85 anni fa moriva George Gershwin, il compositore che rese il jazz "una donna rispettabile"

George Gershwin è forse il primo compositore a meritarsi il titolo di "classico americano": l'autore della Rapsodia in Blue ha abbattuto per la prima volta le barriere tra musica colta e popolare, tra classica e classifica, tra America ed Europa. Con la sua musica eclettica incarnò lo spirito ruggente della New York tra le due guerre.

George Gershwin era a malapena trentottenne quando, dal niente, cominciò a sentire insistentemente odore di gomma bruciata. Poi, improvvisi mal di testa; concerti disastrosi in cui si interrompeva e confondeva in continuazione - che strazio doveva essere per lui, un pianista prodigioso! Il tumore al cervello che lo avrebbe ucciso, così giovane, cominciava a manifestarsi. Eppure, aveva già fatto in tempo a realizzare il sogno americano: lui, nato Jacob Bruskin Gershowitz, figli immigrati ebrei, russi e ucraini, era diventato uno dei più celebri compositori viventi, strapagato, ricchissimo, in grado di fare abitare la sua famiglia di una intera palazzina di cinque piani a Manhattan.

Niente come la musica di George Gershwin ci riporta all'ottimismo e l'energia dell'America dei "ruggenti anni venti"

A differenza di molti grandi compositori, che vissero nella miseria e nell'incomprensione, Gershwin divenne dunque celebre e ricchissimo. Del resto, la sua formazione musicale non era avvenuta in un conservatorio, ma a Tin Pan Alley, il cuore pulsante del musical e delle hit popolari dell'epoca; a partire dai quindici anni il giovane Gershwin sbarcava il lunario scrivendo canzoni per i musical e spartiti per le canzonette commerciali. Qui dovette sviluppare il suo infallibile fiuto per il gusto del pubblico, che non lo abbandonò neppure nelle opere più "serie" lo rende tutt'oggi uno dei compositori più godibili in assoluto. Imparò anche a mischiare i diversi generi della musica popolare con classe e astuzia.

Tuttavia, come vedremo, non era disprezzato dai mostri sacri della musica colta coeva. Maurice Ravel rifiutò di dargli lezioni dicendogli "Perché dovresti essere un Ravel di seconda categoria quando sei già un Gershwin di prima categoria?"; e commentò anzi, che, da quanto guadagna Gershwin, era semmai Ravel stesso a dover prender lezioni da lui. Conobbe Schoenberg, che similmente rifiutò di dargli lezioni per non "corrompere la sua originalità jazz"; giocò comunque contro di lui una partita a tennis che finì su tutti i giornali. Forse era troppo avanti per poter trovare un maestro. Ebbe modo di parlare con Pirandello e con Stravinskij, insomma tutta l'intelligentia artistica e culturale che animava la vivacissima New York di quegli anni.

La sua vita fu sempre guidata dal caso. I suoi genitori avevano comprato un pianoforte per il fratello Ira, e fu invece George a innamorarsene. Senza questo acquisto, forse non avrebbe mai imparato ad amare la musica. Anche il suo maggiore capolavoro, la celeberrima Rhapsody in Blue, fu frutto del caso: Paul Whitemanleader di una banda, era ammiratore di Gershwin e gli aveva proposto di scrivere una sinfonia jazz. Nonostante il rifiuto del compositore, Whiteman decise comunque di avvertire i giornali che Gershwin avrebbe ultimato una sinfonia jazz in tre settimane. Ormai non poteva tirarsi indietro: George raccolse la sfida e terminò la Rapsodia in fretta e furia, ottenendo un successo clamoroso e, finalmente, il prestigio di un grande compositore.

Il grande merito di Gershwin fu quello di "fare del jazz una signora rispettabile", ossia di utilizzare i tempi, le sincopi e le cadenze armoniche di quel tipo di musica popolare e spesso disprezzata in una versione sinfonica, nobile, adeguata alla complessità formale della tradizione classica europea. I jazzisti neri tutto sommato lo disprezzavano: si racconta che in una festa in un hotel di lusso Willie "The Lion" Smith gli abbia detto "alzati e lascia suonare un vero pianista, schiappa" - cosa che lui fece di buon grado, ridendo. Tuttavia, il suo sforzo di "nobilitare" il jazz fu importante nella sua accettazione come genere colto e musicalmente impegnato.

La sua musica del jazz ha l'energia, lo spirito fortemente urbano; ma Gershwin era abilissimo a modulare nelle sue opere le forme della musica da ballo, delle colonne sonore, gli arrangiamenti sontuosi del musical e così via. Scrisse per cinema, pubblicità, classifiche e sale da concerto: di fatto, la sua musica, nella nostra immaginazione, è il ritratto dell'America "ruggente" di quegli anni. 

A livello di personalità, era il perfetto archetipo del dandy americano. Elegantissimo, brillante, seducente; nonostante il fascino che esercitava sulle donne, si innamorava sempre di donne irraggiungibili che non ricambiavano mai e che di solito erano già sposate con altri (esempio celebre - Paulette Goddard, la moglie di Charlie Chaplin). Riuscì a realizzare il sogno, tipicamente americano, di partire da una posizione sociale bassa e finire ricco, famoso, venerato. Ma a noi questo importa fino a un certo punto: forse importa di più l'abilità con cui seppe ritrarre, nei suoni, l'entusiasmo e la frenesia delle grandi città.