Mediobanca apre i suoi archivi, Alberto Nagel: 'Storia di uomini dai tratti non comuni'
Classe dirigente e orizzonti globali per ricostruire il paese, evento promosso dall'Archivio Storico Mediobanca 'Vincenzo Maranghi'
Mediobanca, Alberto Nagel: "Vocazione di banca d’affari con taglio internazionale"
Classe dirigente e orizzonti globali per ricostruire il paese, evento promosso dall'Archivio Storico Mediobanca 'Vincenzo Maranghi', che ha visto la partecipazione di Alberto Nagel, Amministratore Delegato Mediobanca e Antonio Patuelli, presidente Abi, ha rappresentato l'occasione di approfondire le tematiche trattate nel libro “Mediobanca e le relazioni economiche internazionali dell’Italia”, lo scritto di Giovanni Farese edito dall’Archivio Storico Mediobanca e presentato durante il virtual event del 21 gennaio. Il volume rappresenta la decisione della Banca di aprire le porte del suo archivio per contribuire alla cultura e alla ricerca storica, nella convinzione che conoscere il passato sia utile per affrontare le sfide del futuro.
"Trovo che questo volume sia un contributo molto significativo e molto bello sia per l’ampiezza delle fonti consultate ma soprattutto per la capacità che ha avuto il professor Farese di rendere al meglio quel milieu culturale e comportamentale che rende possibile il percorso di Mediobanca sin dalla sua costituzione", ha affermato durante il suo intervento Alberto Nagel, Amministratore Delegato Mediobanca. "Si può effettivamente dire che innanzitutto è una storia di uomini dai tratti non comuni. Nel mio breve intervento vorrei cercare di trasmettervi la lettura di questo libro attraverso le lenti di chi come me opera in campo bancario da tanti anni e per di più ha la fortuna di farlo in Mediobanca".
"Per capire quella Mediobanca, che prima di tutto ha la vocazione di banca d’affari con taglio internazionale, è importante ripercorrere brevemente la formazione che ha avuto Enrico Cuccia all’inizio del suo percorso professionale. Cuccia inizia subito la sua attività professionale all’estero: a Parigi all’inizio degli anni 30 per un anno, 3 anni alla Banca d’Italia a Londra dove conosce e si impratichisce dei mercati finanziari più importanti e del ruolo e dell’importanza delle banche d’affari che poi criticherà per il loro mancato ruolo e limitato contributo all’economia durante il periodo della grande crisi. Ancora, un secondo periodo di 4 anni molto importante per la sua formazione è quando va all’IRI, che in quel periodo ha di fatto assunto il controllo di tutte le principali banche di gran parte dell’economia industriale. Qui Enrico Cuccia impara un approccio gestionale che è tipico di quell’IRI, che è un unicum, un insieme di estrema competenza e serietà, all’interno di un approccio completamente indipendente e privatistico ai problemi e alle operazioni e che prescinde dall’appartenenza al capitale. Nella sua corrispondenza, richiamata dal professor Farese, Cuccia parla di approccio gestionale non di capitale privato e pubblico. E’ un IRI dove con Beneduce, l’unico dei componenti della banca dei regolamenti internazionali che non era banchiere, è forte il convincimento che l’Italia debba uscire dal periodo dell’autarchia, debba allargarsi ai mercati esteri e in particolare all’America. C’è la conoscenza con Mattioli che poi lo assumerò nel 38 alla Comit dove Cuccia spenderà 8 anni a occuparsi delle partecipate estere, quindi tutto quel periodo lo fa occupandosi di problematiche, situazioni, mercati esteri in continuità. Si creano le basi per la formazione di un banchiere di taglio internazionale che concepisce la concezione allineata a quella dei migliori standard internazionali, non tanto italiani".
"Da queste basi nel 42 prende corpo l’idea di Mediobanca e bisogna sottolineare l’incredibile attualità ed originalità della visione che hanno avuto sia Mattioli che Cuccia nel pensare ad una realtà molto diversa. Noi dobbiamo pensare che venivamo dagli anni 30, le banche d’affari non esistevano in Italia e addirittura erano state costituite alcune banche d’affari nel Nord Europa, in Inghilterra, in America ma in Italia non esisteva nessuna realtà del genere. Il fallimento della banca mista impediva alle banche di credito ordinario di fare impieghi e raccolta a medio lungo termine, quindi c’era bisogno di una realtà nuova che avesse anche una licenza bancaria diversa. Sia Cuccia sia Mattioli pensano ad una banca a tutto tondo, che diventa una corporate e investment bank fin da subito perché nell’attività prevista per Mediobanca fin dalla sua costituzione ci sta la parte che riguarda il finanziamento dei settori industriali e il finanziamento a medio termine. Quindi sia l’uso del capitale attraverso la leva finanziaria, sia la parte di advisory e capital market: consigli per operazione di fusioni e acquisizioni e attività di collocamento di titoli obbligazionari e azionari sui mercati italiani ma anche internazionali", conclude.
Mediobanca, La Malfa: "Archivio prezioso per quanto riguarda la storia dell'Italia del dopoguerra"
Giorgio La Malfa, Direttore Scientifico Archivio Storico Mediobanca “Vincenzo Maranghi”, durante il suo intervento, ha affermato: "La decisione di questa collana, di cui il libro del professor Farese è il primo, è collegata alla decisione di Mediobanca di aprire i suoi archivi, particolarmente preziosi per quanto riguarda la storia dell’Italia del dopoguerra. Mediobanca è stata al crocevia di tutte le importanti operazioni private e pubbliche, del capitalismo italiano di tutto il dopoguerra. E’ stato giusto aprire l’archivio, e quando ciò è avvenuto abbiamo pensato che valesse la pena chiedere a storici economici di valore di riflettere su queste carte. Non solo per fare una storia di Mediobanca ma per riflettere sui problemi del Paese".
"Il libro di Farese riguarda gli aspetti internazionali di Mediobanca nei primi 20 anni della sua esistenza. Mediobanca nasce il 10 aprile del 46, questo libro si estende fino al 1966. Si sapeva che Mediobanca aveva una vocazione internazionale: è stata la prima banca ad avere una partecipazione di banche straniere nel dopoguerra a metà degli anni 50. L’idea della internazionalizzazione del capitale di Mediobanca era abbastanza conosciuta, anche se bisognava ricostruirne le tappe e i momenti, cosa che Farese fa nel suo libro".
Antonio Patuanelli, Presidente ABI: "Internazionalità alla base della nascita di Mediobanca"
"Gli orizzonti internazionali furono culturalmente e metodologicamente alla base della nascita di Mediobanca", ha affermato Antonio Patuanelli, Presidente ABI. "Innanzitutto gli storici inventori Raffaele Mattioli ed Enrico Cuccia, che avevano un’apertura prima di tutto intellettuale anche quando l’Italia degli anni 30 si chiudeva progressivamente in sé stessa sviluppando preferenziali e miopi rapporti principalmente con l’area danubiano balcanica oltre che, terribilmente, con la Germania nazista".
"Giorgio La Malfa, nel suo fondamentale volume su Enrico Cuccia e Mediobanca, ha ricordato che Cuccia dopo qualche anno di esperienze giornalistiche fu assunto nel 1930 da Sudameris, la banca francese ed italiana per l’America del sud partecipata dalla banca commerciale italiana. In quella generazione di banchieri, l’opposizione alle dittature era innanzitutto una concezione culturalmente innata e strettamente connessa alle propensioni per la società di mercati internazionali aperti. Si trattava di visioni alternative ai regimi allora prevalenti nel vecchio continente. È stato pienamente naturale e coerente il ruolo bancario italiano per la ricostruzione nel secondo dopoguerra e negli anni seguenti. Ha quindi ragione Giovanni Farese in questo bel volume, in particolare quando conclude dicendo che Mediobanca sviluppò nel secondo dopoguerra un ruolo importante e originale nello sviluppo di relazioni economiche e finanziarie, internazionali e utili al consolidamento dell’Italia come economia aperta e solido paese occidentale nell'Europa libera e nei rapporti atlantici per trasformarsi da paese arretrato e prevalentemente agricolo in industriale, da sconfitto a risolto, che trovò nella nuova politica estera della Repubblica Italiana il suo punto di maggior forza”.