dialoga con la modellazione 3D, la figurazione con l’astrazione, l’analogico con il digitale. Le gradazioni di grigio caratteristiche dei suoi dipinti richiamano sia certa avanguardia del Ventesimo secolo sia la geometria semplificata degli esordi della computer grafica. Tauba Auerbach dà forma a spazi ottici ambigui, che oscillano tra bi- e tridimensionalità, tra un’immagine astratta, il retino tipografico, e una iperrealista, quella di una tela accartocciata, con le sue increspature e profondità. Il gesto pittorico di matrice espressionista prevale invece in una serie recente di Albert Oehlen, artista che, dagli anni Ottanta, è stato capace di reinventare continuamente le potenzialità della pittura astratta. Nell’opera in mostra il lavorio di sovrapposizione della materia pittorica, un processo che genera continuamente forme destinate a dissolversi, dà forma a un paesaggio di grande intensità cromatica. La tensione tra figurazione e astrazione domina il lavoro di Cecily Brown, che prende ispirazione dalla storia della pittura antica e moderna per composizioni in cui la figura umana è centrale eppure sfuggente, scomposta e liquefatta in una totalità. L’immagine astratta è infine traccia concreta di un contatto nella fotografia di Wolfgang Tillmans, che intrattiene con la realtà un rapporto oggettivo; eppure, è espressione delle potenzialità poetiche del caso e della luce.

MARIA MANETTI SHREM EDUCATIONAL CENTER

Si rinnova l’apertura a tutti i pubblici di Palazzo Strozzi dopo gli oltre 20.000 partecipanti alle attività educative di Palazzo Strozzi negli ultimi 12 mesi. Visite, laboratori, speciali materiali interpretativi: Palazzo Strozzi organizza attività per scuole, famiglie, giovani e adulti, con una particolare attenzione all’accessibilità. A partire dal 2022, il Maria Manetti Shrem Educational Center è divenuto il cuore e il luogo di inizio di tutte queste attività. Le tre sale del centro sono situate nel Piano Nobile del palazzo, accanto l’ingresso delle grandi mostre organizzate dalla Fondazione, e costituiscono uno spazio pensato per essere inclusivo e accessibile, in cui è possibile trasformare l’incontro con l’arte in un’opportunità per riflettere su se stessi, su quello che ci lega agli altri e al mondo.

Negli ultimi 12 mesi:

-  si sono tenute oltre 400 attività all’interno del Maria Manetti Shrem Educational Center,

-  il Centro ha accolto più di 20.000 partecipanti in totale;

-   sono stati circa 1.200 partecipanti ai progetti di accessibilità (Alzheimer, Parkinson, autismo, disabilità intellettive o che vivono in condizione di fragilità) Palazzo Strozzi si pone come istituzione culturale di riferimento a livello nazionale e internazionale per ampiezza dell’offerta e numeri di partecipazione. Ricaduta di particolare importanza è il coinvolgimento del territorio attraverso la collaborazione con associazioni di riferimento, RSA, gruppi di individui e famiglie, che hanno portato alla creazione di una comunità attiva, visibile e presente nelle mostre di Palazzo Strozzi. Gli ambienti del Maria Manetti Shrem Educational Center sono stati appositamente pensati per consentire al maggior numero di persone di vivere le mostre di Palazzo Strozzi attraverso le numerose attività che mirano a trasformare l’incontro con l’arte in un’occasione in cui le potenzialità espressive di ogni partecipante sono valorizzate e dove ognuno può sentirsi coinvolto. Il Maria Manetti Shrem Educational Center è uno spazio in cui è possibile forgiare nuovi rapporti tra i singoli individui e le proprie famiglie, oltre che creare un campo interdisciplinare di lavoro e confronto tra artisti, educatori museali, operatori socio-sanitari, esperti di diverse discipline.

Nata a Firenze, Maria Manetti Shrem si trasferisce a San Francisco nel 1972 dove contribuisce all’internazionalizzazione di alcuni tra i più iconici brand della moda come Gucci, Fendi e Mark Cross attraverso l’ideazione di un nuovo sistema di distribuzione che ne ha esponenzialmente sviluppato il mercato in Nord America. Negli anni ’80, Maria crea la più elegante proprietà della Napa Valley, Villa Mille Rose, dove per 40 anni ospita artisti, celebrities e rappresentanti delle istituzioni di fama internazionale tra cui Luciano Pavarotti, Sophia Loren, Renée Fleming, Plácido Domingo, Nancy Pelosi, Kamala Harris, Gavin Newsom, Isabel Allende, Marchese Piero Antinori, Paloma Picasso, Sherry Lansing, William Friedkin, Andrea Bocelli. Maria si distingue così come ambasciatrice senza precedenti del Made in Italy e dell’Italian life style nella Baia di San Francisco. Oggi vive tra San Francisco e Firenze, viaggiando intensamente in tutto il mondo e sempre ampliando la sua passione per l’arte contemporanea, la conservazione del patrimonio culturale e i più importanti vini del mondo. Maria e il marito Jan Shrem forniscono supporto filantropico in modo continuativo a vari enti a livello internazionale nel settore dell’istruzione (scuole superiori e università) e delle belle arti (musei), oltre che per istituzioni musicali (teatri d’opera e sinfonici), per la ricerca medica e organizzazioni culturali no- profit tra Stati Uniti, Italia, Messico e Regno Unito. Oggi sostengono oltre 30 istituzioni, tra cui negli USA: the Metropolitan Opera di New York, the San Francisco Opera, UC Davis, the San Francisco Symphony, Festival Napa Valley, SFMoMA, KQED, Cal Performances, Francisco Park (community garden), SFFilm, ArtSmart, ospedali come UCSF (neurology, orthopedics), CPMC (cardiology), and Cabo Jewish Center (di cui è founder e lifetime member). In Europa, Maria è tra i maggiori benefattori della Royal Drawing School (fondata da Sua Altezza Reale, Re Carlo), dei Friends of the Louvre, dei Friends of Versailles, del FAI, della Fondazione Palazzo Strozzi, del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e dell’Andrea Bocelli Foundation, nello specifico per sostenere la scuola di formazione dell’ospedale pediatrico Meyer. dei Friends of the Louvre, del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dei Friends of Versailles, di Venetian Heritage, del FAI, della Fondazione Palazzo Strozzi e della Andrea Bocelli Foundation, nello specifico per sostenere la costruzione di quattro nuove scuole di formazione tra cui una presso l’ospedale pediatrico Meyer. Oltre alla propria collezione che comprende opere di artisti come Picasso, Moore,Dominguez, Burri, Bacon, Matta e Nauman, Maria e il marito Jan sono i co-fondatori del Jan Shrem and Maria Manetti Shrem Museum of Art at UC Davis, inaugurato nel 2016 come completamento della storica tradizione artistica dell’università che intercorre da 60 anni. La collezione del museo include opere dei maggiori artisti californiani quali Wayne Thiebaud, William T. Wiley, Robert Arneson, Roy De Forest, Ruth Horsting, Manuel Neri e Roland Petersen. Il museo dedica il 30% del proprio spazio a allo svolgimento di attività didattiche che si tengono nella tradizione della “bottega” del Rinascimento fiorentino, dove gli artisti insegnano e gli studenti imparano creando arte. Il design unico dell’architettura del museo (incluso da ARTNEWS tra i 25 Best Building Museums of The Past 100 Years), curato dall’architetto Florian Idenburg a capo di SO-IL (New York), ha vinto 18 premi di cui 6 internazionali, inserendosi nella lista dei 10 migliori teaching museum d’America. Maria ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi, distinguendosi come un’ambasciatrice d’eccezione tra Stati Uniti e Italia, California e Toscana, la San Francisco Bay Area e Firenze. Il Presidente della Repubblica Italiana le ha conferito nel 2019 il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia. Il 16 marzo 2022 il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, le ha conferito le Chiavi della città come modello di ispirazione per il mecenatismo nella tradizione dei Medici, definendo Maria come “nuova Elettrice Palatina”, ultima erede della famiglia fiorentina. Il 22 giugno 2022 Jan e Maria sono stati premiati con il The Angels of the Arts Award, il pù importante riconoscimento del Festival Napa Valley. Nella stessa occasione il sindaco di San Francisco London Breed, insieme lla Contea e alla Città, ha proclamento il 22 giugno come il Manetti Shrem Day, dedicato alla promozione della filantropia. Il 3 dicembre 2022, in occasione di un evvento celebrato organizzato da by SF Opera and SF Symphony, “Maria--50 Years in America”, la rotunda della San Francisco City Hall si è eccezionalmente illuminata con i colori della bandiera italiana in onore di Maria Manetti Shrem e della sua incomparabile attività filantropica. Dopo l’ultima recita della Traviata, Maria è stata inoltre insignita del “The Spirit of the Opera Award”, premio espressione di tutta la comunità e consegnato sul palco dagli artisti in fronte a oltre 3000 patrons. Il 16 dicembre 2022 l’UC Davis Chancellor, Gary May, ha ufficalmente notificato a Maria The 2023 UC Davis Medal (la cui cerimonia si terrà il 18 giugno 2023 presso il Golden 1 Center in Sacramento) rappreenta “la più importante onorificenza dedicata singoli individui dall’università, nel riconoscimento di straordinari contributi che incarnano lo spirito dell’istituzione”, precendente tributata a figure come il Presidente Bill Clinton, il pittore Wayne Thiebaud, il Premio Nobel Charles Rice, i filantropi Margrit e Robert Mondavi.

ALLA SCOPERTA DI REACHING FOR THE STARS CON PAOLO STELLA

 Il celebre scrittore e influencer italiano collabora alla mostra attraverso la partecipazione all’audioguida e al podcast Metti, una stella a cena insieme a Cristina Fogazzi, Cathy La Torre e Carlotta Vagnoli. Palazzo Strozzi propone una nuova modalità di vivere la mostra Reaching for the Stars attraverso una audioguida e un podcast che si basano sulla collaborazione con personalità che aprono nuove prospettive e punti di vista per il pubblico nel dialogo tra arte e società. Punto di partenza è la collaborazione per l’audioguida con Paolo Stella, celebre scrittore e influencer, coinvolto nella creazione delle tracce audio del percorso di accompagnamento in sala per il pubblico. La sua voce accompagnerà i visitatori, come dice lo stesso Paolo Stella, “in un viaggio intergalattico nel cosmo dell’arte contemporanea”. Partendo dall’installazione GONOGO di Goshka Macuga nel Cortile di Palazzo Strozzi, il percorso si sviluppa tra le sale del Piano Nobile e della Strozzina, indagando le figure chiave del contemporaneo: le stelle che indicano il cammino della mostra. Il racconto dell’esposizione di Paolo Stella è intercalato da puntuali approfondimenti storico-artistici sviluppati da Palazzo Strozzi dando così la possibilità di approfondire i contenuti e i significati delle diverse sezioni e opere della mostra. Parallelamente all’audioguida l’offerta di contenuti audio pensati per la mostra si espande con il podcast Metti, una stella a cena, realizzato per aprire il racconto della mostra verso temi attuali e fortemente presenti nei dibattiti sui social media. Il progetto, concepito insieme a Paolo Stella, ruota attorno a una cena a Palazzo Strozzi tra cinque speciali commensali. La conversazione è scandita dalle quattro portate della cena, ognuna associata a una specifica tematica, preparata e “cucinata” da ogni ospite: l’identità, l’immagine della donna, il corpo, il futuro. Arturo Galansino (Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra) e lo stesso Paolo Stella conversano con tre ospiti che si contraddistinguono per la loro voce rivelante su questi temi caratterizzanti della società di oggi: Cristina Fogazzi (founder di VeraLab e appassionata di arte contemporanea, conosciuta sui social come Estetista Cinica, è divenuta negli anni interprete di un messaggio sul potere della bellezza), Cathy La Torre (avvocata esperta in diritti umani e fondamentali, conosciuta sui social come Avvocathy, ha fondato lo studio legale Wildside Human First) e Carlotta Vagnoli (scrittrice, autrice e speaker radiofonica, tramite i suoi canali social contribuisce a sensibilizzare sul tema della violenza di genere). Nello spirito della Fondazione Palazzo Strozzi di sperimentare sempre nuove opportunità e forme di coinvolgimento del pubblico, questo progetto si inserisce all’interno del progetto espositivo, concepito come una piattaforma di esperienze, voci e punti di vista diversi, capaci amalgamarsi e fondersi tra di loro. L’audioguida con la voce di Paolo Stella è disponibile presso la biglietteria di Palazzo Strozzi. Il podcast Metti, una stella a cena sarà disponibile a partire da fine marzo sulle principali piattaforme di streaming audio (Spotify, Apple Podcast, Google Podcast, Apple Music) e all’interno dell’audioguida Reaching for the Stars noleggiabile presso la biglietteria di Palazzo Strozzi.

BIOGRAFIE

Paolo Stella ha iniziato la sua carriera grazie al suo talento unito alla passione per lo storytelling che gli ha permesso di ottenere un grande seguito sui social media. La sua carriera si è poi sviluppata nell'editoria, diventando collaboratore di Elle e uno dei fondatori della rivista Lampoon. Come influencer collabora con i più noti marchi del lusso: Louis Vuitton, Tom Ford, Valentino, Armani e Salvatore Ferragamo, non solo nel campo della moda, ma anche dei viaggi e del lifestyle. Nel 2017 ha vinto il premio "Rising Star" alla Mostra del Cinema di Venezia e un anno dopo ha prodotto il suo primo documentario televisivo che esplora il mondo degli influencer intitolato THEInflucers. Dopo Meet me alla Boa e Per Caso, diventati in breve tempo due best seller, Paolo si è cimentato con un nuovo romanzo La Luna piena delle fragole interamente dedicato alle giovani generazioni grazie al supporto della psicologa Anna Bonfanti e dell'artista Giuseppe Loschiavo. Infine, Paolo ha creato un nuovo concetto che sta crescendo di giorno in giorno come nessuno si aspettava: @suonarestella, una vetrina dinamica e diretta incentrata su elementi di interior design creativo e innovativo che raggiunge ogni singolo utente attraverso la vita creativa di Paolo Stella.

Cristina Fogazzi, Imprenditrice visionaria, appassionata di arte contemporanea, divulgatrice e interprete di un nuovo messaggio sul potere della bellezza inclusiva e sull’importanza della salute al femminile, Cristina Fogazzi è la founder di VeraLab, una delle realtà cosmetiche di maggior successo in Italia. Grazie a un modello di sviluppo innovativo e al suo talento manageriale, nel 2019 Forbes Italia l’ha inserita fra le 100 donne più influenti per la sua capacità di innovare. Amante della bellezza in tutte le sue forme, ha ideato con il suo brand “Bellezze al museo”, un’iniziativa per condividere con i sempre più addicted VeraLab la sua passione per l’arte, affiancando il proprio nome alle istituzioni culturali più rappresentative del Paese, da Palazzo Te di Mantova fino al Madre di Napoli. Questa esperienza è sfociata nella recente pubblicazione del libro Il mio Grand Tour. Storie di luoghi, di arte e di ansia (edito da Mondadori) in cui ha raccontato il suo viaggio personale nell’arte e nei luoghi del cuore italiani.

Cathy La Torre, Avvocata esperta in diritti umani e fondamentali, ha fondato e dirige Wildside Human First, studio legale interamente specializzato in digital law e diritti fondamentali applicati alle nuove tecnologie e sostenibilità sociale. Insegna Diversity & inclusion e percorsi di uguaglianza formale e sostanziale. Nel 2019 è stata premiata come miglior avvocato pro-bono d’Europa. Per Mondadori ha pubblicato Nessuna causa è persa (2020) e Ci sono cose più importanti (2022). Sui social è anche nota come @avvocathy.

Carlotta Vagnoli, classe 1987, è una scrittrice, autrice e speaker radiofonica fiorentina. Tramite i suoi canali social contribuisce, insieme a molte altre voci, a sensibilizzare sul tema della violenza di genere. Dal 2017 tiene lezioni di formazione nelle scuole superiori sulla stereotipizzazione di genere. Nel 2021 pubblica Maledetta Sfortuna: vedere, riconoscere e rifiutare la violenza di genere, per Fabbri editore, seguito da Poverine, edito da Einaudi. Del 2022 il suo ultimo libro, Memoria delle mie puttane allegre, pubblicato da Marsilio. Dal 2022 è speaker per Il mondo nuovo di Radio1 Rai.

IL CATALOGO

Il catalogo, edito in occasione dell’omonima mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 4 marzo – 18 giugno 2023), raccoglie le opere della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, una delle più importanti raccolte di arte contemporanea in Italia e nel mondo. Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Anish Kapoor, William Kentridge, Sarah Lucas, Tino Sehgal, Cindy Sherman, solo per citarne alcuni, fanno parte di una collezione fuori dal comune, nata e costruita grazie a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che per oltre trent’anni ha saputo seguire con attenzione la produzione artistica contemporanea, e nello stesso tempo è stata capace di anticipare le tendenze e i linguaggi futuri. Tra pittura, scultura, installazione, fotografia, video e performance, il progetto esalta un originale racconto alla scoperta delle grandi stelle dell’arte globale degli ultimi anni con uno sguardo alle più giovani generazioni. La collezione, infatti, vanta opere diventate imprescindibili per la comprensione della produzione artistica contemporanea dagli anni Novanta a oggi. Il catalogo è diviso in dieci capitoli tematici, che presentano e antologizzano attraverso circa ottanta schede l’opera degli straordinari artisti contemporanei presentati nella collezione. Dal progetto site specific GONOGO di Goshka Macuga all’arte inglese degli anni Novanta di Kapoor e Hirst, tra gli altri; dalla materialità delle produzioni di Charles Ray o Katharina Fritsch al “Made in Italy” di Cattelan, Beecroft, Cuoghi, Pivi e Favaretto; fino agli approfondimenti e focus sui temi dell’identità, del corpo, dei confini e dell’appartenenza – geografica, ideologica, politica –, a volte sperimentando con il recupero della mitologia o attraverso l’astrazione più pura. Il volume, che documenta le personalità e le opere più rilevanti della scena artistica internazionale degli ultimi decenni, è arricchito dall’introduzione di Arturo Galansino e da una conversazione tra Hans-Ulrich Obrist e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

MANIFATTURA TABACCHI E FONDAZIONE PALAZZO STROZZI RINNOVANO LA LORO COLLABORAZIONE

Manifattura Tabacchi si unisce alle celebrazioni per i trent’anni della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, insieme a Fondazione Palazzo Strozzi in occasione della mostra Reaching for the Stars. Dal 12 aprile al 18 giugno, la Factory di Manifattura Tabacchi accoglie una tappa del Fuorimostra con un’esposizione delle opere di Katja Novitskova, artista estone di fama internazionale, le cui opere propongono una riflessione sul valore delle immagini nel mondo contemporaneo in un originale dialogo tra arte, scienza ed ecologia. L’evento rinnova la collaborazione tra Manifattura Tabacchi e Fondazione Palazzo Strozzi, inaugurata nel 2020 in occasione della mostra Aria di Tomás Saraceno, con un approfondimento sulla filosofia dell’Aerocene che sviluppa progetti di sensibilità ecologica per una nuova collaborazione etica con l’atmosfera e l’ambiente. La mostra Reaching for the Stars, propone una selezione di opere dei più importanti artisti contemporanei internazionali, in programma dal 4 marzo al 18 giugno 2023 a Palazzo Strozzi: un viaggio attraverso oltre 70 opere realizzate da alcuni dei più importanti artisti contemporanei esposti in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. A ospitare il Fuorimostra, nel nuovo spazio espositivo dell’edificio 11, sarà la Factory, workplace creativo e produttivo all’avanguardia all’interno della ex fabbrica di sigari fiorentina, progetto firmato dallo studio fiorentino q-bic, affiancati dal paesaggista Antonio Perazzi. I nuovi spazi della Factory di Manifattura Tabacchi diventano lo scenario in cui le opere di Katja Novitskova si uniscono nel loro surreale e ironico dialogo, creando un’esposizione dissonante, fatta allo stesso tempo di partecipazione e alienazione per il pubblico. Nelle sue foto-sculture, parte della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, l’artista riproduce in grande formato su lastre di alluminio sagomate e pannelli cartonati immagini di animali raccolte da internet come un coloratissimo ibis, un orso polare dal volto arrossato, un gatto o tre formicai. Con questo ciclo di lavori Novitskova vuole dimostrare come la nostra percezione dello spazio è stata alterata dal rapido sviluppo tecnologico e come il confine tra il mondo naturale e la sua versione digitale va dissolvendosi. Le fotografie hanno trasformato questi animali in immagini piatte e immateriali, prima che l'artista se ne appropriasse e restituisse loro, attraverso l'opera, le tre dimensioni; tutto avviene, però, in attesa degli scatti del pubblico, che li riporteranno all'inevitabile condizione di partenza. Ne risulta uno scambio continuo tra reale e virtuale, all'interno di un ciclo idealmente infinito. La mostra apre mercoledì 12 aprile dalle ore 18:00 con una serata dedicata all’arte che invita a visitare spazi di lavoro, gallerie e negozi della Factory e a conoscere le realtà che compongono la vivace community di Manifattura Tabacchi - tra cultura, moda, creatività, design e food. La mostra è aperta al pubblico e visitabile gratuitamente presso l’edificio 11 della Factory (ingresso da Via delle Cascine 35) dal 12 aprile al 18 giugno (maggiori informazioni sul programma su www.manifatturatabacchi.com).

MANIFATTURA IN BREVE

Manifattura Tabacchi a Firenze è uno dei principali progetti di rigenerazione urbana in Italia: prevede il recupero della storica fabbrica di sigari composta da 16 edifici che saranno trasformati in loft e residenze, spazi direzionali, retail, caffé e ristoranti, uno studentato, un hotel, oltre a ospitare importanti istituzioni come Erih-s (European research infrastructure on Heritage Science) e Polimoda. Già dall’inizio dei lavori nel 2018, Manifattura Tabacchi promuove un intenso programma di iniziative culturali in spazi temporanei appositamente recuperati, fornendo un esempio concreto di come le aree in via di riqualificazione e il “tempo di attesa’” - il periodo del cantiere e della costruzione - possano essere una risorsa strategica per progettare un futuro più sostenibile e inclusivo nelle città. Ad aprile di quest’anno apre la Factory, polo creativo e workplace all’avanguardia in grado di attrarre una comunità internazionale di professionisti che vogliono lavorare e vivere a Firenze, in un contesto animato da una community vivace e da spazi eco-friendly, tra cultura, moda, arte e design. Il completamento dei lavori è previsto per il 2026. Il progetto è promosso dalla joint venture costituita nel 2016 dalla società immobiliare del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e da PW Real Estate Fund III LP, un fondo gestito da Aermont Capital. MTDM - Manifattura Tabacchi Development Management Srl è la società di sviluppo e project management che gestisce l’intero processo.

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Main Supporter: Fondazione CR Firenze. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Intesa Sanpaolo, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze. Con il supporto di Maria Manetti Shrem. Si ringrazia Beyfin S.p.A.