Sanremo, solito Festival di parte
C'era una volta... Gino Paoli
"Sul palco con me deve esserci anche Danilo Rea. Se vogliono è così, altrimenti ciccia"
“ Due come noi che...” , disco registrato al fianco del pianoforte di Danilo Rea e presentato, qualche settimana fa, all’Auditorium di Roma, ha ricordato a tutti lo straordinario talento di uno dei padri nobili della canzone italiana.Unico neo, le dichiarazioni del cantante riguardo la partecipazione a Sanremo.Invitato da Fazio, che dopo dodici anni torna a presentare il Festival, ha commentato: “Al Festival di Sanremo? A Fazio ho posto una condizione: sul palco con me deve esserci anche Danilo Rea. E poi devo avere due canzoni. E le devo scrivere. Se vogliono è così, altrimenti ciccia”. Sperando che non sia solo l’innesco di una delle lunghissime polemiche pre-sanremesi, che nonostante lo sfinimento generale producono risultati in termini di ascolti, il cantante ha dimostrato un atteggiamento assai spocchioso.A Roma direbbero ‘te la tiri’.“Oggi la canzone non esiste più. Ormai c’è soltanto la canzone televisiva. Non si compongono più canzoni, ma prodotti ed immagini”. Opinabile o meno questo modo di giudicare l’evoluzione della sfera musicale attuale sembra una sentenza dall’alto di un piedistallo; distante dal Gino Paoli di sinistra, ex deputato ‘indipendente’ del Partito Comunista Italiano’ dal dal ’87 al ’92. Sarebbe oppurtuno ricordare l’inutilità politica del cantante che, ad oggi, non ha rinunciato alla pensione da parlamentare.E’ davvero amaro leggere frasi così scoraggianti riguardo il far musica oggi; da Gino Paoli poi , che come assessore della Cultura, si è battuto contro l’abolizione del mestiere di parrucchiere nella città genovese di Arenzano, e che come cantante non incoraggia affatto la produzione musicale giovanile, etichettandola e giudicandola inesistente: ed i grandi maestri non fanno questo. E neanche mettono in piazza fatti strettamente personali, è cosa da Maestri. Come si legge in diverse interviste, riguardo la vicenda Tenco- Sandrelli, Gino Paoli ha dichiarato: “"Con Luigi c'era una strana amicizia, la definirei un'"amicizia competitiva", un rapporto simile a quello che c'è tra due fratelli. Lui, visto che ero sposato, non voleva che andassi con Stefania Sandrelli. Per questo ci andò a letto, per dimostrarmi che era una ragazza facile. Fu un motivo di screzio tra noi.” Rendere pubblici fatti strettamente privati non riflette la delicatezza che tutti ci aspetteremmo dall’autore di ‘il cielo in una stanza’, e non fa davvero piacere a chi non c’è più, ma soprattutto a chi c’è ancora ed allora era poco più che una ragazzina. Confidenze del genere è meglio scriverle ad un amico, come consiglierebbe Dalla, piuttosto che condividerle con la stampa nazionale.