Premio Strega 2022: trionfa Mario Desiati con Spatriati
Un romanzo lgbt trionfa nell'annuale premiazione. Desiati subentra a Emanuele Trevi vittorioso con “Due vite" nel 2021
È Spatriati (Einaudi) di Mario Desiati il nuovo vincitore del Premio Strega 2022. La finale tenutasi al Museo Etrusco di Villa Giulia ha confermato le sensazioni della vigilia con la vittoria di Desiati su Claudio Piersanti secondo (Quel Maledetto Vronskij, Rizzoli) e Alessandra Carati con E poi saremo salvi (Mondadori). Sono ben 166 i voti per il 45enne di Locorotondo, 90 per il secondo e e 83 per la terza classificata. Hanno votato in 537 su 660 aventi diritto, pari a circa l'81%.
Spatriati di Desiati vince il Premio Strega 2022
Desiati vince la settantaseiesima edizione del Premio Strega succedendo a Emanuele Trevi con “Due vite". La quarta posizione è dedicata a Veronica Raimo con Niente di vero (Einaudi), già vincitrice dello Strega Giovani. Quinto posto per Marco Amerighi con Randagi (Bollati Boringhieri, gruppo Gems, 61 voti), sesto invece Fabio Bacà con Nova (Adelphi, 51 voti) e ultima Veronica Galletta con Nina sull’argine (minimun fax, 24 voti).
Ricordo con commozione durante la serata per Raffaele La Capria, lo scrittore napoletano morto qualche settimana fa e che aveva vinto il Premio Strega nel 1961 con uno dei romanzi più celebri "Ferito a morte". Veronica Raimo trionfa un'altra volta invece nello Strega Giovani.
Spatriati, un romanzo lgbt
Desiati trionfa anche per la "questione sociale" come viene chiamata da lui. Spatriati parla dell'insofferenza delle persone lgbt di mostrarsi in pubblico così come sono. Ma non solo: anche in famiglia, in strada, senza rischiare la pelle o l’autolesionismo. Riguardo al romanzo Desiati ha dichiarato: "Spatriati non vuol dire solo uno che è andato via, ma qualcuno che è diverso, un irregolare, una persona che non ha completato quello doveva fare". "Ho cominciato ad essere spatriato da ragazzino perché ero diverso dagli altri e mi piacevano colori un po' più femminili, oppure perchè a volte parlavo in dialetto invece di parlare in italiano o al contrario".