Siccità: dalle Alpi in scioglimento emergono scheletri, aerei e resti archeologici
Conseguenze non previste dello scioglimento dei ghiacciai sono il continuo emergere di resti e manufatti. Scheletri di alpinisti, un intero aeroplano, bombe inesplose, e i resti mummificati di una marmotta che saranno studiato dal Museo di Scienze Naturali
Le acque di tutto il mondo, esauste dal caldo e dalla siccità, stanno facendo riemergere cose dimenticate dal tempo. Se negli Stati Uniti il ritrovo di resti umani ha portato all'avviamento di indagini, anche in Europa i ghiacciai alpini in fusione stanno riportando resti macabri e inusuali dalle sabbie del tempo, in cui ignari alpinisti di imbattono.
Scheletri, aerei, proiettili e marmotte: resti inusuali emersi dai ghiacciai
Molte di queste scoperte hanno appunto un carattere inquietante. Resti di alpinisti sfortunati o imprudenti, con lo scheletro intatto è ancora rivestito di giacca e coperta di zaino, sono divenuti comuni: è questa la disavventura capitata a due alpinisti francesi, in Svizzera. Il corpo si trovava su un sentiero poco frequentato, reso scivoloso dallo scioglimento, e che i due hanno imbeccato solo in quanto indicato dalla loro mappa, molto vecchia. A più di 3000 metri di altezza! La polizia ha prelevato via elicottero il corpo dell'ignoto alpinista per eseguire accertamenti.
I registri svizzeri presentano centinaia di casi di escursionisti spariti, il cui corpo non è mai stato trovato. Lo scioglimento dei ghiacciai potrebbe dunque mettere la parola "fine" sulle storie di molti questi sfortunati. Purtroppo, una fine non molto allegra.
Ancora più eccezionale, la scoperta del relitto di un aereo: un aeroplano turistico Piper Cherokee, schiantatosi in Svizzera negli anni 60, e trovato ancora in buono stato.
Particolare è stato il ritrovamento del corpo mummificato di una marmotta a ben 4200 metri di altezza sul Monte Rosa. La carcassa è conservata in modo pressoché perfetto, e racconta una storia: quella di un esemplare sfuggito a un predatore fino ad alta quota, e poi rimasta intrappolata tra due pericolosi crinali. I resti, recuperati dai forestali grazie alla segnalazione di una guida alpina, saranno studiati al Museo Regionale di Scienze Naturali di Aosta.
Infine, residuati bellici: un pederoso proiettile di artiglieria risalente alla seconda guerra mondiale, di circa 30cm e fortemente ossidato, a Cervinia. L'area è stata isolata con transenne in attesa dell'arrivo di artificieri.