Egitto, scoperto a Berenice il macabro santuario del dio-falco: "Centinaia di sacrifici animali"
Scoperta macabra e fascinosa: un santuario in cui il popolo desertico dei Blemmi praticava un misterioso culto del falco, di cui sono stati trovati dozzine di esemplari sacrificati
Un team di ricercatori, guidato da Joan Oller Guzmán dell'Università di Barcellona, ha fatto riemergere dalle sabbie un luogo davvero insolito: un antico tempio egizio, restaurato nel tardo impero romano, e adibito dai Blemmi, feroce popolo di nomadi delle sabbie, a sede di un culto sincretistico, che mischiava le loro tradizioni con l'antica religione dei faraoni. La storia e la cultura di tre popoli, intrecciata in questo tempio, in cui sono stati trovati oltre 735 resti animali, tra cui 15 falchi decapitati e diverse uova dello stesso animale.
Il tempio perduto in cui i popolo del deserto adoravano il Dio-falco lunare Khonsu
L'ambiente era dunque utilizzato ritualmente circa dal IV al VI secolo: anni di decadenza per l'impero romano, che permise al popolo nomade dei Blemmi di occupare la regione. La zona è quella di Berenice, città sul Mar Rosso fondata dai re greci della dinastia dei Tolomei, costruita da Tolomeo II Filadelfo per onorare la regina d'Egitto; zona ricca, ma vicina al deserto, e dunque esposta alle incursioni di popoli come i Blemmi. Popolo già leggendario, descritto in antichità da Erodoto come costituito da "uomini senza testa": ma che con i secoli si era rivelato un pericolo assolutamente reale.
La simbologia del falco dimostra chiaramente la funzione cultuale dell'edificio. Non solo troviamo numerose carcasse di falchi seppellite con cura, ma anche numerose uova, che attestano la nascita di nuove forme di culto provenienti dal deserto. Infine, una importantissima iscrizione raffigurante un re-faraone, rappresentato come i regnanti antichi, offrire a una divinità dalla testa di falco un oggetto ovale. La scritta, in greco (ulteriore prova del sincretismo culturale incredibile di questa regione, in cui coabitavano influenze egizie, greche, romane e dei popoli africani) spiega: "Qui è improprio bollire". Un esplicito divieto religioso.
Un dio, dunque, che gli archeologi hanno identificato con Khonsu, "il viaggiatore", dio-falco che presiede alla luna. Un dio a cui era attribuito il potere di rendere fertili gli animali, allontanare spiriti maligni, e in che in certe leggende è colui che insemina l'uovo cosmico, che genererà l'universo (le uova, che, come abbiamo visto, popolano gli anfratti del tempio. L'oggetto rotondo offerto dal faraone nell'iscrizione potrebbe dunque essere proprio la luna.
Sono stati anche ritrovati una statua cubica con una testa, danneggiata, un misterioso arpione sacro, lampade, altari e iscrizioni che si riferiscono ai re blemmmiani quali Isemne e Kabantia. Insomma, una scoperta interessantissima, che ci permette di studiare il processo dei sincretismi, ossia di come le religioni di diversi popoli si evolvano verso la fusione.