La siccità e il sacrificio agli Dei degli sciamani in Australia
Non piove da tempo. La situazione è assolutamente insostenibile. I campi sono inariditi e non producono
Non piove da tempo.
La situazione è assolutamente insostenibile.
I campi sono inariditi e non producono.
Anche l’acqua da bere va razionata.
Ci si dispera.
Quand’ecco che nel luogo di ritrovo principale del villaggio un uomo si presenta a torso nudo.
Ha in mano due grosse conchiglie.
Inizia a pregare a voce alta mentre i paesani accorrono.
Nella successiva trance e senza mostrare dolore con quelle inusitate armi, determinato, si scarnifica a sangue all’altezza della vita.
E continua a farlo fino a quando, come per miracolo, il Cielo si copre di nuvole impetuosamente trascinate dal vento e incomincia a piovere.
Sempre più copiosamente e per tutto il tempo necessario.
Torna allora infine l’artefice, grandemente sofferente e necessariamente sorretto, alla sua capanna.
È lo Sciamano e siamo in Australia in un villaggio degli Aborigeni.
Invariabilmente, per millenni, questo incredibile sacrificio rituale, gradito alla Natura e agli Dei, ha funzionato.
Di Mauro Dalla Porta Raffo