Rostro romano in bronzo recuperato a Levanzo (Trapani): risale alla battaglia delle Egadi, che decretò la fine della prima guerra punica (264 - 10 marzo 241 a.C.)
Il rostro è stato trovato nei fondali del trapanese, dove già in passato erano stati rinvenuti altri 23 reperti. Risale alla battaglia delle Isole Egadi, che decretò la fine della prima guerra punica tra la Repubblica di Roma - risultata vittoriosa - e Cartagine
In Sicilia, precisamente a Levanzo (Trapani), è stato ritrovato un antico rostro romano in bronzo risalente alla battaglia delle isole Egadi, che pose fine alla prima guerra punica (264 - 10 marzo 241 a.C.), vinta dai romani contro Cartagine. Tale scontro è ricordato dagli storici come uno dei più tremendi e sanguinosi andati in scena nel Mediterraneo. Si racconta, infatti, che il tratto di mare dove avvenne la battaglia a un certo punto si tinse completamente di rosso. Il rostro, che serviva per speronare e affondare le navi avversarie, è stato rinvenuto a circa 80 metri di profondità, perfettamente intatto nonostante i 2000 e passa anni trascorsi.
Rostro romano in bronzo recuperato a Levanzo (Trapani): risale alla battaglia delle Egadi
È del nucleo Carabinieri subacquei di Messina (comando di Trapani) il ritrovamento. Ed è di un'importanza fondamentale. Da questi fondali sono stati rivenuti altri 23 reperti, sempre risalenti alle battaglie delle Egadi. La sconfitta di Cartagine - dopo 20 anni di combattimenti - a opera della Repubblica Romana cambiò per sempre i rapporti di forza nel Mediterraneo. Roma, che prima era solo una potenza continentale, divenne la padrona assoluta del Mediterraneo occidentale, e tra le potenze del Mediterraneo in generale, che in quel momento in poi verrà chiamato dai romani "Mare Nostrum".
Il rostro era posto sui fondali di Levanzo (Trapani). Era ricoperto da flora subacquea e plancton. Una scoperta sensazionale, considerando il fatto che è rimasto intatto dopo 2260 anni, ed è adesso pronto all'esposizione. Il rostro è già stato consegnata ai funzionari della Soprintendenza del Mare. I militari dell'arma e le istituzioni del territorio hanno fatto il resto portando in salvo un patrimonio assoluto e culturale siciliano.
Fondamentale l'aiuto della nave oceanografica "Hercules" comandata dai carabinieri Subacquei di Messina con la Motovedetta "Pignatelli". Importante anche l'opera di sostegno battello del distaccamento navale di Favignana. La collaborazione si compone di importanti istituzioni quali nucleo carabinieri Tutela patrimonio culturale di Palermo, Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e l'organizzazione "Rpm Nautical Foundation".
La "baia tinta di rosso". La storia delle tre guerre puniche
Cartagine fu il grande avversario di Roma durante la fase Repubblicana di quest'ultima (509 a.C. e il 27 a.C). Le due città, quasi "coetanee" (814 a.C. Cartagine e 753 a.C. Roma), avevano - fino alla scoppio della prima guerra punica - interessi e politiche distinte. Roma nel Continente, Cartagine sui mari. Le condizioni per il conflitto maturarono dopo l'uscita di scena di Pirro re dell'Epiro in Sicilia, chiamato a combattere prima contro i romani poi contro i cartaginesi in Sicilia. Dopo la sconfitta del cugino di Alessandro Magno, Siracusa decise di rivolgere le sue attenzioni a nord dell'isola, contro i Mamertini di Messina, che inviarono ambasciatori per chiedere aiuto prima a Cartagine e poi a Roma. A intervenire furono i romani e terminò la simmetria degli interessi (terrestri per Roma, navali per Cartagine). Fu l'inizio della prima guerra punica, che andò gradualmente estendendosi a tutto il Mediterraneo.
La prima guerra punica (264 a.C. - 241 a.C.) terminò con la battaglia delle isole Egadi e la sconfitta di Cartagine. La seconda guerra punica (218 a.C. - 202 a.C.) ebbe invece i suoi principali teatri in Italia e in Africa. Due furono anche i principali protagonisti: Annibale e Publio Cornelio Scipione detto successivamente per le vittorie avute in Africa "l'Africano". Il primo vinse innumerevoli volte contro i romani, che furono un passo dal crollo. Memorabile la vittoria di Annibale a Canne, in una battaglia che viene studia ancora adesso chi sceglie di intraprendere la carriera militare. Ma la guerra fu vinta dai romani, che replicarono la stessa strategia di Annibale. Scipione portò la guerra in Africa e costrinse Annibale a seguirlo e a lasciare l'Italia. Ma non è finita. Nel 202 a.C. a Naraggara, nei pressi di Zama, Scipione volse contro Annibale anche la sua stessa strategia e lo sconfisse, determinando la fine della seconda guerra punica.
La terza guerra punica durò invece tra il 149 a.C. e il 146 a.C. e la fine culminò con la distruzione di Cartagine e la famosa frase di Catone il censore: "Carthago delenda est".